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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - FRANCIA - L'ESTATE DEL MUSEO SOULAGES DI RODEZ E' DEDICATA ALL'ITALIANO LUCIO FONTANA E LA SUA "INTUIZIONE DEL FUTURO"

(2024-04-22)

  "C'era davvero un futuro. Un futuro c'è stato" il titolo della mostra dedicata dal 22 giugno al 3 novembre 2024 dedicata all'italianissimo Lucio Fontana al Museo Soulages di Rodez in Francia

Uno storico dell'arte italiano ha dichiarato che in Italia  ci sono stati tre artisti fondamentali nel Novecento, una sorta di padri fondatori: Amedeo Modigliani, Giorgio de Chirico e Lucio Fontana.

La mostra di Lucio Fontana. "C'era infatti un futuro - Un Futuro c'é stato" nasce da una conversazione nel 2020 con Pierre Soulages: avevamo messo a confronto i lavori di questi due artisti molto diversi tra loro eppure legati da uno struggente, stretto rapporto tra tempo e spazio. Pierre Soulages incontra Lucio Fontana di cui ammira la singolarità. Accanto a Joan Miró, Fernand Léger, Yves Klein, Lucio Fontana è un artista, senza dubbio più scultore che pittore, che Soulages s'immagino' un giorno esposto nel suo museo. Un idealista.

Non c'era stata fino ad oggi  una grande mostra su Fontana in Francia:  dalle retrospettive al Musée national d'art moderne – Centre Pompidou nel 1987 e al Musée d'art moderne de la Ville de Paris nel 2014. Quella di Rodez è coerente con la missione del Museo di presentare grandi nomi dell'arte moderna: la prossima offrira' un viaggio attraverso l'intera opera di Fontana, da prima a dopo la guerra, in Argentina e in Italia, un'evocazione della sua varietà creativa: dipinti, carte, sculture, ceramiche e installazioni luminose e spaziali . Il pubblico scoprirà oltre i Concetti Spaziali, con gli Attese (le fessure) e i Buchi (i buchi), un artista figurativo e informale, un uomo classico e futurista...

La mostra sarà l'occasione per presentare nella sala delle mostre temporanee due Ambienti spaziali: quello dei neon dalle linee curve, gli arabeschi della IX Triennale di Milano del 1951 - ricreati appositamente per la mostra - e quello della Galleria del Deposito de Genève, 1967 (museo d'arte contemporanea di Lione).

Nel 1951, a Milano, Fontana lavorava in collaborazione con l'amico architetto Luciano Baldessari e il suo collaboratore Marcello Grisotti: qui nacque il neon, un medium industriale, una fonte di luce che agisce emotivamente sullo "spet- tatore in uno spazio altro".

Al termine della sua lunga esperienza creativa, intervistato dalla celebre critica d'arte Carla Lonzi, Fontana afferma non senza soddisfazione: “Trent'anni fa potevamo parlare di futuro, così come oggi non possiamo dire nemmeno quale sarà il futuro (. …), ma durante i miei quarant’anni di attività vedo che effettivamente un futuro c’era. »
Con questa espressione apparentemente ambigua quanto contraddittoria, l'artista alludeva all'idea di un rinnovamento concettuale dell'arte che con la sua opera, avendoci fortemente creduto, aveva anticipato, e che di fatto si era palesato nel corso di questi anni nell'arte dei protagonisti delle ultime generazioni (da Piero Manzoni all'Arte Povera e all'arte concettuale).

L’idea di futuro, che Fontana eredita dal Futurismo, è quella di un’arte finalmente liberata dalle categorie tradizionali della pittura e della scultura, sempre più immateriale come atto.

Anche la società immaginata dall'artista negli anni Quaranta e Cinquanta come modello di un mondo futuro dominato dalle conquiste dello spazio, sembra aver raggiunto, almeno in parte, il suo scopo con l'arrivo dei primi astronauti nel cosmo durante il anni sessanta.

Per mezzo della sua arte, l'artista si riteneva allora soddisfatto di aver avuto l'intuizione delle eterne contraddizioni tra il materiale e l'immateriale, di aver lavorato sull'idea di infinito, prevedendo che un giorno l'essere umano avrebbe incontrato la sua destino lì.

La mostra, curata dal punto di vista  scientifico da Paolo Campiglio e Benoît Decron, si fonda sul concetto di intuizione del futuro nell'opera di Lucio Fontana, del rinnovamento dello statuto dell'arte, per presentare un singolare percorso centrato sull'idea di opposizioni dialettiche tra materiale e immateriale, sul concetto di utopia che assume un rapporto contraddittorio, di attrazione e repulsione, rispetto alla realtà concreta. Saranno riunite sculture, opere su tela e carta, ambienti, più di ottanta opere. La mostra affronta il tema del futuro secondo tre assi principali del percorso di Fontana, strettamente legati: Materia-Luce-Colore (natura e figura, anti natura e anti figura), Spazio attivo (Environnements e Teatrini) e Utopia (Concetti Spaziali e Fine di Dio).

La Fondazione Lucio Fontana di Milano  ha assicurato la sua partnership con importanti e rari prestiti e ha supportato il monitoraggio scientifico della mostra.

I principali partner della mostra sono il Centre Pompidou - Museo Nazionale d'Arte Moderna (27 opere in prestito) e Tornabuoni Arte, che ha una solida conoscenza dell'opera di Lucio Fontana (gallerie di Milano, Parigi, ecc.). Abbiamo anche ottenuto prestiti dal museo degli Abattoirs de Toulouse, dal museo di Grenoble e dal museo d'arte contemporanea di Lione. Altri prestiti provengono da istituzioni e fondazioni in Francia, Italia, Svizzera: museo del Novecento, Milano, Biella, museo del Novecento, Firenze, Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Torino... Collezionisti privati ??affidano le loro opere, in particolare ceramiche prodotte ad Albisola.(22/04/2024-ITL/ITNET)

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