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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - ARTE IN FESTA A NAPOLI: I MUSEI DEL VOMERO INAUGURANO UNA SEZIONE PERMANENTE ALLA CERTOSA DI SAN MARTINO DEDICATA ALL''800 NAPOLETANO
(2025-12-23)
Aumentano gli spazi espositivi della Certosa di San Martino, a Napoli con l'apertura di una sezione permanente dei Musei Nazionali del Vomero che inaugurano la nuova sezione permanente dedicata all’Ottocento napoletano. Si tratta di 12 sale allestite che ospiteranno circa 200 opere d’arte tra dipinti, arti decorative, sculture, fotografie e preziosi nuclei provenienti dalle grandi raccolte storiche confluite nel museo fin dai primi anni della sua istituzione.
Ad inaugurare la nuova sede il Direttore generale dei Musei, Massimo Osanna, il Direttore ad interim dei Musei Nazionali del Vomero, Luigi Gallo, e della co-curatrice del nuovo allestimento, Isabella Valente (docente ordinaria di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. L'occasione sarà arricchita dall'inaugurazione della mostra “Dietro il presepe”, offrendo al pubblico un percorso rinnovato nel cuore della storia artistica e culturale della città.
Si tratta di 12 sale allestite che ospiteranno circa 200 opere d’arte tra dipinti, arti decorative, sculture, fotografie e preziosi nuclei provenienti dalle grandi raccolte storiche confluite nel museo fin dai primi anni della sua istituzione. La nuova sezione museale realizzata grazie ai finanziamenti del PNRR, in particolare dedicati al miglioramento dell’efficienza energetica nei musei, messi a disposizione dalla Direzione generale dei Musei del Ministero della Cultura ricompone un patrimonio stratificato attraverso collezioni, committenze e sensibilità artistiche che hanno contribuito a definire l’identità del museo; inoltre propone un racconto ampio e suggestivo dell’arte e del collezio-nismo ottocentesco.
In effetti l’Ottocento fu per Napoli un secolo di straordinario fermento, poiché capitale di un regno in trasformazione e crocevia del Grand Tour . La città attirò viaggiatori, artisti, collezionisti e maestranze che contribuirono a costruirne un’immagine ricca e complessa, sospesa tra antichità e modernità.
«Questo nuovo allestimento, frutto di un ampio e condiviso lavoro di studio e ricerca – commenta il Direttore gene-rale dei Musei, Massimo Osanna – restituisce alla fruizione opere e contesti chiave per la storia di Napoli e rafforza il ruolo pubblico del museo: un luogo che ascolta, accoglie e rinnova, giorno dopo giorno, il proprio racconto.
Da parte sua il Direttore ad interim dei Musei Nazionali del Vomero, Gallo ha sottolineato come nell' «l’Ottocento è il secolo in cui Napoli cambia volto e immaginario. "Con questo nuovo percorso vogliamo accompagnare il visitatore dentro quella stagione di grandi trasformazioni, attraverso opere che parlano di gusto, di viaggio, di collezionismo e di vita quotidiana. È un modo per restituire al pubblico la ricchezza di un patrimonio che appartiene alla città e alla sua storia». Infine la co-curatrice Valente ha concluso «restituire il patrimonio artistico ottocentesco di San Martino attraverso un nuovo ordinamento museale è un’importante operazione culturale per Napoli e per l’intero Paese. L’Ottocento artisti-co partenopeo, con i suoi fitti legami con l’Europa e i molteplici rapporti fra artisti di diverse provenienze, è stato uno dei periodi più interessanti e fecondi nel panorama storico - artistico nazionale. Lo scrisse già nel 1880 il critico Luigi Chirtani, che definì i pittori napoletani ‘i più moderni del nostro tempo, forse i soli interamente originali, quelli che danno l’anima propria nelle proprie tele’»
Il nuovo allestimento dedicato all’Ottocento alla Certosa di San Martino – progettato dall'architetto Fernando Giannella che si è occupato anche del coordinamento delle attività - si presenta come un percorso immersivo e articolato, capace di intrecciare arti diverse e di restituire la complessità di un patrimonio costruito nel tempo da collezionisti, artisti e istituzioni. Inoltre riflette questo dinamismo attraverso opere provenienti da collezioni come quelle di Bonghi, Savarese, Ruffo ,Ricciardi, Rotondo e Gamberini , che composero nel tempo un patrimonio eterogeneo e prezioso, oggi restituito al pubblico in una forma rinnovata.
Il racconto prende avvio dalle arti decorative : le porcellane della Real Fabbrica di Napoli, le maioliche di Castelli, la terraglia napoletana, i vetri e i coralli raccontano una tradizione fatta di sperimentazione tecnica e dialogo Interna-zionale. Questo insieme di materiali restituisce l’immagine di un gusto colto, cosmopolita e profondamente legato alla vita culturale della città e dei suoi ambienti aristocratici. Il percorso continua verso la pittura di paesaggio, che nell’Ottocento trova a Napoli uno dei suoi centri più vitali. Dai lirismi romantici di Duclère, Carelli, Smargiassi, Fergola e Vervloet alle vedute en plein air della Scuola di Posillipo fondata da Anton Sminck van Pitloo, fino all’evoluzione realistica d ella Scuola di Resina, accompagnando il visitatore attraverso una città osservata con sguardo ora poetico, ora documentario. Le atmosfere luminose di Pitloo e le gouaches di Giacinto Gigante incontrano le prime fotografie napoletane, testi-moni di un nuovo modo di guardare la realtà e di raccontare i cambiamenti urbani.
Il racconto prosegue con i linguaggi del realismo e del verismo, che nella Napoli risorgimentale diventano strumenti di indagine sociale. Le opere di Filippo Palizzi, Domenico Morelli e Antonio Mancini restituiscono con forza espressiva la vitalità e le contraddizioni della capitale del Mezzogiorno.
Una parte significativa del percorso è dedicata alla scultura, con particolare attenzione a Vincenzo Gemito, artista simbolo dell’Ottocento napoletano. Le sue opere in terracotta, dense di vita e di verità, raccontano volti, gesti e fragilità tese dall’intensità del Malatiello al vibrante Ritratto di Domenico Morelli restituendo così un’umanità profonda e immediata all'Ottocento a Napoli.
Dopo la cerimonia inaugurale l’intera città ha potuto condividere l'iniziativa in uno dei luoghi più identitari della cultura napoletana e visitare anche la mostra “Non è modello solo, ma quadro terminato. Schizzi e bozzetti dei Musei Nazionali del Vomero” , inaugurata di recente nella Spezieria della Certosa di San Martino, curata dallo stesso Luigi Gallo, Direttore ad interim dei Musei Nazionali del Vomero, e dedicata a opere provenienti dalle collezioni permanenti e dai depositi di Castel Sant’Elmo, del Museo Duca di Martina nella Villa Floridiana e della stessa Certosa di San Martino, presentate insieme, nella costruzione di un linguaggio espositivo condiviso capace di restituire la ricchezza e la varietà delle tecniche artistiche sviluppate tra Seicento e Novecento.
Ma non solo, nella stessa giornata è stata inaugurata anche la mostra "Dietro il presepe. L’evoluzione dell’arte prese-piale napoletana dal secolo d’oro ai giorni nostri, allestita presso gli spazi della biglietteria della Certosa di San Martino. L’esposizione è stata realizzata grazie ai fondi della Regione Campania, nell’ambito di un intervento dedicato alla valorizzazione dell’arte presepiale promosso dalla Direzione generale Politiche culturali e Turismo – Settore Promozione e Valorizzazione dei Beni Culturali.
La mostra affronta il presepe napoletano come patrimonio identitario e bene culturale complesso, capace di intrecciare dimensione religiosa, storia sociale, tradizione artigianale e cultura materiale. In dialogo con le collezioni storiche del Museo di San Martino, il percorso racconta l’evoluzione dell’arte presepiale dal Settecento alla Contem-poraneità, restituendo il presepe come luogo simbolico in cui convivono sacro e profano, memoria e attualità, sapere colto e tradizione popolare. Il percorso espositivo mette in luce non solo le opere finite, ma anche ciò che olita-mente resta invisibile: le tecniche, i materiali e i processi di realizzazione, dalle figure alla scenografia, dagli accessori ai diversi linguaggi formali.
Un’attenzione particolare è riservata alla figura del pastore, elemento centrale della composizione presepiale, analizzato nelle sue trasformazioni storiche e nelle diverse tipologie, dal modello settecentesco di misura terzina alle produzioni novecentesche e contemporanee. Accanto all’allestimento, la mostra propone un programma educativo con laboratori e dimostrazioni dal vivo, valorizzando un sapere tramandato di generazione in generazione e ricono-sciuto come patrimonio culturale immateriale della Regione Campania. (23/12/2025-ITL/ITNET)
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