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LINGUA E CULTURA ITALIANA NEL MONDO - Ia CONFERENZA ITALOFONIA - PRES. RICCARDI: "L'ITALIANO E' PIU' GRANDE DELLA PENISOLA ED HA UNA PROFONDITA' CULTURALE ED UMANISTICA CHE ATTIRA ANCHE CHI NON HA LEGAMI CON LA NOSTRA STORIA"
(2025-11-18)
" Oggi per la Dante Alighieri è un giorno di festa, perché la società Dante Alighieri - nata nel 1889 - ha nei suoi cromosomi l'universalità della lingua italiana. E' nata per diffondere e difendere la lingua e la cultura d'Italia. Ed è nata per opera di Giosuè Carducci che scelse il nome di Dante come il nome più rappresentativo dell'Italia, della profondità della lingua e della cultura italiana." è l'incipit dell'intervento del Prof. Andrea Riccardi, Presidente della Società Dante Alighieri, co organizzatore della Conferenza sull'Italofonia. Una società, la Dante, che conta quasi 500 comitati all'estero, 60 scuole di tutti i gradi associate, 350 centri certificatori, presidi letterari e una piattaforma per apprendere la lingua a distanza. Ed un "sostegno quanto mai convinto dei nostri soci e della nostra organizzazione alla costituzione dell'italofonia" ha aggiunto il Presidente Riccardi.
"L'Italia è protagonista e riferimento dell'italofonia lungo la storia, ma oggi è più consapevole che mai che questo fatto non riguarda solo la penisola, come dimostra la partecipazione a questa conferenza di tante personalità rappresentative di numerosi paesi del mondo. L'italiano è più grande della penisola ed ha una profondità umanistica e culturale che attira tanti che non hanno legami con la nostra storia. L'italofonia esiste, ma la sua morfologia è diversa dalla francofonia, la sua storia è diversa dalla lusofonia o dall'Ispanidad."
"L'ITALOFONIA non coincide solo con la diffusione dell'italiano all'estero, è un tessuto di persone, di comunità, di pratiche comunicative che scelgono l'italiano come lingua perché si trovano a loro agio in questo spazio di dialogo, di incontro e di creatività. Lo dicevo ieri sera, abbiamo registrato quasi un migliaio di scrittori non italiani che hanno scelto la nostra lingua per la loro creazione letteraria e questo mi fa impressione e hanno così arricchito il nostro patrimonio culturale letterario che nella storia ha contribuito alla crescita dell'umanesimo che nella storia ha contri-buito alla crescita del canone letterario. L'italiano ha alle sue spalle, come anche il ministro Cassis ha detto, radici forti, belle e meditate, però lo si rivela oggi, l'italiano non è un passato, non è un museo da ammirare.
Agli italofoni, lo abbiamo detto varie volte in questi giorni, ma è interessante insistere, per i più vari motivi non c'è una sola storia. Sì, è la storia dell'emmigrazione come quella rappresentata dall'amico Allegrini con la statunitense Niaf, quello rappresentata dai comitati della Dante, se i tallofoni per la storia di alcuni paesi. E' stato molto interes-sante sentire dal ministro Cassis cos'è l'italiano in una prospettiva elvetica, che non è la prospettiva italiana, ma il valore dell'italiano che convive con altre culture, altri mondi con un suo statuto particolare.
Ed ancora "l'italiano è divenuto negli ultimi due secoli, nell'ultimo secolo, la lingua veicolare della Chiesa cattolica e dei papi al posto del latino, ma fatto di grande rilievo che mi stupisce quando i miei collaboratori mi portano i risul-tati, delle iscrizioni, delle domande di apprendere l'italiano in posti che non hanno legami proprio con la nostra storia, che sia italofoni perché si è italsimpatizzanti....
Gli ital simpatizzanti attratti dalla cultura, dal modo di vivere dalla lingua. L'italofonia è un mondo italiano oltre i confini internazionali, oltre i confini nazionali che si interseica con altri mondi. Basta pensare a Raffael Grossi, Direttore Generale dell'AIEA, che è qui con noi. Cosa vuol dire l'Argentina? Io lo dico perché siamo spesso in Argentina dove abbiamo 100 comitati, e tante scuole. ....
L'italiano ha una funzione in questo mondo globale difficile e conflittuale, un mondo strano, come non ci aspet-tavamo noi più vecchietti nell'89 quando avevamo grandi sogni di un mondo unito, pacificato, in cui quasi non si faceva più la guerra, tutti commerciavano, tutti viaggiavano, comunicavano, un mondo che allontana e avvicina. dove si è realizzata una globalizzazione finanziaria e tecnologica, ma poco e troppo poco una globalizzazione del pensiero sull'umano, una globalizzazione umanistica e questo pesa, questo inquieta. E allora l'italiano si propone con l'umiltà, io dico l'umiltà perché noi sappiamo ormai, dopo tanti secoli di storia,chi siamo e non ci crediamo di più, ma nemme-no ci crediamo di meno. Abbiamo la nostra responsabilità.
L'italiano è una lingua che unisce, genera punti senza una vocazione imperialistica, anche perché noi italiani, ma veramente per secoli, prima dell'unità nazional politica che da noi è arrivata dopo tanti paesi latino-americani. Noii italiani siamo stati Uniti solo dalla lingua, solo dalla lingua e dalla cultura. E se pensiamo che l'unificazione politico nazionale guidata dal giovane stato unitario è stata fatta non da un burocrate, ma da un genio quale Alessandro Manzoni, il quale ha fatto del suo capolavoro la Bibbia del nuovo italiano. Bene, uniti dalla lingua, Dante Alighieri ha investito il suo genio sull'italiano come lingua che va nelle profondità dell'umano, come lingua che unisce. Ed è molto interessante vedere le critiche che facevano a Dante. Ma tu che scrivi quelle cose così belle, ma perché le scrivi nella lingua delle donne, nel volgare, nella lingua della povera gente? scrivi nel latino e l'immortalità di Dante, se possiamo usare questa parola grossa, è stata proprio quella della scelta della lingua del popolo.
Oggi siamo come a un'inaugurazione, a un primo passo molto semplice, fatto di mutuo ascolto, di incontro, ma se troviamo la via giusta, se ne comprendiamo l'utilità, l'italofonia crescerà come comunità e allora la dovremmo pensare non in maniera burocratica, ma in maniera più ampia, strutturando un coordin inamento, un segretariato, dando luogo a una prossima conferenza che coinvolga più i tallofoni.
Infine, "Sono tanti gli italiani che sono nei crocevia della vita del mondo. Ci piacerebbe farli parlare e parlare con loro e radunarli. Essere, insomma, una comunità di valori, creatori di arte e cultura, attori dello sviluppo e della crescita, capaci di diplomazia culturale. approveremo la dichiarazione istitutiva che è un riferimento per le prossime conferenze in una dimensione più larga, che faccia dell'italofonia uno spazio di crescita civile, di sviluppo, di dialogo e di umanesimo. Insomma, un soggetto proprio significativo nel nostro mondo.
Concludo, costruire un futuro anche in italiano, pensare l'umanità del XX secolo anche in italiano vuol dire ricollegarsi a un patrimonio più che millenario di umanesimo che è una salda cultura per il passato. Perché le parole dell'italiano, pur così musicali, pur così leggere, sono dense di storia e questo è un genio della nostra lingua. la capacità di usare parole dense di storia in maniera musicale leggera, in una lingua bella e non c'è futuro umano vero senza storia. E questo è l'Italia, un paese che ha una storia, ma un paese che va sempre verso il futuro e non si ferma nella sua crescita. E in questo senso ricollegarsi a questa comunità italofona, creare questa comunità italofona..è il servizio della nostra cultura e della nostra lingua al mondo. " ha concluso il Prof. Andrea Riccardi. (18/11/2025-ITL/ITNET)
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