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LINGUA E CULTURA ITALIANA NEL MONDO - ITALOFONIA - IGNAZIO CASSIS (CAPO DIPARTIM. FEDERALE SVIZZERO AFFARI ESTERI "LA LINGUA TRAVALICA I CONFINI E CREA SPAZI DI VITA COMUNE. OGGI DISEGNAMO INSIEME I CONFINI DELLA CASA DELL'ITALIANITA'"
(2025-11-18)
"Cari amici della lingua italiana, quando fui eletto membro del Governo svizzero nel 2017, decisi di svolgere la mia prima visita ufficiale all'estero, in qualità di Ministro degli Esteri, in Italia. Venni qui, a Roma, e incontrai, nel 2017, Angelino Alfano, che era alla fine del suo mandato di Ministro degli Affari Esteri. Spero non pensiate che scegliere in Svizzera l'Italia quale prima destinazione sia stata allora una scelta facile. Infatti, nella Confederazione Elvetica due persone su tre parlano tedesco. E la germanofonia, non l'italofonia, emerge immediatamente quando parlate di Svizzera nel mondo. I rapporti con i vicini germanofoni, soprattutto Germania, Austria e Lichtenstein, sono da sempre esistiti. E, d'altra parte, la Svizzera è diventata indipendente scendendo a patti con i sovrani asburgici. Per cui una tradizione quasi centenaria vuole che la prima visita di qualsiasi nuovo ministro degli esteri svizzero sia fatta in Austria. Ci voleva, quindi, un certo coraggio, e qui le mie scuse ai vicini ex asburgici e oggi neutrali come noi, nel sovvertire questa tradizione. "Oggi si chiude, quindi, un cerchio, e si apre un mondo" ha dichiarato Ignazio Cassis, Capo del Dipartimento Federale degli Affari Esteri della Svizzera, paese co-Presidente della Prima conferenza si apre un mondo, sottolineando " Con la mia visita nel 2017 volli sottolineare l'anima italofona del mio paese e l'impor-tanza che questa lingua riveste per la nostra identità, per le nostre relazioni con l'Italia, per la nostra presenza nel mondo. Ho detto che "oggi si apre un mondo perché fondiamo una grande comunità italofona, una splendida idea per più motivi e ve ne indico quattro. - Il primo: abbiamo bisogno in questo mondo tumultuoso in subbuglio, di bellezza, di suprema bellezza. Quella bellezza che ci rimanda a cose più grandi di noi umani. Quella bellezza che porta l'italianità nel cuore nella sua genetica, nella sonorità, nel gusto e nelle tante opere di genialofoni.
- Seconda ragione, abbiamo bisogno di ritrovare il senso del dialogo. In un mondo che, dopo essersi nutrito dell'illu-sione di una comunità globale pacifica, riscopre con dolore fratture spesso riconducibili a differenze culturali.
- Terza buona ragione per aprire questo mondo. Abbiamo bisogno di radici e l'italiano è una radice imprescindibile dal continente europeo. L'Europa deve essere forte e fiera della propria identità per potersi affermare nel mondo.
- Quarta ragione, abbiamo bisogno di guardare di più verso il sud dell'Europa, perché il bacino del Mediterraneo, dove si affaccia tanta parte dell'italianità è da sempre, dalla notte dei tempi, fonte di grandi trasformazioni con una forza d'urto capace di investire tutta l'Europa e oltre. Ed è quello che abbiamo visto negli ultimi 30 anni, ma pensia-mo anche all'universalità del diritto romano, alla polis greca o al Rinascimento e alle esplorazioni che allargarono il mondo.
In Svizzera l'italiano non è scontato e come tutte le cose non scontate è tanto più prezioso. Dopo 20 anni di assen-za, la Svizzera italofona è tornata al Consiglio federale nella mia persona. Ed oggi tutte le lingue ufficiali sono pre-senti nel nostro governo. Siamo, quindi, in sette, sette persone di cultura, religione e partiti politici fra loro profon-damente diversi. Questa realtà è chiamata in Svizzera CONCORDANZA, cioè la quotidiana ricerca del compromesso su cui si fonda la stabilità del sistema politico. Una competenza che applichiamo anche sul piano internazionale tramite la nostra diplomazia e i nostri buoni uffici. Nel corso dei secoli la Confederazione Svizzera ha sviluppato un ingegnoso sistema per promuovere la convivenza tra culture diverse in equilibrio tra decentralizzazione e regole nazionali.
Qualche esempio. Non solo il nostro parlamento, ma anche gli organi parastatali, dalle ferrovie alle Poste, alla Banca Nazionale, devono comporsi da rappresentanti di tutte le culture nazionali. Ogni regione linguistica ha il proprio materiale scolastico. Poteri fondamentali come l'istruzione scolastica, la sanità, la sicurezza interna e la fiscalità appartengono da sempre agli stati cantonali, quindi nella cultura declinati nella lingua e nella cultura giusta.
Abbiamo una televisione radio pubblica nelle quattro lingue nazionali. Sosteniamo le due nostre lingue più piccole, italiano e romancio, nelle loro aree di origine, ma anche su tutto il territorio nazionale. Pensate alla lingua romancia che ha ormai più abitanti fuori dalla geografia del Canton Grigioni, dove è di casa. La comunità di Zurigo è quasi più grande di quella del Cantong Grigioni. E Zurigo è una città, sapete, svizzero- tedesca.
Un organo poco noto, ma importantissimo, è la commissione di redazione del Parlamento nazionale. Commissione di redazione, cioè sono gli stessi membri del Parlamento che verificano la traduzione delle nostre leggi nelle tre lingue ufficiali. Ne ho fatto parte anch'io per 10 anni durante la mia attività di parlamentare e vi assicuro che non poche volte nuance linguistiche hanno portato a interpretazioni - e come - divergenti della stessa legge.
La lingua è potere, saper tradurre e traghettare da una lingua all'altra. E tutto questo non è affatto scontato, ma frutto di una volontà che deve rinnovarsi ogni giorno in un mondo messo sotto pressione da una tendenza all'omo-geneizzazione, alla predominanza dell'inglese. Non vorrei offendere i britannici, diciamo, la predominanza della globalizzazione e la rapidità delle nuove tecnologie.
La Svizzera difende con convinzione la pluralità di culture e idee sia sul piano nazionale che internazionale. Per questo ha voluto lanciare, pensate 5 anni fa la settimana internazionale dedicata alla quarta lingua nazionale, dedicata al romancio. Abbiamo quattro lingue nazionali, ma solo tre sono ufficiali. La differenza che tutte le leggi sono tradotte nel lingue ufficiali, ma non nella quarta nazionale. Nel 2024 abbiamo celebrato questa settimana internazionale dedicata al romancio proprio in Italia, a Milano, riunendo le autorità delle regioni ladine e friulane che hanno le stesse radici della nostra romancia.
Da anni ci impegniamo in maniera analoga per le settimane dedicate all'italiano, al francese, al tedesco insieme con Italia, Francia e Germania. Di qui l'annuncio in francese "agli amici francofoni" della sua partecipazione alla 46.ma Conferenza della Francofonia in Rwanda "Chers amis francophones, permettez-moi un clin d'œil aux amis, à vous amis francophones que j'aurai le plaisir de rejoindre demain au Rwanda pour la 46e confération de la francophonie. Après le déménagement de En Paris qui n'est plus in Paris mais in Rome, voici quo la conférence de l'italophonie se met en place à côté de la francophonie. Vous ne soyez pas effrayés chers amis francophones. La Suisse est la plus belle démonstration vivante que la coexistante non seulement possible mais même garantie."
Infine, Signore e signori, non dimentichiamo mai che le lingue possono purtroppo, anche troppo facilmente diventare armi. Numerosi conflitti costruiscono la propria giustificazione sulla diversità delle lingue, tema ben presente anche nella guerra Russa contro l'Ucraina. Eppure proprio questa diversità è essenziale per la nostra prosperità perché è garanzia di libertà e di nuove idee.
L'anno prossimo 2026 - ha anticipato Cassis - la Svizzera assumerà la presidenza dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, OSCE, la più grande organizzazione di sicurezza al mondo dove troveremoancora allo stesso tavolo Russia e Stati Uniti. Pur consapevole delle difficoltà attuali, il mio paese assume questa responsabilità con convinzione, così come aveva svolto un ruolo essenziale 75 anni fa a Ginevra per dar luce a questa idea di sicurezza collettiva nel continente europeo. Prevediamo di svolgere la conferenza ministeriale a inizio dicembre 2026 proprio nella Svizzera di lingua italiana a Lugano. I diritti delle minoranze nazionali e la risoluzione di tensioni etniche sono, d'altra parte, una delle priorità d'azione dell'OSCE."
Infine, concludendo "il mio auspicio è che la comunità italofona che oggi fondiamo possa crescere e ottenere il proprio posto nel mondo come veicolo ulteriore di dialogo e vicinanza, perché la lingua non è solo una giusta posizione di parole, è un universo fatto di una certa concezione del mondo, dell'amore, della morte, dell'umorismo. del gusto dell'estetica e dell'etica. La lingua travalica i confini e crea spazi di vita comune. Oggi insieme disegniamo i confini di una nuova casa, la casa dell'italianità. Auguri alla casa dell'italianità e vi aspetto in Svizzera tra 2 anni per poter scrivere un'ulteriore pagina di questo libro infinito." L'invito di Ignazio Cassis, capo del Dipartamento Federale degli Affari Esteri della Confederazione Elvetica. (18/11/2025-ITL/ITNET)
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