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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - ESULI DALMATI, ISTRIANI E FIUMANI - AL VITTORIANO UNA MOSTRA CHE "E' UN ATTO DI VERITA' E GIUSTIZIA CHE RACCONTA UNA PAGINA DOLOROSA DELLA STORIA ITALIANA A LUNGO RIMOSSA"
(2025-10-24)
Far conoscere e comprendere le pagine della storia nazionale: questo lo scopo della Mostra degli esuli Dalmati, Istriani e Fiumani - MEDIF - inaugurata oggi al complesso del Vittoriano a Roma alla presenza del Ministro della Cultura Alessandro Giuli.
L’esposizione nasce da un’iniziativa della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati con il Coordinamento Adriatico, il Centro di Documentazione Multimediale e l’Associazione Nazionale Venezia, Giulia e Dalmazia, sostenuta dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero della Cultura e propone un racconto multimediale di immagini e testimonianze che rievoca il dramma delle foibe e l’esodo di oltre 300 mila italiani costretti ad abban-donare la propria terra per preservare la propria identità culturale e storica.
A ottant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, la storia degli esuli fiumani, dalmati e istriani trova spazio nel Vittoriano, museo simbolo e cuore della memoria collettiva del Paese. L’istituto, diretto dalla Dr.ssa Edith Gabrielli, membro del comitato scientifico della mostra, ospita l’iniziativa nelle Sale del Grottone.
La mostra, a cura dall’architetto Massimiliano Tita restituisce verità e dignità a una pagina della storia italiana che per troppo tempo è stata taciuta, offrendo al pubblico un percorso di conoscenza, riflessione e memoria condivisa.
MEDIF è completamente digitalizzata, e può essere visitata in autonomia interagendo con monitor e display senza bisogno di guide. Rimarrà allestita in questa prestigiosa sede almeno 4 anni. L’allestimento interamente multimediale del MEDIF realizzato dall’architetto Massimiliano Tita seguendo le indicazioni di un Comitato Scientifico di alto livello coordinato dal compianto Professor Giuseppe Parlato si pone in continuità ideale con il Museo del Risorgimento: è Nazario Sauro a fare da anello di congiunzione tra i due percorsi espositivi. La mostra inizia proprio con la ricostruzione del monumento che Capodistria dedicò al suo illustre concittadino e che fu smantellato dai tedeschi durante la Seconda guerra mondiale e definitivamente distrutto dagli jugoslavi.
Una linea del tempo accoglie poi il visitatore, proiettandolo alle origini della storia della frontiera adriatica, all’epoca in cui Ottaviano Augusto istituì la X Regio Venetia et Histria. Si tratta di un excursus storico che si infittisce man mano che ci si avvicina all’età contemporanea, per poi lasciare spazio nei pannelli successivi ad una dettagliata narrazione delle foibe, dell’esodo, dei campi profughi e della riscoperta della storia del confine orientale grazie all’istituzione del Giorno del Ricordo, per concludersi con una rassegna di istriani, fiumani e dalmati illustri di ieri e di oggi.
Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha definito MEDIF «non soltanto un evento culturale, ma un atto di verità e di giustizia» che «racconta una pagina dolorosa della storia italiana, una storia a lungo rimossa, o peggio taciuta, che oggi ritrova parola, dignità e luce». Parlando degli esuli giuliano-dalmati, Giuli ha evidenziato che hanno dato «una lezione di italianità vissuta, non proclamata, una lezione che oggi rivolgiamo ai giovani, perché sappiano che la libertà non si eredita, ma si difende; che la verità non si impone, ma si custodisce; che la memoria non divide, ma unisce. E che essere italiani è un dono di cui dobbiamo essere degni». Ed ancora: "La memoria viva è la forma più alta di speranza. Senza memoria, una Nazione non è più una comunità. Ma una memoria che si fa cultura, una cultura che si apre al futuro, può ancora unire, guarire, generare fiducia. Che questa mostra sia, per chi la visiterà, un viaggio nel dolore e insieme un atto d’amore verso l’Italia: un’Italia capace di guardare al proprio passato con onestà e al proprio futuro con gratitudine”, ha dichiarato il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
I testi sono tradotti in inglese, sloveno e croato, per essere fruibili ai visitatori che vengono al Vittoriano da tutto il mondo e per proseguire quel percorso di presentazione della storia dell’italianità adriatica in particolare alle istituzioni ed al pubblico della Slovenia e della Croazia. (24/10/2025-ITL/ITNET)
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