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IMPRESE ITALIANE NEL MONDO - EUROPA/ IDAA - 'NON PAPER' MIN.URSO(MIIT) E PICHETTO(AMBIENTE) CONDIVISO DA FRANCIA E GERMANIA PERCHE' COMMISSIONE METTA INDUSTRIA AL CENTRO TRANSIZIONE VERDE CON VARO IDAA.

(2025-09-30)

  Italia, Francia e Germania lanciano un appello congiunto alla Commissione europea per un’azione incisiva e rapida a favore delle industrie ad alta intensità energetica, chiedendo misure concrete per sostenere la transizione verde e rafforzare la competitività industriale dell’Unione.
A questo proposito, i ministri Adolfo Urso e Gilberto Pichetto  hanno sottoscritto un “non paper”, condiviso con i colleghi francesi e tedeschi, in occasione del Consiglio Competitività di Bruxelles e in preparazione dell’atteso varo, previsto per novembre prossimo, dell’Industrial Decarbonization Accelerator Act (IDAA).

"Con questo documento, i tre Paesi guida dell’Ue indicano una rotta chiara: mettere l’industria al centro della transizione", ha dichiarato il ministro Adolfo Urso. "L’IDAA deve diventare il pilastro di una politica industriale europea che tuteli le imprese energivore, spina dorsale della nostra manifattura e della sovranità produttiva europea.
Chiediamo alla Commissione di agire subito e con misure concrete: energia a costi competitivi, capitali privati per investimenti verdi, regole comuni e difesa da pratiche sleali. Senza interventi rapidi e mirati, rischiamo di perdere posti di lavoro, capacità produttiva e autonomia strategica", ha concluso.

“Le imprese energivore rappresentano un pilastro del nostro sistema produttivo e necessitano di strumenti concreti per affrontare la transizione energetica senza perdere competitività”, ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto.  “È fondamentale garantire loro l’accesso a fonti pulite a condizioni vantaggiose, intervenendo anche sui costi di rete che gravano sull’energia rin-novabile prodotta in Italia. In questo modo sosteniamo insieme la competitività delle imprese e il percorso di transizione energetica”.

Il documento chiede che l’IDAA traduca le sue promesse in misure concrete per sostenere gli Investi-menti, accelerare la trasformazione industriale, mantenendo l’integrità del Mercato unico, diventando un pilastro della strategia europea per la decarbonizzazione industriale, ma senza sacrificare la tenuta economica dei settori più esposti alla concorrenza globale.

I tre Paesi sollecitano un'azione coerente e integrata tra politiche industriali, energetiche, climatiche e commerciali dell’UE. Serve un quadro politico chiaro che attragga capitali pubblici e privati, accompagnato da regole sugli aiuti di Stato più semplici e da un accesso rapido alle risorse necessarie per la trasformazione industriale. In particolare, il principio del “Do No Significant Harm” (DNSH), oggi percepito come un ostacolo burocratico, deve essere reso uno strumento agile e concreto per supportare l’adozione di tecnologie a basse emissioni nelle industrie energivore.

Altro snodo centrale delle priorità individuate dai tre governi sarà la creazione di una domanda stabile per acciaio, cemento e materiali a basse emissioni, con etichette trasparenti, regole comuni e un maggiore uso degli appalti pubblici per premiare chi investe nel verde.

Il documento propone l’introduzione di criteri comuni e trasparenti per la misurazione delle emissioni lungo le catene del valore, prevenendo fenomeni di greenwashing o elusione normativa nei Paesi terzi. Le etichette volontarie sulla “carbon footprint” dei prodotti, già in fase di sviluppo presso la Commissione, dovrebbero diventare strumenti strategici per incentivare i prodotti a bassa impronta di carbonio.

L'IDAA che la Commissione europea lancerà a breve dovrebbe anche rappresentare un'opportunità per la realizzazione delle infrastrutture essenziali per la decarbonizzazione. Al tempo stesso, è indispensabile affrontare il nodo del costo dell’energia per l'industria in particolare quella ad alta intensità energetica, che in Europa resta strutturalmente più alto rispetto ad altri competitor come Stati Uniti o in Asia. Servono interventi immediati per garantire prezzi più competitivi, migliorando l’accesso alle fonti rinnovabili e abbattendo gli oneri di rete, in particolare per le imprese energivore.

L’Industrial Decarbonization Accelerator Act dovrebbe, inoltre, puntare alla compensazione dei costi indiretti derivanti dal carbonio, che dovrà essere estesa oltre il 2030 e allargata a tutti i comparti industriali strategici. Oltre ai settori già inclusi, la proposta mira a coinvolgere industrie fondamentali come carta, vetro, ceramica, cemento, chimica e batterie. Una misura necessaria per evitare distorsioni nel mercato interno e garantire condizioni di concorrenza eque tra le imprese europee.

Infine, viene ribadita la necessità di proteggere l’industria europea dalla crescente sovracapacità produttiva globale, che rischia di riversarsi sul mercato europeo con effetti distorsivi. In questo contesto si collocano le proposte italiane già avanzate a Bruxelles, tra cui la revisione del CBAM – il meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere – e l’istituzione, a partire da gennaio 2026, di uno strumento di salvaguardia per l’acciaio, volto a difendere un settore strategico dalle pratiche sleali di dumping ambien-tale e industriale.  (30/09/2025-ITL/ITNET)





FALABELLA: CNEL AL CENTRO DEL DIALOGO INTERNAZIONALE
SU DIRITTI, INCLUSIONE E LAVORO DELLE PERSONE CON
DISABILITÀ
Il consigliere ha partecipato a una missione in Giappone guidata dal
Ministro Locatelli

Si è conclusa con grande successo la missione istituzionale in Giappone
guidata dal Ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, che ha visto la
partecipazione attiva di Vincenzo Falabella, in doppia veste di consigliere
del CNEL e presidente della FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle
Persone con Disabilità e Famiglie).
“La missione in Giappone – ha dichiarato Falabella – è stata un’occasione
rilevante che ha posto il Consiglio al centro del dialogo internazionale sui
diritti, l’inclusione e il lavoro delle persone con disabilità. Il CNEL ha avuto
un ruolo determinante nell’impostare un’agenda di incontri che ha favorito
un confronto aperto su modelli di welfare inclusivo, politiche occupazionali
e sviluppo sostenibile, in coerenza con i principi della Convenzione ONU
sui diritti delle persone con disabilità. Questa missione – ha aggiunto -
rappresenta un passo significativo nella costruzione di un ponte tra realtà
diverse ma unite dagli stessi valori: la dignità della persona, l’accesso ai
diritti e la partecipazione attiva nella società. È stata l’occasione per
dimostrare come la rappresentanza delle persone con disabilità e delle
loro famiglie non sia solo questione di diritti sociali, ma anche di piena
partecipazione alle scelte economiche e istituzionali del Paese. Grazie a
questa sinergia tra CNEL e FISH, l’Italia si afferma come promotrice di un
nuovo paradigma internazionale: una società che valorizza la diversità
come ricchezza e che costruisce ponti di cooperazione globale, fondati
sulla dignità umana, sull’uguaglianza e sulla cittadinanza attiva. In
un’epoca in cui i diritti non hanno confini, il CNEL, con i suoi

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Viale David Lubin, 2 - 00196 Roma
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rappresentanti e partner, continua a rafforzare il ruolo dell’Italia nei
consessi internazionali, contribuendo concretamente alla costruzione di
un futuro più inclusivo per tutti”.

Un’agenda strategica tra diplomazia e partecipazione
L’agenda della missione ha incluso incontri con numerose organizzazioni
giapponesi, dando vita a uno scambio proficuo su accessibilità,
autonomia, inclusione scolastica e lavorativa, partecipazione civica e vita
indipendente. Il CNEL, attraverso il suo rappresentante, ha contribuito a
portare al tavolo delle discussioni una prospettiva integrata tra politiche
sociali e politiche del lavoro, evidenziando il ruolo cruciale della
concertazione istituzionale nella promozione di diritti effettivi. In
particolare, Falabella ha presentato l’esperienza italiana maturata in anni
di collaborazione tra istituzioni, enti locali e organizzazioni della società
civile, valorizzando il lavoro svolto dal CNEL nel monitoraggio delle
politiche pubbliche, nella proposta di normative inclusive e nella
promozione di buone pratiche replicabili a livello internazionale.

Sanità, lavoro e giovani: tre pilastri per una cooperazione concreta
Durante la missione, significativi sono stati gli incontri sul campo. La visita
al Tokyo Metropolitan Tobu Medical Center ha permesso di approfondire il
modello giapponese nella presa in carico globale delle disabilità
complesse, offrendo spunti utili anche per il dibattito nazionale italiano.
Altro momento di rilievo è stato l’incontro con la cooperativa Koisiru-Vita
Lavoro Tu, impegnata nell’inclusione lavorativa attraverso attività
artigianali, agricole e di servizi. Qui è emerso con forza il tema del lavoro
dignitoso e sostenibile, ambito in cui il CNEL gioca un ruolo essenziale
nell’orientare le politiche pubbliche e promuovere modelli virtuosi che
mettano la persona al centro.
Il confronto con i giovani partecipanti al programma internazionale INDEX
– provenienti da Italia, Giappone, Francia e Germania – ha rappresentato

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un momento di particolare ispirazione. Il CNEL, attento alle nuove
generazioni e all’educazione civica, ha potuto raccogliere le istanze
emergenti e promuovere una visione inclusiva della cittadinanza attiva.

Diplomazia multilaterale e Expo 2025: il CNEL nei grandi scenari
globali
Tra gli incontri istituzionali più rilevanti si segnala il bilaterale con
rappresentanti dell’Arabia Saudita in vista dell’Expo 2030 a Riyad, in cui il
CNEL, per il tramite del suo consigliere Falabella, ha sottolineato
l’importanza di progettare eventi internazionali realmente accessibili e
inclusivi.
Significativa anche l’accoglienza da parte dell’Ambasciatore Straordinario
e Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Mario Vattani,
che ha illustrato il progetto del Padiglione Italia, pensato come spazio
dinamico e aperto alla diversità. Il coinvolgimento del CNEL e delle sue
componenti sociali nella narrazione dell’Italia inclusiva si inserisce
perfettamente nella strategia di promozione del Made in Italy etico e
sociale, che unisce innovazione, sostenibilità e diritti.
Il momento simbolico della firma del libro d’onore presso il sito di Expo
2025 ha sancito l’impegno della delegazione italiana, e in particolare del
CNEL, nel promuovere un modello di sviluppo umano e sostenibile,
capace di non lasciare nessuno indietro.
Urso e Pichetto a Commissione Ue: “Difendere competitività industrie energivore”
Italia-Francia-Germania firmano "non-paper" di indirizzo sull'Industrial Decarbonization Accelerator Act

Italia, Francia e Germania lanciano un appello congiunto alla Commissione europea per un’azione incisiva e rapida a favore delle industrie ad alta intensità energetica, chiedendo misure concrete per sostenere la transizione verde e rafforzare la competitività industriale dell’Unione. A questo proposito, i ministri Adolfo Urso e Gilberto Pichetto  hanno sottoscritto un “non paper”, condiviso con i colleghi francesi e tedeschi, in occasione del Consiglio Competitività di Bruxelles e in preparazione dell’atteso varo, previsto per novembre prossimo, dell’Industrial Decarbonization Accelerator Act (IDAA).

"Con questo documento, i tre Paesi guida dell’Ue indicano una rotta chiara: mettere l’industria al centro della transizione", ha dichiarato il ministro Adolfo Urso. "L’IDAA deve diventare il pilastro di una politica industriale europea che tuteli le imprese energivore, spina dorsale della nostra manifattura e della sovranità produttiva europea. Chiediamo alla Commissione di agire subito e con misure concrete: energia a costi competitivi, capitali privati per investimenti verdi, regole comuni e difesa da pratiche sleali. Senza interventi rapidi e mirati, rischiamo di perdere posti di lavoro, capacità produttiva e autonomia strategica", ha concluso.

“Le imprese energivore rappresentano un pilastro del nostro sistema produttivo e necessitano di strumenti concreti per affrontare la transizione energetica senza perdere competitività”, ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto.  “È fondamentale garantire loro l’accesso a fonti pulite a condizioni vantaggiose, intervenendo anche sui costi di rete che gravano sull’energia rinnovabile prodotta in Italia. In questo modo sosteniamo insieme la competitività delle imprese e il percorso di transizione energetica”.

Il documento chiede che l’IDAA traduca le sue promesse in misure concrete per sostenere gli investimenti, accelerare la trasformazione industriale, mantenendo l’integrità del Mercato unico, diventando un pilastro della strategia europea per la decarbonizzazione industriale, ma senza sacrificare la tenuta economica dei settori più esposti alla concorrenza globale.

I tre Paesi sollecitano un'azione coerente e integrata tra politiche industriali, energetiche, climatiche e commerciali dell’UE. Serve un quadro politico chiaro che attragga capitali pubblici e privati, accompagnato da regole sugli aiuti di Stato più semplici e da un accesso rapido alle risorse necessarie per la trasformazione industriale. In particolare, il principio del “Do No Significant Harm” (DNSH), oggi percepito come un ostacolo burocratico, deve essere reso uno strumento agile e concreto per supportare l’adozione di tecnologie a basse emissioni nelle industrie energivore.

Altro snodo centrale delle priorità individuate dai tre governi sarà la creazione di una domanda stabile per acciaio, cemento e materiali a basse emissioni, con etichette trasparenti, regole comuni e un maggiore uso degli appalti pubblici per premiare chi investe nel verde. Il documento propone l’introduzione di criteri comuni e trasparenti per la misurazione delle emissioni lungo le catene del valore, prevenendo fenomeni di greenwashing o elusione normativa nei Paesi terzi. Le etichette volontarie sulla “carbon footprint” dei prodotti, già in fase di sviluppo presso la Commissione, dovrebbero diventare strumenti strategici per incentivare i prodotti a bassa impronta di carbonio.

L'IDAA che la Commissione europea lancerà a breve dovrebbe anche rappresentare un'opportunità per la realizzazione delle infrastrutture essenziali per la decarbonizzazione. Al tempo stesso, è indispensabile affrontare il nodo del costo dell’energia per l'industria in particolare quella ad alta intensità energetica, che in Europa resta strutturalmente più alto rispetto ad altri competitor come Stati Uniti o in Asia. Servono interventi immediati per garantire prezzi più competitivi, migliorando l’accesso alle fonti rinnovabili e abbattendo gli oneri di rete, in particolare per le imprese energivore.

L’Industrial Decarbonization Accelerator Act dovrebbe, inoltre, puntare alla compensazione dei costi indiretti derivanti dal carbonio, che dovrà essere estesa oltre il 2030 e allargata a tutti i comparti industriali strategici. Oltre ai settori già inclusi, la proposta mira a coinvolgere industrie fondamentali come carta, vetro, ceramica, cemento, chimica e batterie. Una misura necessaria per evitare distorsioni nel mercato interno e garantire condizioni di concorrenza eque tra le imprese europee.

Infine, viene ribadita la necessità di proteggere l’industria europea dalla crescente sovracapacità produttiva globale, che rischia di riversarsi sul mercato europeo con effetti distorsivi. In questo contesto si collocano le proposte italiane già avanzate a Bruxelles, tra cui la revisione del CBAM – il meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere – e l’istituzione, a partire da gennaio 2026, di uno strumento di salvaguardia per l’acciaio, volto a difendere un settore strategico dalle pratiche sleali di dumping ambientale e industriale. (30/09/2025-ITL/ITNET)



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