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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - SVIZZERA - AL LOCARNO FILM FESTIVAL "SHE" DOCUMENTARIO DEL REGISTA PARSIFAL REPARATO SUL POLO INDUSTRIALE DI BAC NINH IN VIETNAM DOVE VIVONO E LAVORANO 100.000 PERSONE NON ROBOT.
(2025-07-15)
Sarà presentato in prima mondiale alla Semaine de la Critique del prossimo Locarno Film Festival SHE , il film documentario di Parsifal Reparato , prodotto da AntropicA , PFA Films, Les Films d'oeil Sauvage e Luce Cinecittà. Un film che squarcia il velo di una contemporaneità abnorme e nascosta, raccontando il polo industriale dell'elettronica di Bac Ninh, in Vietnam, uno dei più grandi al mondo. Un cosmo in cui vivono e lavorano 100.000 persone, di cui l'80% della manodopera è composta da donne, governato da un sistema basato sullo sfruttamento intensivo delle vite, del sacrificio del tempo e delle soggettività delle operaie, sulla perdita della cognizione del tempo, dei bisogni, dei diritti.
Una condizione rappresentata attraverso l'anonimato di volti e corpi, e un dispositivo cinematografico di grande forza. Una umana tomba, toccante, gelida e recuperante calore, che non riguarda un altrove fantascientifico, anche se le condizioni sembrano restituirlo, ma parla di un presente in cui i robot che costruiamo sono già le persone che rischiamo di diventare.
"SHE è un film sulla resistenza nascosta, sul diritto a esistere come persone, non solo come forza lavoro. Ma è anche una proposta: quella che le operaie hanno messo collettivamente in scena può essere l'inizio di una nuova storia." afferma il regista Parsifal Reparato.
Nel 2022 SHE ha ricevuto 3 premi al Sunny Side of the Doc (Miglior Global Issues Pitch, Movies that Matter, Impact Social Club), 2 premi a Visioni Incontra (BioToB, DocXChange) e ha vinto il Premio Solinas (Miglior Documentario); è stato selezionato per FIFDH 2023 a Ginevra, per costruire una campagna di impatto sociale mondiale sui diritti dei lavoratori. L'ILO, Organizzazione Internazionale del Lavoro patrocina il film e la campagna di impatto sociale.
SINOSSI SHE sono le voci ei corpi che compongono la narrazione del lavoro operaio nel parco industriale ell'elet-tronica di Bac Ninh, in Vietnam, uno dei più grandi al mondo. Qui lavorano circa 100.000 persone. La manodopera di base è costituita per l'80% da donne che fanno turni di 12 ore, di giorno e di notte, con ritmi durissimi garantiti da una ferrea disciplina ed un controllo capillare, dentro e fuori dalle fabbriche.
LEI è donna, giovane, madre, figlia, sposa, single, migrante e stanziale: le protagoniste sono diverse ma legate dallo sfruttamento di ogni giorno, dall'incapacità di soddisfare i propri sogni,dalla fatica di coltivare legami e ambizioni. SHE è un racconto corale, in cui i corpi delle operaie si rivelano pezzo dopo pezzo, attraverso gesti quoti-diani e rari momenti di tempo libero, nell'anonimato che garantisce la libertà di raccontare le condizioni di lavoro e di sopravvivenza di ciascuna. L'impossibilità di raccontare ciò che accade in fabbrica diventa l'opportunità per dare vita ad un esperi-mento di messa in scena unica. All'interno di uno spazio simbolico, in una zona franca, le protagoniste si incontrano e mostrano ciò che quotidianamente si consuma nel silenzio della catena di montaggio. Il confronto, il dialogo, la vicinanza tra di loro, impossibile nei tempi della vita reale scanditi dalla fabbrica, apre riflessioni a un'altra consapevolezza: il cerchio delle donne in fabbrica può essere un nuovo potente inizio.
DALLE NOTE DI REGIA L'ossatura del documentario è costituita su tre livelli: 1) il sobborgo industriale, in cui abitano le operaie; 2) la famiglia di T? , in un remoto villaggio tra le montagne del nord del Vietnam, da cui emergono le contraddizioni che consumano le relazioni familiari delle operaie; 3) un laboratorio performativo segreto, in cui le operaie mettono in scena per 12 ore consecutive ciò che accade quotidianamente nei lunghissimi turni da 12 ore in fabbrica. Le tute da lavoro diventano in questo laboratorio strumento per garantire l'anonimato e dettare la cifra stilistica del documentario. Lo spazio surreale, completamente nero ed i riferimenti simbolici alla fabbrica sono una denuncia esplicita contro l'impossibilità di guardare e raccontare cosa accade alla catena di montaggio.
Il limite della censura, imposto dalle grandi multinazionali, si trasforma così in uno strumento creativo per dare voce e visibilità a chi ogni giorno lavora, si consuma, si infortuna ed a volte muore, vessato dai ritmi della iperproduttività impostato da un modello di progresso che non è sostenibile per nessun corpo umano. ------------------------------------------------------------- LEI - crediti Regia Parsifal Reparato Soggetto Michela Cerimele, Parsifal Reparato Trattamento Michela Cerimele, Emma Ferulano, Parsifal Reparato Musica François Giesberger Montaggio Alice Roffinengo , Armando Ventriglia Consulenza montaggio Lizi Gelber , Aline Hervé Fotografia Lorenzo Casadio Vannucci, Parsifal Reparato Fonico Hoàng Thu Thu? Produzione AntropicA , Les Films de l'Oeil Sauvage , PFA Films , Luce Cinecittà Con la partecipazione di: France Télévisions In associazione con: Piccola Grande Storia Con il supporto di: CNC, Ministero della Cultura DG Cinema, INPS Fondo PSMSAD, Impresa Formativa FSE 2014–2020, Taiwan Foundation for Democracy, CGIL, Région Provence-Alpes-Côte d'Azur Lingua originale: Vietnamita PARSIFAL RIPARATO: è nato a Napoli nel 1985. Regista, produttore, antropologo e giornalista. I suoi lavori sono sempre accompagnati da approfondite ricerche etnografiche ed una visione sensibile ai temi di giustizia sociale, diritti umani ed ecosostenibilità. Ha vissuto e condotto ricerca sui diritti dei lavoratori in Vietnam negli ultimi 12 anni.
FILMOGRAFIA: - 2011, Mas allá de la Santería , 30', sulla prevenzione dell'HIV e pratiche terapeutiche nella Santeria cubana. - 2012, Villa villa Vigna 12', su biodiversità e scelte di vita alternative alla città (premiato dal Ministero dell'Agricoltura). - 2015, coregia Rezeki , 45', sui minatori d'oro e pietre preziose a Sumatra, progetto sostenuto da SEATIDE e Università di Milano Bicocca. - 2015, Chikù, 7', un premiato reportage edito su Repubblica TV, sull'omonimo ristorante italo-rom a Napoli. - 2017, co-regia Underground Harvest, 54', sulle miniere di Sumatra. - 2017, Dita agili, 52' , sulle operaie vietnamite. È il documentario italiano prodotto nel 2017 più premiato nei festival internazionali. - 2018, dirige l'unità italiana de El camino de Santiago, sulla sparizione e la morte del giovane attivista argentino Santiago Maldonado, in Argentina. - 2020, Il banditore, 14', sull'arte come risposta alla malattia mentale.
Parsifal è anche giornalista free lance e ricercatore. Collabora con diverse riviste. Dal 2008 al 2013 ha pubblicato saggi sulle seconde generazione di immigrati a Roma. Il saggio “Integrazione della comunità Mandinga in un quartiere napoletano”, pubblicato dal Museo Casa de Africa a L'Avana, Cuba. La tesi "Esperienza di malattia e percorsi terapeutici nella Santeria cubana sull'HIV/aids. Una prospettiva di antropologia visiva". Ha collaborato a diversi documentari distribuiti internazionali da diverse emittenti, come RaiStoria, RaiDoc, Artè, FAO. (15/07/2025-ITL/ITNET)
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