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IMPRESE ITALIANE NEL MONDO - STATI GENERALI INDUSTRIA: "VERSO UN'EUROPA PiU' COMPETITIVA. INNOVAZIONE, SOSTENIBILITA' E POLITICHE INDUSTRIALI" - MIN.URSO (MIMIT):" CI AUGUREREMMO ISTITUZIONI UE MAGGIORMENTE ASSERTIVE"

(2025-05-12)

Al centro dell'attenzione dell'Hub europeo a Roma il 12 maggio gli STATI GENERALI DELL’INDUSTRIA 2025, nati con l’obiettivo di creare un confronto di alto livello tra i decisori politici europei, nazionali e locali, e gli operatori del settore, al fine di definire una strategia comune per affrontare le nuove sfide.

Un confronto su temi chiave come la competitività industriale, l’innovazione e la sostenibilità, il commercio internazionale e le barriere tariffarie, nonché le politiche finanziarie necessarie a sostenere la crescita del settore manifatturiero e tecnologico. Un impegno condiviso tra istituzioni, imprese e associazioni di categoria è essenziale per garantire un futuro industriale solido e competitivo per l’Italia e l’Europa.

L’industria rappresenta da sempre un pilastro fondamentale dell’economia italiana ed europea, contribuendo in modo significativo al Prodotto Interno Lordo (PIL) e all’occupazione.
In Italia, il settore manifatturiero incide per circa il 16% del PIL, posizionando il Paese tra le principali economie industriali dell’Unione Europea. L’Italia è leader in diversi comparti, tra cui automotive, meccanica, chimica, farmaceutica e agroalimentare, e si distingue per la qualità del suo tessuto produttivo, caratterizzato da un equilibrio tra grandi gruppi multinazionali e una rete capillare di piccole e medie imprese (PMI).

A livello europeo, il settore industriale rappresenta circa il 20% del PIL dell’Unione Europea, con una forte concentrazione in paesi come Germania, Francia e Italia, che insieme costituiscono il cuore manifatturiero dell’UE.
Il Rapporto Draghi ha evidenziato l’urgente necessità di rafforzare la competitività dell’industria europea, promuovendo riforme strutturali e investimenti mirati per stimolare l’innovazione, far scendere il prezzo dell’energia, migliorare la produttività e garantire un accesso equo ai mercati internazionali.

La guerra commerciale, scatenata dalle misure aggressive protezionistiche introdotte dall’amministrazione Trump hanno, però, contribuito ad un quadro di ulteriore incertezza e rappresentano una sfida diretta per le imprese europee. Queste misure impongono una revisione delle strategie di internazionalizzazione e una maggiore cooperazione tra i paesi membri per garantire un mercato interno più resiliente e meno esposto alle oscillazioni geopolitiche.

"Il Parlamento europeo, le Commissioni, le Istituzioni europee nel delineare la politica industriale, energetica e commerciale assumono, quindi, un ruolo decisamente importante in un contesto come quello attuale in cui si ridisegnano le regole del commercio mondiale e si mettono in discussione ancor più la competitività, la resistenza e la capacità di reazione del nostro continente europeo." ha affermato il Ministro per le Imprese ed il Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo all'incontro europeo.

" Per quanto ci riguarda abbiamo sviluppato una strategia di politica industriale ed energetica che alla luce  delle competenze nazionale e di politica commerciale  e delle competenze europee  abbiamo poi definito in maniera più compiuta nel libro verde sulla polistrategia industriale, presentato al Cnel nel  settembre dello scorso anno, e poi con un confronto diretto con 500 stakeholder, ovviamente il primo fra tutti il Parlamento nazionale, ma anche le regioni, le associazioni d'impresa, i sindacati i principali autori del
sistema produttivo del nostro paese pubblici istituzionali e privati.

Al termine di questa consultazione pubblica stiamo realizzando il libro bianco sulla strategia industriale per definire quello che a nostro avviso deve essere l'impegno del nostro governo con una prospettiva di continuità.
L'abbiamo chiamato libro bianco made in Italy 2030  con una visione strategica ultracennale che deve coniugarsi con la politica industriale europea. Per questo stiamo aspettando, nel completare il processo e nel presentare il documento ai tanti attori che lo attendono, che si sia meglio individuato il percorso che sarà realizzato nei prossimi mesi della nuova legislatura europea, affinché i due percorsi siano pienamente in sintonia.

In questo libro bianco Made in Italy 2030 abbiamo individuato 10 filiere strategiche del Made in Italy le cinque tradizionali: alimentari abbigliamento arredo automazione e automotiv non tutte completamente performanti - mi riferisco soprattutto all'ultima quella dell'automotive,  ma a quelle che hanno contraddi-stinto la capacità del nostro paese di competere a livello globale: appunto alimentazione abbigliamento arredo automazione /macchinari e automotivi una volta simbolo dell'industria italiana.

Accanto a queste, che comunque permangono chi con nuove capacità di crescita chi in una fase di resi-lienza o di resistenza, ve ne sono altri che abbiamo individuato in crescita significativa. In modo specifico altre cinque. Mi riferisco alla farmaceutica, alla scienza della vita che poi in questa fase manifesta le migliori performance di crescita interna e internazionale.  Mi riferisco alla Blue Economy con la cantie-ristica, mi riferisco alla spesa economic con l'aerospazio: due comparti del futuro su cui il nostro paese può , anche sulla base del passato particolarmente performante,  individuare delle linee di crescita significative e strutturali.
Mi riferisco ovviamente anche a due comparti che sono in sintonia con le peculiarità del nostro territorio e sull'immagine che il nostro paese ha, cioè l'industria creativa e culturale che comunque sono una forza del Made in Italy per l'immaginario che esso riesce a manifestare nel mondo ed al turismo e all'acco-glienza anch'esso sicuramente un comparto di in crescita peculiare alle nostre capacità produttive e sociali.

Su base di questo documento strategico di politica industriale abbiamo incalzato le istituzioni europee sin dall'inizio della legislatura a cambiare la politica industriale energetica dell'Europa e nell'ultima fase nello scorso anno con alcuni documenti di indirizzo strategico  al centro del percorso riformatorio  dell'Europa Europa.

Siamo convinti che vada ben definita una grande piattaforma riformatrice in Europa che possa utilizzare il competitive Compass certamente il Clean Industrial Deal, i piani europei settoriali come quelli dell'auto-motive, della sidurgia e della chimica, e sicuramente il processo di semplificazione, di sburocratizzazione che già parzialmente contenuto nell'omnibus delle semplificazioni, che noi vorremmo fosse ancora più ambizioso.
Per questo abbiamo presentato come ministero delle imprese del made.it sette documenti di reindirizzo strategico al Consiglio, alla Commissione  Europea, alcuni dei quali oggi indirizziamo al dibattito all'interno della Commissione. Mi riferisco certamente al non paper sulla revisione del SIBAM cioè del meccanismo di aggiustamento del carbone alle frontiere per rendere competitive le industrie energetiche come la siderurgia e la chimica ma anche il vetro e la carta nel percorso di decarbonizzazione necessario.

Mi riferisco appunto al documento sulla semplificazione sulla sburocratizzazione che spero trovi maggiore riscontro anche nell'omnibus delle semplificazion.

Mi riferisco ai documenti settoriali sulla chimica sulla sidurgia sulla microelettronica sullo spazio per chiedere alla Commissione Europea una legge sullo spazio che tenga conto, tra l'altro, di quello che proprio l'Italia ha fatto con la sua prima legge nazionale sullo spazio che ora è alla definitiva approvazione da parte del Senato e della Repubblica. Documenti di indirizzo strategici che a nostro avviso possono aiutare e contribuire e indirizzare per quanto possibile il dibattito in sede europeo.

Augureremmo che la Commissione e le istituzioni europee fossero più assertive, per esempio su quello centrale della revisione del settore delle auto Come sapete il Parlamento europeo ha votato quello che è un punto fondamentale del nostro non paper, poi recepito dalla Commissione, cioè la rimozione dell'osta-colo delle supermulte che sarebbe stato insormontabile per le industrie automobilistiche europee se
davvero avesse comportato una multa pari a 17 miliardi di euro nell'arco di quest'anno, proprio mentre le imprese devono realizzare gli investimenti per recuperare competitività rispetto a imprese automobili-stiche di altri continenti.
Il meccanismo che è stato individuato è quello di spalmare nei 3 anni successivi queste eventuali misure e mi riferisco alla decisione che ha già preso la Commissione di anticipare a quest'anno la revisione del regolamento sulla CO2  il cui inizio era invece previsto per la fine del prossimo anno.
Due sono le precondizioni che noi avevamo chiesto con il nostro non paper la Commissione per poi fare davvero una riforma. Ma sono solo le condizioni. La condizione era quella di rimuovere l'ostacolo fonda-mentale delle supermulte diversamente avrebbe collassato del tutto l'industria automobilistica europea e di anticipare la revisione in modo da realizzarli in tempo ancora congruo per salvare l'industria dell'auto europea.

Poi bisogna però fare le riforme e mi riferisco in modo specifico  proprio a quella all'argomento che riguarda la neutralità tecnologica.  E proprio stamattina ho letto un non so se sia vero e fino a che punto poi le notizie si sommano sulla  possibilità molto significativa che unindustria automobilistica di altri continenti si realizzerà nel campo dell'idrogeno. Impegno che  riteva particolarmente innovativa rispetto a quello dell'elettrico ma vedremo le tecnologie. A nostra avviso vanno utilizzate tutte senza una preventiva scelta ideologica che ha accecato la ricerca, la scienza e la tecnologia della nostra Europa.

In questo percorso riformatorio verso una piena neutralità tecnologica, che noi vogliamo applicare in ogni ambito, l'Italia è sicuramente il paese che ha meglio compreso quale sia il percorso da indicare alla Commissione e alle istituzioni europee In questo quadro voglio dire che noi siamo il paese che ha anche meglio utilizzato lo strumento europeo degli PCI.

Noi siamo l'unico paese che ha partecipato a tutti i progetti autorizzati sin dal 2018 e abbiamo deciso recentemente insieme al Ministero dell'Ambiente dell'Energia di assumere anche un ruolo di co-leadership insieme alla Francia - che ovviamente ne è leader- ed alla Romania per la costruzione di un nuovo e ambizioso progetto teso a promuovere lo sviluppo di nuove tecnologie nucleari.
Su questo le imprese italiane sono pronte con progettualità di ottimo livello perché riteniamo che insieme allo sviluppo massivo performante delle energie rinnovabili del nostro paese debba essere sviluppato anche uno sviluppo dell'energia nucleare di nuova generazione che poi nel tempo possa sostituire le altre forme di energia nel percorso verso la piena decarbonizzazione. Solo l'energia nucleare di nuova genera-zione ai fini industriali può completare la produzione di energia rinnovabile garantendo un approvvigio-namento a costi certi, misurabili nel tempo, e sicuramente competitivi rispetto a altre forme energetiche.

Per questo riteniamo di completare anche questo processo che è importante e fondamentale per contri-buire a realizzare nell'Unione Europea nella nostra Unione Europea una compiuta politica energetica che garantisca l'autonomia e la sovranità nella produzione energetica del nostro continente anche rispetto ai rischi dei nuovi assetti geopolitici e che nel contempo  possa possa garantire una competitività del nostro sistema industriale che deve essere anche soretto con una politica industriale assertiva da parte della Commissione.

Di qui il processo di revisione che vogliamo implementare e accelerare e completare già nei prossimi
mesi e che sia tutto ciò sorretto anche da un'adeguata politica commerciale che tuteli il mercato interno, la produzione interna rispetto alla concorrenza od anche quando necessario dalla sovraproduzione di altri continenti che potrebbe mettere a rischio la competitività interna delle nostre imprese.  Su questo per-corso il governo italiano è consapevole, responsabile e determinato." ha concluso il Ministro Urso. (12/5/2025-ITL/ITNET)

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