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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - GERMANIA- DESIGNER ITALIANI AL BROHAN MUSEUM DI BERLINO AL CENTRO IL GRUPPO ALCHIMIA E MEMPHIS
(2025-04-28)
Al Bröhan Museum, il museo del design di Berlino si rende onore ai designer milanesi degli anni ‘80 dei Gruppi Alchimia e Memphis. L'iniziativa -che ha il patrocinio congiunto del Presidente federale Frank-Walter Steinmeier e del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella- visitabile fino al 7 settembre 2025 - è la prima grande retro-spettiva di questo movimento del XX° secolo, che ha riunito i più importanti designer di quel periodo, tra cui Alessandro Guerriero, Alessandro Mendini, Ettore Sottsass, Andrea Branzi, Lapo Binazzi e altri.
Se il Bauhaus e il modernismo tedesco sono stati le pietre miliari della prima metà del secolo, Alchimia rappresenta il punto di svolta principale della seconda metà del secolo.
Nella seconda metà degli anni Sessanta si sviluppano in rapida successione tutta una serie di gruppi di designer, come Archizoom e Superstudio
Lo Studio Alchymia,poi rinominato Studio Alchimia,venne fondato a Milano nel 1976 dai fratelli Alessandro e Adriana Guerriero con l'intenzione di «materializzare in essere qualcosa di inesistente». Secondo Alessandro Guerriero, Alchimia è «la ricerca di un principio unificante, il progetto di un universo che contiene tutte le cose, dal greco fondere, colare insieme» per creare «oggetti di funzione ed emozione».
Lo Studio, che era organizzato da Adriana Guerriero, Tina Corti e Donatella Biffi, comprendeva Alessandro Mendini, Bruno Gregori, Giorgio Gregori, Arturo Reboldi, Pier Carlo Bontempi e Carla Ceccariglia.
Lo Studio Alchimia presentò il suo primo gruppo di mobili alla mostra Bau.Haus uno nel 1978. Nel corso della kermesse, vennero esibite le creazioni di Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrea Branzi, Trix & Robert Haussmann, UFO, Michele De Lucchi e Paola Navone.
Agli inizi degli anni ottanta, lo Studio Alchimia guadagnò notorietà a livello internazionale. Vengono considerati tra i gruppi di avanguardia post-radicali più attivi nonché il principale gruppo di design dell'epoca. Nel 1980 tennero una rassegna chiamata Bau.Haus due, dove figuravano le creazioni tessili di Daniela Puppa. Lo stesso anno presero parte alla Triennale di Milano, al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, alla Galleria d'Arte Moderna di Milano e alla Biennale di Venezia.
Nel 1981 lo Studio vinse il premio Compasso d'oro nella categoria "Ricerca".
I membri dello Studio Alchimia tennero seminari, produssero opere d'arte decorative, di performance art e architettoniche, video sperimentali, progetti di abiti, scenografie teatrali e design di prodotti.
Il gruppo cessò di esistere nel 1992 su decisione di Alessandro Guerriero.
Nel 2011 le opere del gruppo vennero presentate alla mostra Postmodernism: Style and Subversion 1970-1990, tenuta al Victoria and Albert Museum di Londra.
Pr i designer di Alchimia " l'intera vita doveva diventare un'opera d'arte totale. Con i suoi progetti, Alchimia ha propagandato una contro-realtà, una diversa concezione del mondo. È un mondo pieno di allegria, di colori e di estetica che intende illustrare un'altra realtà possibile.
La mostra di Berlino sarà successivamente esposta all'ADI Design Museum di Milano.
Con il patrocinio congiunto del Presidente federale Frank-Walter Steinmeier e del Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella
Memphis, noto anche come Gruppo Memphis, Memphis Design o Memphis Milano, è stato un collettivo italiano di design e architettura fondato da Ettore Sottsass, attivo tra il 1981 e il 1987.
Il gruppo emerse come uno dei massimi esponenti della scena postmodernista degli anni 80 del XX secolo, grazie a progetti audaci che traevano spunto dal design passato e presente; suoi tratti distintivi furono il ricorso a colori vivaci e forme geometriche, con un sapiente recupero del kitsch.
La genesi di Memphis affondò le sue radici nell'approccio sperimentale al disegno industriale che Ettore Sottsass e Michele De Lucchi avevano portato avanti, alla fine degli anni 70 del Novecento, durante la loro esperienza all'interno dello Studio Alchimia e la contemporanea vicinanza ai concetti del design radicale. Il collettivo vero e proprio nacque da un incontro informale organizzato da Sottsass nella sua casa milanese l'11 dicembre 1980, per discutere generalmente di nuove forme espressive legate al design; assieme a De Lucchi, parteciparono all'invito i colleghi Aldo Cibic, Matteo Thun, Marco Zanini e Martine Bedin. Insieme, decisero di creare un gruppo di lavoro come reazione allo stile che aveva caratterizzato il design degli anni 70, molto minimalista, ritenuto senza personalità e contraddistinto da un aspetto patinato nonché da colori poco brillanti, nero in primis.
Il nome del gruppo venne ispirato da una canzone di Bob Dylan, Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again, più volte ascoltata nella serata, e che durante la riproduzione si era inceppata proprio sulla frase «with the Memphis Blues Again»; e venne scelto per le sue diverse implicazioni, dato che era sì il nome della città natale di Elvis Presley (Memphis) ma anche della capitale dell'Antico Egitto (Menfi), evocando così delle ironiche suggestioni tra alta e bassa cultura.
Al successivo incontro, avvenuto nel febbraio 1981, i membri del gruppo si presentarono con un centinaio di proposte inerenti mobili e altri oggetti, tutti con linee audaci e molto colorati. L'ispirazione venne da movimenti come l'art déco e la pop art, il kitsch degli anni 50 e da temi futuristi, oltreché dalla società di massa e dalla vita quotidiana: i loro concetti erano in netto contrasto con il cosiddetto good design. Del gruppo facevano parte, tra gli altri, architetti e designer quali Alessandro Mendini, Andrea Branzi, Nathalie du Pasquier, Michael Graves, Hans Hollein, Arata Isozaki, Shir? Kuramata, Javier Mariscal e George Sowden, oltre alla giornalista Barbara Radice.
Memphis, che intanto aveva eletto Ernesto Gismondi suo presidente, entrò quindi in contatto con aziende produttrici di mobili e ceramiche e, il 18 settembre 1981, tenne la sua prima mostra alla galleria Arc '74 di Milano, in cui vennero esposti orologi, mobili, lampade e oggetti in ceramica; tra i più noti, le librerie Carlton e Casablanca nonché l'armadio Beverly dello stesso Sottsass, le sedie Oberoi di Sowden e la lampada Super lamp di Bedin. Nello stesso anno il gruppo pubblicò anche un libro, Memphis, The New International Style, che ne illustrava l'attività e la filosofia, e contestualmente iniziò a esporre in mostre organizzate in tutto il mondo da Radice, nel frattempo divenuta direttore artistico del gruppo.
Molti degli oggetti erano rivestiti in laminato plastico, materiale considerato povero e scelto apposita-mente per la sua "mancanza di cultura"; il collettivo faceva anche ampio uso di vetro, e combinava il tutto con colori accesi e vivaci, texture e decorazioni volte a generare ottimismo. I suoi oggetti erano voluta-mente "non intellettuali", ma una celebrazione invece della normalità e della banalità in una società di massa.
Tra gli addetti ai lavori, il percorso intrapreso da Memphis produsse reazioni contrastanti, mentre il pubblico accolse positivamente le sue manifestazioni postmoderniste, in perfetta sintonia con la cultura post-punk dei primi anni 80 che trovò germinazione anche nell'arte e nell'architettura di quel decennio. A differenza del freddo "buon gusto" fin lì imperante con il modernismo, il nuovo e vivace linguaggio di Memphis colpì l'opinione pubblica, guadagnandosi l'attenzione e le copertine delle maggiori riviste del pianeta.
Nonostante il successo, il movimento era stato concepito fin dal principio come un qualcosa di fugace e senza futuro. Sottsass lasciò il collettivo da lui fondato già nel 1985[5] e, una volta esaurito il suo scopo – ovvero quello di contrastare con uno stile molto aggressivo il design minimale dell'epoca, influenzando lo sviluppo di quello moderno –, il gruppo si sciolse definitivamente nel 1988.
La breve esperienza di Memphis rimane comunque una tappa importante nel processo d'internazionaliz-zazione del postmodern, avendo dato il "la" a un'intera generazione di designer poi rimasta alla ribalta nei decenni successivi. Gli oggetti prodotti dal collettivo sono tuttora ambiti dai collezionisti, tra cui vi era lo stilista Karl Lagerfeld, e il disegno dei suoi oggetti continua a essere fonte d'ispirazione nei più svariati campi, in particolare nel design della moda – come accaduto per le collezioni di Christian Dior (2011), Missoni (2015) e Valentino (2017). (28/04/2025-ITL/ITNET)
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