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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - A WASHINGTON I BOZZETTI D'ARGILLA DI CANOVA. "LI CONSIDERAVA QUALCOSA DI MOLTO PERSONALE ED ERA SOLITO REGALARLI A PERSONE A LUI VICINE" SOTTOLINEA C.D. DICKERSON, SENIOR CURATOR ALLA NATIONAL GALLERY.

(2023-05-15)

  “Nel 2012 avevo curato la mostra sulle sculture in terracotta del Bernini che era stata allestita sia al Kimbell Art Museum a Fort Worth che al Metropolitan Museum a New York. La rassegna stava per chiudere quando io e i miei collaboratori ci siamo chiesti quale poteva essere il nostro prossimo progetto espositivo, sempre uno scultore importante che aveva lavorato con l’argilla. E la risposta naturale ed unanime fu: Canova! Sapevamo bene che i suoi bozzetti in argilla erano per maestria equiparabili a quelli del Bernini, scoprimmo presto però che averli in prestito non sarebbe stato facile.

La maggior parte di questi lavori e’ conservato alla Gipsoteca e Museo Antonio Canova a Possagno e in quel periodo non fu possibile stabilire un contatto con il direttore,” afferma in una intervista in anteprima ad Italian Network, C.D. Dicker-son curatore della mostra "Canova: Sketching in Clay” in programma alla National Gallery of Art di Washington dall'11 giugno al 9 ottobre 2023.

"Dopo qualche anno però" la situazione cambiò: il Museo Canova si stava aprendo a prestiti internazionali tanto che nel 2018 aveva contribuito alla mostra su George Washington alla Frick Collection a New York inviando il gesso e alcuni disegni preparatori della scultura***. A quel punto il nostro progetto espositivo sulle terrecotte di Canova venne accettato con entusiasmo e iniziammo a lavorare. Considerato anche lo stop dovuto alla pandemia - la rassegna era inizialmente programmata per il 2020 - ci sono voluti piu’ di dieci anni per tradurre questa idea iniziale in una mostra,” continua Dickerson,  che ha curato l'esposizione insieme a Emerson Bowyer, Searle Curator della Sezione di Pittura e Scultura Europea all’Art Institute di Chicago.

"La rassegna sarà  per molti una sorpresa: se di Canova (1757-1822) tutti apprezzano i suoi marmi sensuali e levigati, pochi conoscono la sua fragile produzione in argilla. E questo è ancor più vero per gli Stati Uniti dove le sue terrecotte sono state raramente esposte. Sono lavori che rivelano molto dei suoi processi creativi, modelli che talvolta l’artista realizzava per dare al committente un'idea di come sarebbe stata l’opera finale. Bozzetti che venivano eseguiti nelle stanze private del suo studio a Roma e ci svelano un Canova diverso, impetuoso, audace.

"Con questa mostra, la piu’ grande mai allestita negli Stati Uniti su questo scultore, scopriamo che ci sono due Canova. C'è un Canova che amava l’argilla, un materiale che gli offriva la possibilità di esplorare le sue idee, di sperimentarle. In questi lavori che l'artista realizzava velocemente, in mezz'ora o poco più, si distinguono le impronte delle sue dita, si percepisce il tocco vitale, palpitante.
C’è, poi, il Canova che doveva soddisfare le numerosissime commissioni di un pubblico internazionale che lo considerava una sorta di nuovo Fidia e richiedeva marmi di assoluta perfezione.
In questo artista convivono, dunque, due diversi aspetti: il Canova intimo, privato, che amava vivere in un posto tranquillo, disegnare ed esprimersi con l’argilla ed il Canova pubblico, nel cui studio lavoravano decine di persone, che conosceva le aspettative dei suoi committenti  "solo marmi meravigliosi, perfetti", commenta  Dickerson, che dal 2022 e’ Senior Curator della Sezione di Arte Americana e Europea alla National Gallery di Washington.

“Canova- aggiunge - considerava i bozzetti come qualcosa di molto personale ed era solito regalarli agli amici, alle persone che gli erano piu’ vicine. E proprio per questo motivo la maggior parte di questi modelli sono andati dispersi. Riteniamo che ne abbia eseguiti centinaia, se non migliaia, ma ne sono arrivati a noi ben pochi,” afferma sottolineando la grande generosità della Gipsoteca e Museo di Possagno nel prestare i venti di questi bozzetti.

Allestita secondo un filo tematico, la rassegna propone quasi una cinquantina di opere tra cui 37 terrecotte, 7 gessi e 3 grandi marmi.
“Non avendo molte opere della sua giovinezza, abbiamo preferito un approccio tematico, ricreando quando possibile la sequenza creativa: prima la terracotta poi il gesso e/o la scultura in marmo. Il percorso si apre con la sezione dei ritrat-ti, per poi passare a quella dedicata alla mitologia ed a seguire la parte religiosa con monumenti funerari come quello pensato per Tiziano."

"Chiude la mostra il film, commissionato per questo evento espositivo, che illustra il modo in cui Canova creava le sue opere, partendo dal bozzetto passando per il gesso per arrivare infine alla realizzazione della scultura in marmo,” spiega C.D. Dickerson.
Oltre ad alcune notevoli terrecotte come la Testa di Medusa, Pyrrhus che sacrifica Polyxena e il gesso di George Washington, tutte in arrivo da Possagno, è da segnalare lungo il percorso "Madame Mere" ovvero Letizia Ramolino Buonaparte, di cui la rassegna propone non solo due modelli in terracotta ma anche il gesso e la versione in marmo della Devonshire Collections a Chatsworth in Gran Bretagna.
Stessa successione per la Maddalena Penitente di cui si puo’ ammirare il bozzetto, il gesso e il marmo, quest’ultimo prestato dai Musei di Strada Nuova di Genova.
E ancora due versioni de Le tre Grazie in terracotta, la prima dal Museo di Belle Arti di Lione e la seconda dai Musei Civici di Bassano del Grappa; la Terpsicore in marmo dal Cleveland Museum of Art; e le tre versioni in terracotta di Adamo ed Eva che compiangono Abele morto di cui una da Possagno e le altre due dai Musei Vaticani. Queste ultime espressamente restaurate per la mostra di Washington. Ed, infine, dall’Accademia Tadini a Lovere, Religione, in terracotta, legno e cera, allestita accanto all'enorme testa di Religione proveniente sempre da Possano.

“Nel concludere, voglio sottolineare che Canova senza i suoi bozzetti in argilla, sarebbe stato uno scultore completa-mente diverso. Non sarebbe stato in grado di approfondire le sue intuizioni e di presentarle ai suoi committenti. E’ stato proprio grazie a questi modelli che è riuscito ad ottenere così tante importanti commissioni. Tutto e’ iniziato con l’argilla: e’ un elemento fondamentale nella sua produzione, anche se poi tutti associano il suo nome alle sculture in marmo” afferma C.D. Dickerson.

In occasione della mostra, e’ stato stampato un catalogo con saggi dei curatori e di studiosi. Da segnalare, fra gli altri, il contributo di Anthony Sigel che ha analizzato quasi tutte le terrecotte di Canova ricostruendone le tecniche e individuan-do, di volta in volta, tutti gli strumenti utilizzati. "Sinora nessuno aveva approfondito così dettagliatamente la produzione in argilla di Canova. E questo e’ decisamente un contributo rilevante,” conclude C.D. Dickerson.

La mostra, che vanta il patrocinio del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bicentenario della morte di Antonio Canova istituito dal Ministero Italiano della Cultura, sarà allestita anche all’Art Institute di Chicago dal 19 novembre 2023 al 18 marzo 2024.

***(ndr) Nel dicembre del 1815 la Camera ed il Senato della Carolina del Nord decisero di commissionare a Canova una statua a grandezza naturale di George Washington.
Lo scultore iniziò a lavorare alla statua nel suo studio a Roma nel 1817, realizzando disegni, bozzetti e un gesso. La statua in marmo venne terminata nel 1820 e arrivò a Raleigh, nella Carolina del Nord, nel 1821 dove venne installata nell’edificio del Senato. Dieci anni dopo, durante dei lavori, gli operai per errore diedero fuoco al tetto causando la distruzione dell’edificio e della scultura canoviana. Di questo lavoro sono rimasti i disegni e il gesso conservati a Possano. ( 15/05/2023-Letizia Guadagno- ITL/ITNT)

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