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DONNE - DISEGNO LEGGE FEMMINICIDIO - MIN.ROCCELLA "NOVITA' DIROMPENTE ANCHE DAL PUNTO DI VISTA CULTURALE." MIN.NORDIO "UNA GRANDE SVOLTA".MIN. PIANTEDOSI "L'IMPEGNO DELLE FORZE DI POLIZIA"
(2025-03-07)
"Abbiamo sempre messo al centro, fin dal dall'inizio del nostro mandato, la battaglia contro la violenza nei confronti delle donne abbiamo fatto un primo intervento legislativo che aveva degli elementi anche molto innovativi come l'arresto in flagranza differita e abbiamo cercato di intervenire proprio sulle misure cautelari, quindi sugli strumenti di prevenzione dei femminicidi che sono, però, diminuiti in misura molto lieve. Per cui abbiamo ritenuto fosse il caso di intervenire circoscrivendo la specificità del reato di femmi-nicidio, introducendo un REATO AUTONOMO DI FEMMINICIDIO nel codice penale, a conferma della speci-ficità della situazione del femminicidio rispetto all'omicidio. E ciò non per una maggiore gravità dal punto di vista etico ma proprio perché ha una diversità testimoniata dal numero di femminicidi ." ha affermato il MINISTRO PER LA FAMIGLIA, LA NATALITÀ E LE PARI OPPORTUNITÀ EUGENIA ROCCELLA presentando alla stampa il Disegno di Legge che definisce il femminicidio come reato autonomo (vedi https://www.italiannetwork.it/news.aspx?id=80762) . A tal riguardo il Ministro ha fatto presente la decisa asimmetria del reato fra uomini e donne specchio di una asimmetria molto più profonda molto più radicata nella storia umana cioè la asimmetria di potere fra uomo e donna, nelle relazioni private fra uomo e donna, la asimmetria nei confronti della Libertà femmi-nile del riconoscimento e del rispetto della Libertà delle donne , della Libertà di dire No, della Libertà di andarsene, di cambiare i propri sentimenti, e quindi anche nella propria volontà. Un punto fondamentale.
Femminicidio è una parola che usiamo abitualmente, per esempio nella titolazione della commissione bicamerale contro il femminicidio, nelle sentenze, ma fino ad ora non era mai entrata nel codice. Quindi è veramente una novità dirompente non solo dal punto di vista strettamente giuridico ma proprio dal punto di vista culturale, della cultura diffusa, del modo di concepire le relazioni uomo-donna" , ha dichiarato la Ministra lasciando la parola al collega della Giustizia Carlo Nordio.
Per il MINISTRO NORDIO IL DISEGNO DI LEGGE RAPPRESENTA UN "RISULTATO EPOCALE" perché il femminicidio viene questa volta inserito nell'ordinamento penale come fattispecie autonoma e questo anche da un punto di vista dogmatico oltre che etico e sociale costituisce "una grande svolta perché fino ad oggi si discuteva sul fatto di poter configurare questa particolare odiosa forma di reato come una circostanza aggravante del reato di omicidio. L'avere invece costituito una fattispecie autonoma da un lato ci esime da tutta una serie di problematiche tecniche che riguardano i bilanciamenti tra circostanze attenuanti e circostanze aggravanti ad effetto speciale ma soprattutto costituisce anche un riconoscimento penale di prima levatura, per cui altri tipi di reati da codice rosso (maltrattamenti, lo stalking, ecc. ) diventano circostanze aggravanti e quindi inaspriscono le pene rendendo più difficile un trattamento di indulgenza verso chi commette questi gravi tipi di reato".
"Un'altra novità molto importante - ha spiegato il Ministro Nordio - è l'attenzione che abbiamo riservato alla vittima o ai parenti della vittima, quando quest'ultima purtroppo è deceduta. Attenzione che si manifesta da un punto di vista formale e procedurale in varie fasi, in vari momenti, i più importanti dei quali sono: innanzitutto l'obbligo da parte del pubblico ministero di ascoltare direttamente i parenti della vittima senza poter delegare alla polizia giudiziaria. Cosa che non costituisce mancanza di fiducia nei confronti della PG ma che responsabilizza di più la magistratura verso ripeto una forma di aggressione e di vulnus nei confronti della donna che in questo caso merita l'intervento diretto della autorità requirente.
Un altro aspetto molto importante è quello della necessità di sentire la vittima sia quando si chiede un patteggiamento cioè quando il l'imputato è nella fase delle indagini preliminari che in fase più avanzata Nel primo caso non è un parere vincolante però è un parere che impone al giudice una particolare motivazione nel momento in cui dovesse disattendere un altro momento di intervento fondamentale della vittima o dei parenti in tutti i momenti in cui si parla di liberazione o di attenuazione delle misure nei confronti del del detenuto per questo tipo di reati, anche in questo caso è necessario ascoltare la vittima . Lo stesso per la modifica del trattamento penitenziario. In sostanza, voglio dire che complessivamente la figura della vittima o dei suoi parenti viene valorizzata in quanto essa interviene o è posta in condizione di intervenire efficacemente nella fase delle indagini od anche nella pagina successiva proprio perché di-venta a tutti gli effetti un protagonista della dialettica processuale. Vi sono poi altri interventi di natura sempre processuale e diciamo ordinamentale. Per esempio quella della necessità della Formazione culturale e professionale del magistrato proprio per evitare quella che si chiama vittimizzazione secondaria. Insomma è tutta una serie di norme, per quanto riguarda l'aspetto penale e procedurale, che inaspriscono certamente le pene peraltro già molto elevate, ma che soprattutto devono mandare un segnale di attenzione particolare da parte dello Stato nei confronti di questo feno-meno pernicioso e odioso del femminicidio. E nello stesso tempo però, dal punto di vista procedurale, danno maggiore importanza al ruolo della vittima o dei suoi familiari rispetto a quello che era previsto in precedenza.
Un lavoro storico da un certo punto, ha commentato il MINISTRO DELL'INTERNO MATTEO PIANTEDOSI segnalando gli aspetti riguardanti il dicastero dell'Interno ed il lavoro delle forze di polizia "che incrociano molto le questioni" evidenziate dal ministro Nordio. Ritengo importante, ad esempio, il riferimento fatto all'audi-zione non delegabile alla polizia giudiziaria da parte del pubblico ministero per alcuni reati importanti, come la responsabilizzazione dell'autorità giudiziaria a cui è affidato il coordinamento delle forze di polizia giudiziaria. In alcuni casi la presunzione di adeguatezza degli arresti domiciliari nella scelta delle misure cautelari che vengono applicate per una parte dei reati, quelli più gravi che compongono il catalogo più ampio dei reati di violenza contro le donne e violenza domestica. Insomma si si presume che la misura cautelare più appropriata quindi si inverte una sorta di ordine logico di ragionamento che l'autorità giudiziaria deve fare nell'applicare le misure di custodia cautelare in alcuni casi. E poi c'è il limite all'accesso ai benefici penitenziari per i reati di codice rosso.
Insomma è un intervento molto importante, come precisava il collega Nordio, perchè si inserisce nella scia di alcuni provvedimenti che a partire dal dal 202 con la L.168 noi abbiamo in qualche modo adottato per marcare una presenza molto forte su questo tema. E per quanto riguarda il mondo delle forze di polizia segnalo un forte impegno su questo tema che nasce da quell'intervento legislativo che fu fatto e che si protrae anche in questi anni.
L'occasione è utile per dare alcuni dati sull'impegno delle forze di polizia a prescindere dai profili giudiziari: nell'anno trascorso sono stati 1746 ammonimenti per stalking o Revenge porn, con un aumento del 44% dato che segna l'impegno ma anche la gravità del fenomeno. Insomma di questi casi 5858 sono stati gli ammonimenti adottati proprio per violenza in ambito domestico con un incremento del 126 % rispetto all'anno precedente. Sono stati 415 nel 2024 gli arresti in flagranza di ferita, grazie proprio a quelle disposizioni normative che adottammo con la Legge 168 del 2023. I braccialetti elettronici di cui tanto si è discusso attivati in chiave antistalking attualmente sono più di 5700 su un totale di 12.000 di impiego che viene fatto per le varie fattispecie che prevedono l'utilizzo di questo strumento. Ci tengo, infine, a segnalare la formazione crescente, progressiva e rafforzata delle forze di polizia sul piano della sensibilità. Oltre che sulla professionalizzazione specifica nel rapporto con le vittime con la crescente istituzione all'interno dei presidi di polizia di luoghi dedicati all'ascolto delle vittime, le cosiddette "stanze rosa". Ad oggi se ne contano 339 su tutto il territorio nazionale, 131 presso le questure dei Com-missariaio di pubblica sicurezza e 208 nelle caserme dell'Arma dei Carabinieri. Altre ne saranno progres- sivamente istituite.
E tutto questo andrà di pari passo con un crescente impegno anche in termini di formazione e di sensibilizzazione del personale operante perché le leggi sono importanti, le previsioni delle fattispecie giuridiche sono importanti, ma poi ci deve essere anche una professionalità specifica in casi come questi di particolare sensibilità e capacità di riconoscere il dramma anche umano si cela dietro questi eventi. (07/03/2025-ITL/ITNET)
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