Sponsor
|
ITALIANI. ITALIANI ALL'ESTERO - LEGGE DI BILANCIO IL SENATO APPROVA CON 110 SI, 66 NO E 2 ASTENUTI. RINVIO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI
(2025-12-23)
L'Assemblea del Senato, nella giornata di ieri, ha ripreso l'esame del ddl n. 1689 di "bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2026 e bilancio pluriennale per il triennio 2026-2028". Approvandola nella giornata odierna, con il rinvio alla Camera stante le modifiche, a saldo invariato, apportate da parte dello stesso Governo.
La manovra, come noto, è articolata in due sezioni: la prima reca le misure normative e finanziarie per il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica fissati dal Documento programmatico di finanza pubblica 2025, la seconda espone gli effetti sui saldi e gli stanziamenti a legislazione vigente.
Il percorso programmatico prevede una riduzione graduale dell'indebitamento netto dal 2,8 per cento del PIL nel 2026 al 2,3 per cento nel 2028, in coerenza con gli obiettivi approvati dal Parlamento. La legge fissa i livelli massimi del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato finanziario per ciascun anno del triennio.
La manovra combina interventi fiscali a sostegno di famiglie e lavoro, misure per la crescita e gli investimenti, rafforzamento della sanità e del welfare, nonché disposizioni per enti territoriali e pubblica amministrazione (v. comunicato n. 374).
Nella seduta di ieri sono stati approvati gli articoli della seconda sezione del ddl e il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione di un emendamento interamente sostitutivo della prima sezione, che recepisce le modifiche approvate dalla 5a Commissione.
Oggi, nelle dichiarazioni finali hanno annunciato la fiducia i sen. Salvitti (Cd'I), che ha difeso la manovra come coerente con una strategia di legislatura fondata su prudenza, stabilità dei conti e sostegno al reddito delle famiglie; Gasparri (FI-BP), che ha rivendicato una manovra che tutela sicurezza, famiglie e imprese, valorizzando il sostegno alle Forze dell'ordine, il taglio del cuneo fiscale e il contributo di banche e assicurazioni senza nuove tasse generalizzate;
Romeo (LSP), che ha giudicato la manovra equilibrata e responsabile, orientata al sostegno del ceto medio, alla riduzione delle tasse e alla tutela di pensioni, sanità e salari; Calandrini (FdI), che ha rivendicato la solidità della manovra e il metodo seguito, sottolineando la stabilità del Governo, il ruolo centrale del Parlamento e la credibilità del Ministro dell'economia, contrapponendo la strategia di lungo periodo dell'attuale Esecutivo all'instabilità dei Governi precedenti.
Hanno negato la fiducia i sen. Calenda (Az), che, pur valutando positivamente l'impostazione prudente del Governo sui conti pubblici, l'attenzione alla credibilità europea e alcune misure condivisibili, ha rilevato l'assenza di una strategia organica su salari, crescita ed energia, denunciando interventi frammentati e poco incisivi;
Patton (Aut), che, sebbene abbia espresso una valutazione positiva sugli interventi a favore delle Province autonome di Trento e Bolzano e sull'attenzione al rispetto dei vincoli di bilancio, ha criticato le scelte su pensioni, imprese e famiglie;
Renzi (IV), che ha denunciato l'aumento della pressione fiscale e l'assenza di misure strutturali su lavoro, donne e giovani, giudicando la legge mediocre e incapace di incidere sulla crescita economica e sul potere d'acquisto dei cittadini;
Magni (AVS), che ha definito la manovra classista, penalizzante per lavoratori e fasce più fragili e inadeguata rispetto alla crisi industriale, salariale e sociale del Paese, criticando il mancato intervento sugli extraprofitti;
Patuanelli (M5S), che ha contestato la narrazione ottimistica del Governo, che avrebbe aumentato le tasse in modo occulto, denunciando una manovra priva di politiche per la crescita, con tagli a scuola, sanità e welfare e un aggravio del caro vita per famiglie e lavoratori;
Boccia (PD), che ha accusato il Governo di aver varato un ddl confuso e regressivo, riscritto più volte per tenere insieme una maggioranza divisa, mettendo in risalto i tagli su sanità, istruzione e trasporti, l'aumento del lavoro povero e il peggioramento delle condizioni sociali.
|
Altri prodotti editoriali
Contatti

|