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IMMIGRAZIONE - LAVORO -FEDERCASALINGHE :SODDISFAZIONE DECRETO LEGGE 4/09 PASSO AVANTI CONTRO LAVORO NERO. IN ITALIA 817.000 (88,9% DONNE, 68,6% STRANIERE) REGOLARI SU 3,3 mln - NECESSARIO SUPERARE DECRETO SISTEMA FLUSSI.
(2025-09-04)
DOMINA – Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico, firmataria del CCNL di categoria, esprime soddisfazione per il decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 4 settembre 2025, che stabilizza il canale fuori quota per l’ingresso dei lavoratori stranieri nel settore dell’assistenza familiare e socio-sanitaria.
Per la prima volta, il Governo ha riconosciuto che la domanda di cura delle famiglie italiane non può essere ingabbiata in tetti numerici prefissati. È una decisione di buon senso, che dà respiro a un settore da anni compresso da limiti burocratici, e che restituisce dignità a un comparto che sostiene quotidiana-mente milioni di famiglie.
Il Rapporto DOMINA 2025 fotografa con chiarezza la dimensione del lavoro domestico: 817 mila lavoratori regolari, 902 mila famiglie datrici di lavoro, e oltre 3,3 milioni di persone coinvolte se si considera anche il lavoro irregolare.
Un settore a prevalenza femminile (88,9%) e straniera (68,6%), con comunità provenienti principalmente da Romania, Ucraina, Filippine e Perù. Un settore che vale quasi un punto di PIL nazionale (17,1 miliardi di euro) e che permette allo Stato un risparmio di circa 6 miliardi di euro all’anno, evitando ricoveri in struttura grazie all’assistenza domiciliare.
«Questi numeri dimostrano – sottolinea DOMINA – che non parliamo di un settore residuale, ma di una colonna portante del welfare familiare italiano. Colf e badanti garantiscono la cura dei nostri anziani e il sostegno quotidiano alle famiglie, spesso in silenzio, ma con un impatto enorme sulla società e sull’economia».
Si pongono stabilmente al di fuori del meccanismo delle quote l’ingresso e il soggiorno di lavoratori da impiegare, nel settore dell’assistenza familiare o sociosanitaria, per l’assistenza di persone con disabilità o grandi anziane. Si prevede inoltre che, nei primi 12 mesi di effettiva occupazione legale in Italia, tali lavoratori possono svolgere esclusivamente l’attività autorizzata e possono cambiare datore di lavoro solo con autorizzazione degli Ispettorati territoriali del lavoro.
DOMINA accoglie con favore la misura, ma invita a non ignorare alcunE questioni importanti: iIl vincolo sui primi 12 mesi potrebbe essere un punto critico. La norma prevede che il lavoratore domestico possa svolgere soltanto le mansioni autorizzate nel nulla osta e che non possa cambiare datore se non con l’autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro. In concreto, questo significa limitare la libertà del lavoratore e incatenarlo a un unico rapporto di lavoro.
Nel lavoro domestico parliamo spesso di persone fragili: donne, in gran parte straniere, che entrano nelle case italiane per assistere i nostri anziani e i nostri bambini. Se il rapporto con la famiglia non funziona, o se emergono difficoltà e tensioni, non hanno la possibilità di spostarsi con facilità verso un altro datore. È una rigidità che rischia di trasformarsi in una trappola: invece di offrire stabilità, potrebbe generare insicurezza e vulnerabilità.
«Capire le esigenze delle famiglie è fondamentale – commenta LORENZO GASPARRINI – Segretario Generale di DOMINA – ma è altrettanto importante garantire libertà e dignità a chi lavora. Non possiamo correre il rischio che una norma pensata per regolarizzare finisca, paradossalmente, per indebolire chi dovrebbe tutelare. Il canale fuori quota rappresenta indubbiamente un passo avanti, ma non basta. Il sistema dei decreti flussi, per come è strutturato oggi, continua a mostrarsi inadeguato per il lavoro domestico: rigido, complesso, lontano dalla realtà quotidiana delle famiglie italiane. Le esigenze di assistenza, specie per anziani e persone fragili, richiedono risposte rapide e strumenti flessibili, non procedure che rischiano di rallentare e complicare tutto”.
Continua GASPARRINI “Il Governo ha compiuto un atto di responsabilità riconoscendo l’importanza del lavoro domestico – conclude GASPARRINI – ma la sfida vera è superare l’attuale sistema dei flussi. Serve un modello nuovo, moderno ed equo, che rifletta davvero le necessità delle famiglie italiane e garantisca al tempo stesso libertà e dignità ai lavoratori stranieri che le sostengono”. (04/09/2025-ITL/ITNET)
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