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LAVORO - SALARI /PRIVATO - CGIL SICILIA: 17.135 EURO IL SALARIO LORDO ANNUALE DI UN DIPENDENTE ,MENTRE LA MEDIA NAZIONALE E' DI 23.662

(2025-05-21)

In Sicilia solo il 24,9 dei lavoratori dei settori privati ha un contratto full time a tempo indeterminato contro la media nazionale del 39,6%. E sui salari lordi lo scarto è di 6.500 euro annui. Lo rivela una elaborazione della cgil nazionale su dati Inps del 2023 .

E’ di 17.135 euro  in Sicilia il salario lordo annuale dei dipendenti del settore privato ( esclusi settore agricolo e lavoro domestico) a fronte dei 23.662 euro della media nazionale.

Del totale dei lavoratori  siciliani di questo settori ( 889.789) solo  il 24,9% (media nazionale 39,6%) ha un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, full time per l’anno intero. 
Il resto sono contratti a termine, part time, lavoro discontinuo.  Il lavoro a termine, part time, iscontinuio,
ad esempio, incide in Sicilia per il 16,95 ( oltre 150 mila lavoratori), contro l’11,1% nazionale.
Sono dati del 2023 di fonte Inps rielaborati dalla Cgil nazionale.

  “Il salario lordo annuale medio ricavato dai dati Inps- è scritto nel lavoro- rispecchia tutte le peculiarità del mercato del lavoro italiano”. E lo fa prendendo in considerazione tre indicatori: la tipologia Contrattuale, l’orario di lavoro, il periodo retribuito. “E nel caso della Sicilia, la peculiarità che si conferma - dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino- è quella di un lavoro, quando c’è,  povero e precario in misura maggiore che nel resto d’Italia ( lo scarto sui contratti a tempo indeterminato è  quasi
del 15%) , in mancanza di politiche per lo sviluppo dell’apparato produttivo e per l’occupazione”.

L’analisi rileva che “ la cifre caratteristiche del lavoro nei settori presi in considerazione in Sicilia- osserva Mannino- sono la discontinuità, la precarietà, le minori ore lavorate,  fattori che danno salari inferiori rispetto al  resto del paese, quindi minore potere d’acquisto, minori consumi, meno benessere.

Tutti gli indicatori del lavoro discontinuo, part time  e a termine , superiori alla media nazionale, - afferma il segretario della Cgil siciliana- ci dicono che il tema del contrasto alla precarietà è un tema che riguarda soprattutto la Sicilia. E a chi sbandiera crescite dell’occupazione prive di analisi di contenuto- sottolinea Mannino- vogliamo dire che è il lavoro stabile sostenuto da un tessuto produttivo in crescita quello che può segnare una svolta per la Sicilia e per i siciliani”.

Mannino rimarca che “la battaglia contro la precarietà e per i diritti e le tutele di chi lavora, quella che stiamo portando avanti con i referendum dell’8 e del 9 giugno,  per il sindacato va di pari passo con la battaglia per politiche di sviluppo adeguate  perché la composizione e le caratteristiche  dell’occupazione cambino. Finora queste le non vediamo né da parte del governo nazionale, che continua a sottrarre alla Sicilia risorse, né da parte dell’esecutivo regionale, che non agisce e tace sulle sconsiderate scelte di Roma”. (21/05/2025-ITL/ITNET)

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