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DONNE - PRESENTATA ASSOCIAZIONE "GIORNALISTE ITALIANE": "LIBERE DA APPARTENENZE E CONFORMISMO LINGUISTICO-CULTURALE". PUNTARE A NUOVI MODELLI ORGANIZZAZIONE LAVORO. TRICOLORE NEL LOGO.

(2024-03-26)

Nei giorni scorsi è stata presentata a Roma l'associazione "Giornaliste Italiane".  Le fondatrici - tra le quali la giorna-lista Manuela Biancospino, autrice della nota che segue - ritengono che "Le donne stanno vivendo una congiuntura storica favorevole che le vede alla guida delle Istituzioni europee, dalla Commissione con Ursula von der Leyen, al Parlamento con Roberta Metsola ed in Italia con Giorgia Meloni, prima donna Presidente del Consiglio della storia repubblicana. E poi ancora con Antonella Polimeni, prima rettrice donna della Sapienza, una delle più grandi d’Europa, dove si forma la futura classe dirigente.

Le fondatrici credono sia giunto il momento di spingere sull’acceleratore per superare i luoghi comuni e passare alle azioni: quante donne dirigono quotidiani, agenzie e testate radio e tv? E quelle poche che ci sono, guadagnano quanto i loro omologhi uomini?

Su 38 direzioni di giornali in Italia, 6 direttori sono donne e 32 sono uomini. È quanto emerge dalla mappatura digitale del divario di genere nel giornalismo italiano, realizzata da SocialCom e presentata durante l’evento. Sono necessarie azioni mirate alla valorizzazione delle donne e al raggiungimento di una piena parità di genere sia nell'occupazione sia nella crescita professionale.

La parità dei diritti deve essere reale e non artificiosamente simulata attraverso la creazione di quote stabilite per legge.

L’obiettivo finale non può e non deve essere l’introduzione di neologismi come “direttora”, ma lo sradicamento dei pregiudizi che pongono le giornaliste in posizione subalterna rispetto agli uomini. Le riforme vere e necessarie non sono quelle lessicali, bensì quelle culturali.

Come ha ricordato il Presidente Mattarella, le donne hanno bisogno di un supplemento di fatica per affermarsi, ma quando ottengono ruoli di rilievo, sono affidabili, capaci, caparbie e rispettose.

Un ringraziamento ad Ilaria Alpi, di cui il 20 marzo ricorreva il trentesimo anniversario dell'uccisione, perché "ci ha lasciato un messaggio importante e cioè che non conta essere uomini o donne, l'importante è che i giornalisti siano capaci. Ecco perché abbiamo pensato di creare un'associazione di giornaliste, per dare voce a tutte quelle colleghe che oggi, pur essendo brave, non hanno il successo che meriterebbero". Così Ida Molaro, giornalista parlamentare di Mediaset, ha dato il via alla presentazione.

“Questa è un’associazione di cui c'era un gran bisogno, per ottenere più diritti, meno pregiudizi ed essere libere di valere, come dice il nostro slogan”, afferma Paola Ferazzoli, giornalista Rai nonché segretario di “Giornaliste italiane”.

“Farsi valere non è facile e non è uguale per tutti. Vogliamo essere una squadra che cammina insieme alle altre, per raggiungere obiettivi comuni.

Puntiamo a nuovi modelli di organizzazione del lavoro che non implichino rinunce professionali per le donne, che garantiscano loro le stesse prerogative di cui godono i colleghi uomini nelle progressioni di carriera e nel raggiungimento di ruoli apicali. L’associazione ha l’ambizione di diventare un manifesto culturale per tutte le giornaliste libere: libere dalle appartenenze e dalle catene del conformismo linguistico-culturale.

“Dar vita ad una nuova associazione di giornaliste è una priorità non più rinviabile. Siamo professioniste della comunicazione che meritano rispetto, lo stesso che darebbero ad un uomo. Siamo tenaci, affidabili e caparbie e abbiamo l'ambizione di diventare un movimento culturale per le colleghe. Non siamo le "mogli di", "fidanzate di", "amiche di", non siamo una specie protetta. Non ci interessa essere chiamate 'direttora', ma farci trattare da direttore ed il confronto con tutte le donne, con l'obiettivo di migliorare questo percorso, è per noi una stella polare”. Questo il messaggio unitario che vuole essere diffuso dalle fondatrici dell’associazione: Paola Ferazzoli, Federica Frangi, Elisabetta Mancini, Maria Antonietta Spadorcia, Ida Molaro, Francesca Avena e Manuela Biancospino.

Le socie fondatrici, da sin.: Francesca Avena, Paola Ferazzoli, Ida Molaro, Manuela Biancospino, Elisabetta Mancini, Federica Frangi e Maria Antonietta Spadorcia.

Tra le promotrici dell’evento, Giovanna Ianniello, responsabile della comunicazione e storica portavoce del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e Silvia Cirocchi, portavoce del Ministro Nello Musumeci.

Direttrici e direttori di vari quotidiani, agenzie di stampa, testate televisive e volti noti della tv hanno partecipato all’evento, nonché vertici Rai.

Importanti le parole delle istituzioni presenti, tra cui il Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano; la Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Maria Roccella ed il Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci.

“Libere dai pregiudizi, libere di valere. Abbiamo sintetizzato in questo slogan, riportato anche nel nostro sito (www.giornalisteitaliane.it), le ragioni che ci hanno convinte a costituire l’associazione “Giornaliste Italiane”.

Giornaliste perché abbiamo fatto la gavetta macinando chilometri e fallimenti,

Italiane perché veniamo da ogni angolo di quello che consideriamo il Paese più bello del mondo, la casa che ci ha dato le radici. E proprio come di una casa ce ne prendiamo cura raccontandone, con il nostro lavoro, non solo i pregi ma anche i difetti da correggere.

Il Tricolore richiamato nella penna stilografica che abbiamo nel nostro logo è un omaggio alla Costituzione che all’articolo 12 recita: La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso a tre bande verticali di eguali dimensioni”, è questo che affermano coralmente le fondatrici.

La mission di “Giornaliste italiane” è di puntare a nuovi modelli di organizzazione del lavoro che non implichino rinunce professionali per le donne, che garantiscano loro le stesse prerogative di cui godono i colleghi uomini nelle progressioni di carriera e nel raggiungimento di ruoli apicali.

Tra gli obiettivi centrali anche una battaglia culturale e fattuale per promuovere la reale parità di genere, anche grazie ad azioni che rimuovano gli ostacoli che le donne incontrano ogni giorno per coniugare lavoro e famiglia.

L’intenzione è quella di lavorare con la solerzia che scaturisce dalla forza femminile: coscienza e coraggio." (26/04/2024-ITL/ITNET)

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