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ITALIANI ALL'ESTERO - EUROPEE/ VOTO CONNAZIONALI IN UK E SVIZZERA - V.MIN.CIRIELLI (ESTERI): PER FAR VOTARE CONNAZIONALI IN UK, IN SVIZZERA RICHIEDE MODIFICA L.N.18 DEL 1979E NEI PAESI EXTRA UE

(2023-11-29)

Il Vice Ministro agli Affari Esteri , Edmondo Cirielli, ha risposto nella giornata di ieri 28 novembre all'interrogazione presentata dall'on. Toni Ricciardi (PD/Estero) parlamentare della circoscrizione estero, Ripartizione Europa sulle procedure di voto degli italiani all'estero in occasione delle prossime elezioni europee che si terranno fra il 6 ed il 9 giugno del 2024.

Il parlamentare, ricordando che la legge n. 459 del 2001 sull'esercizio del diritto di voto all'estero non si applica alle elezioni europee regolate dalla legge n. 18 del 1979, e successive modificazioni, ha fatto presente che non si applica, pertanto, il sistema del voto per corrispondenza. 

Inoltre, a causa dell'esito del referendum del 2016 sull'uscita dall'Unione europea, il Paese non partecipa alle elezioni del Parlamento europeo, per cui si stima che siano più di 400 mila i connazionali che vivono nel Regno Unito, a cui  si aggiungono i circa 300 mila italiani in Svizzera, sono più di 700 mila gli aventi diritto al voto italiani residenti nello spazio geografico europeo che non potranno votare il prossimo anno a meno di non rientrare in Italia per partecipare al voto.

Stante, la presenza nel Regno Unito sei  tre consolati italiani, ovvero il consolato generale di Londra, Manchester ed Edimburgo e nella Confederazione Elvetica  quattro Uffici consolari rispettivamente nelle città di Basilea, Ginevra, Lugano e Zurigo, il parlamentare ha chiesto "se i Ministri interrogati ( Esteri e Interno) non intendano adottare iniziative per prevedere forme transitorie di allestimento dei seggi elettorali nei citati Paesi presso tali consolati italiani, e ove possibile presso i consolati onorari, per permettere e favorire la partecipazione al voto degli italiani residenti in Gran Bretagna e nella Confederazione Elvetica.

"Le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo – come ha ricordato l’Onorevole Toni Ricciardi – sono regolate dalla legge n. 18 del 24 gennaio 1979, la cui  norma ha espressamente stabilito che alle elezioni partecipano, dall’estero, esclusivamente i cittadini italiani in possesso dell’elettorato attivo e residenti nei Paesi dell’Unione europea.

In questi Paesi, il voto per l’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia si svolge presso seggi ap- positamente allestiti dalle nostre Ambasciate e Consolati.

in alternativa possono anche decidere di partecipare all’elezione dei rappresentanti al Parlamento europeo spettanti al Paese membro di residenza.

Oppure di rientrare in Italia – beneficiando delle agevolazioni di viaggio previste – e votare presso il Comune di iscrizione elettorale in Italia.

A legislazione vigente, la partecipazione al voto dall’estero per l’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia non è invece  prevista per i connazionali residenti in Paesi che non siano membri dell’Unione europea.

Tuttavia è fatta salva la possibilità per questi connazionali di votare in Italia, beneficiando delle agevolazioni di viaggio previste.

L’estensione del voto dall’estero anche agli elettori residenti nel Regno Unito e in Svizzera, Paesi non membri dell’Unione europea, potrebbe quindi essere prevista solo da un intervento legislativo, di modifica della legge n. 18 del 1979.
D’altra parte, un’eventuale modifica della legge che permetta a tutti i connazionali residenti all’estero, anche quelli in Paesi extra-UE, di votare per le elezioni parlamentari europee andrebbe valutata attentamente.
Molte circoscrizioni consolari coprono infatti territori talmente vasti da rendere qualsiasi distribuzione di seggi inadatta ad assicurare una ragionevole prossimità agli aventi diritto. Con una conseguente bassa partecipazione elettorale a fronte di un considerevole sforzo logistico-organizzativo delle rappresentanze diplomatico-consolari.

Inoltre, alcuni Paesi – compresi quelli che ospitano consistenti collettività italiane – sono caratterizzati da condizioni di sicurezza talora precarie, tali da ren- dere problematica la convocazione degli elettori ai seggi.

L’eventuale estensione alle elezioni europee, invece, del sistema di voto previsto per le elezioni italiane – ossia il voto per corrispondenza con invio di plichi elettorali da parte delle Ambasciate e Consolati – presenterebbe un elemento di particolare complessità. Infatti, per le consultazioni nazionali esiste una circoscrizione estera suddivisa in ripartizioni, con la conseguenza che tutti gli elettori in un dato Paese estero votano per gli stessi candidati.

La normativa sulle elezioni europee – invece – prevede la suddivisione del territorio nazionale in cinque circo- scrizioni e i candidati sono votati sia dagli elettori residenti in Italia, sia da quelli residenti all’estero, nei Paesi UE. Nell’i- potesi di voto per corrispondenza, a ciascun elettore residente all’estero dovrebbe essere inviato un plico diverso a seconda della circoscrizione di appartenenza del Comune di iscrizione elettorale in Italia.

Inoltre, a conclusione delle operazioni di voto, la « previa separazione » delle schede ai fini della trasmissione ai seggi costituiti presso ciascun capoluogo di circoscrizione sarebbe possibile solamente introducendo distinzioni nelle buste preaffrancate con cui i connazionali restituiscono le schede votate.

Su un tema così importante come l’esercizio di voto da parte degli italiani all’estero, l'esponente del Governo ha evidenziato che non esistono scorciatoie o soluzioni facili. Occorre invece un’iniziativa di modifica della legge e, prima di essa, un’attenta riflessione su pro e contro dei possibili meccanismi alternativi a quello attuale.

Il deputato Toni RICCIARDI (PD-IDP), replicando, si è dichiarato parzialmente soddisfatto della risposta del Governo, che evidenzia un orientamento favorevole a risolvere la problematica della partecipazione al voto degli italiani residenti in Gran Bretagna e nella Confederazione elvetica in occasione delle prossime elezioni europee.

Auspica che anche i colleghi di maggioranza eletti all'estero convergano sulla opportunità di apportare per via legislativa le modifiche necessarie a garantire la sperimentazione della nuova procedura di voto nei due Paesi citati, che appartengono entrambi allo Spazio economico europeo e sono caratterizzati da una rete diplomatico-consolare capillare, nonché dalla presenza, nell'ultimo decennio, di una numerosa comunità di giovani connazionali emigrati, particolarmente interessati a partecipare all'elezione dei rappresentanti al Parlamento europeo. (29/11/2023-ITL/ITNET)

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