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SINDACATI ITALIANI NEL MONDO - ASSEGNO UNICO- LAURIOLA (CONFSAL UNSA ESTERI): "ABBIAMO CHIESTO AUDIZIONE IN AMBITO ITER CONVERSIONE. A RAFFORZARE NOSTRA POSIZIONE SENTENZA CORTE GIUSTIZIA UE"

(2022-06-24)

“Il Dl 73/22 noto come dl semplificazioni fiscali è all’esame delle commissioni finanze e bilancio della Camera e rappresenta lo strumento per eccellenza per incidere sulla disciplina vigente in materia di assegno unico e universale che ha completamente rivoluzionato la normativa in materia, abrogando le spettanze e le prestazioni familiari precedentemente previste per migliaia di residenti all’estero, senza una giustificazione o una compensazione.

Per questa ragione la CONFSAL UNSA ESTERI ha chiesto di essere audita nell’ambito dell’iter di conversione e nelle prossime ore depositerà una memoria contenente le argomentazioni a supporto delle argomentazioni circa l’illegittimità delle disposizioni attuative della citata disciplina per i residenti all’estero”. Lo dichiara in una nota Iris Lauriola,  Segretario nazionale CONFSAL-UNSA ESTERI.

“A rafforzare la posizione da sempre assunta dalla nostra sigla è arrivata nei giorni scorsi la sentenza della Corte di
giustizia dell’Unione europea che  - con riferimento ad un procedimento relativo alla repubblica d’Austria -  ha stabilito
che la fruizione di assegni familiari e di spettanze fiscali per figli a carico deve rispettare il portato dell’articolo 7 del
regolamento n. 883/2004, il quale prevede che, fatte salve eventuali disposizioni contrarie del medesimo regolamento,
le citate prestazioni «non sono soggette ad alcuna riduzione, modifica, sospensione, soppressione o confisca per il fatto
che il beneficiario o i familiari risiedono in uno Stato membro diverso da quello in cui si trova l’istituzione debitrice»”. 

“Non dimentichiamo – sottolinea Lauriola - che anche la Corte Costituzionale con sentenza 67/2022 - attraverso la quale
ha sancito che il giudice italiano deve disapplicare la norma che limita per i cittadini di paesi terzi la fruizione
dell’assegno per il nucleo familiare ai soli familiari presenti in Italia-, offre uno spunto di riflessione pur non trattando
direttamente la novella disciplina in materia di assegno unico,  evidenziando il primato delle norme di diritto europeo
alla luce del quale “deve riconoscersi effetto diretto nella parte in cui prescrivono l’obbligo di parità di trattamento tra le
categorie di cittadini di paesi terzi individuate dalle medesime direttive e i cittadini dello Stato membro in cui costoro
soggiornano. Si tratta di un obbligo cui corrisponde il diritto del cittadino di paese terzo a ricevere le prestazioni sociali
alle stesse condizioni previste per i cittadini dello Stato membro.”

“Alla luce di quanto testé evidenziato, - spiega Lauriola - appare evidente mutatis mutandis che i medesimi principi
afferenti alla normativa europea richiamati dalla sentenza e la preminenza del principio della parità di trattamento tra
cittadini, solleva molteplici dubbi circa la legittimità di quanto attuatosi con il dlgs 230/21 in materia di accesso
all’assegno unico per i cittadini residenti all’estero, segnatamente per i dipendenti a contratto della rete estera del
Marci.
Se a tali presupposti si abbina anche la palese ed incontrovertibile violazione del legittimo affidamento dei suddetti lavoratori e la sussistenza di taluni requisiti soggettivi, in primis la cittadinanza, lo scenario che ne emerge appare condizionato da tratti di evidente opacità che creano un precedente legislativo deprecabile”.

“Lauriola conclude: “Quanto evidenziato rappresenta la breccia attraverso cui è possibile scalfire la coltre di sciatteria
legislativa entro la quale ha operato il legislatore dal momento esatto in cui è stata riformata la disciplina in materia –
spiega Lauriola-  poiché è stata ribadita a chiare lettere la cornice di illegittimità che sta condizionando l’applicazione di
queste norme per i non residenti, in particolare per gli impiegati a contratto della rete estera del MAECI. In queste ore è
nostra priorità sollevare l’affair nelle commissioni referenti e renderne edotti i ministeri competenti”.  (24/06/2022-ITL/ITNET)

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