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PATRONATI INCA NEL MONDO - SEMINARIO CONGRESSO CGIL - CAPPUCCIO (RESP. DIP. INTERNAZIONALE SPI CGIL): RINNOVIAMO SINERGIE COLLABORAZIONE TRA PENSIONATI ITALIANI IN ITALIA E NEL MONDO

(2023-03-16)

Gli italiani nel mondo sono ca. 6 milioni (ca. il 10% della popolazione residente). Di questi, riporto dati INPS, 1.148.612 hanno più di 65 anni: 47,2% 65-74; 31,6% 75-84; 21,2% + 85.

Le pensioni pagate all’estero sono il 2,4% del totale delle pensioni erogate dall’INPS, sia in regime internazionale che sulla base di sola contribuzione nazionale, e sono circa 714.000 (dati INPS 02/03/2023).
Dal 2006 al 2021 (326.000 pensioni) gli anziani in mobilità sono aumentati del 91,5%.

Già bastano questi dati per capire qualè l’attenzione che lo SPI riversa sulla necessità di rafforzare la sindacalizzazione dei pensionati all’estero, per rappresentare i bisogni reali e gli interessi specifici di questa fascia di popolazione
rilevantissima." Ad affermarlo Silvana Cappuccio, responsabile Dipartimento Internazionale SPI CGIL nel corso del Seminario INCA nel Mondo, in corso a Rimini nell'ambito del XIX Congresso CGIL, a cui prendono parte i Coordinatori delle INCA all'Estero. "Un momento prezioso - lo definisce Cappuccio -  per riavviare percorsi di conoscenza e riprendere la colla-borazione con gli uffici dei Paesi con cui i rapporti si sono allentati negli anni per varie ragioni, non ultima la diffusione della pandemia"

"Se poi pensiamo 1) alla velocità dei processi di invecchiamento su base globale, cioè non più riferiti solo e comunque all’Italia, all’Europa e al mondo ricco e industrializzato, ma che riguardano - seppure con diverse modalità e caratteristi-che - tutte le aree geografiche, incluse le zone più povere e svantaggiate del pianeta; 2) agli effetti della pandemia, anche sul sistema di welfare; 3) alla tenuta del sistema sociosanitario e alla non auto sufficienza, questa esigenza assume un valore primario in quanto strettamente connessa alla nostra funzione di rappresentanza e inclusione.

E questo funziona solo attraverso un forte coordinamento con l’INCA, che mediante gli strumenti di tutela e assistenza che offre con competenza e professionalità, è un riferimento costante e sicuro. Laddove questo riferimento significa accoglienza, ascolto e interlocuzione, quindi risposta alla domanda di aiuto, quale che sia. Per questo riteniamo impor-
tante rilanciare e rafforzare la rappresentanza dei pensionati italiani all’estero attraverso gli uffici dell’INCA.

Lo SPI, in quanto portatore di interesse generale, guarda, inoltre, alla cosiddetta nuova emigrazione, quella dei nostri connazionali giovani. Per loro e per i nostri pensionati sosteniamo una serie di richieste (al Governo italiano), prima fra tutte quella di facilitare le modalità di voto e partecipazione alla vita democratica italiana.

Ma l'impegno dello SPI CGIL va anche oltre, nell'intervento della Responsabile del Dipartimento Internazionale ."C’è una vastità di tematiche su cui riversiamo la nostra azione quotidiana, a partire dagli ambiti generali che vanno innanzi tutto dal recupero del valore reale delle pensioni al fisco al welfare. E che si estendono alle richieste di semplificare le proce-dure burocratiche connesse all’INPS; di rivedere la tassazione IMU sulle prime case possedute in Italia; di aumentare gli investimenti su lingua, cultura e formazione italiana nel mondo (l’italiano è oggi la 4^ lingua più studiata al mondo); di valutare le necessarie modifiche per l’iscrizione all’AIRE, affinché possa rappresentare e tutelare anche chi è migrante da meno tempo e in una condizione di migrazione probabilmente non definitiva. Di semplificare quanto attiene al fisco, al pagamento della Tari, alla compilazione degli F24, dell’esistenza in vita, delle pratiche di successione.

Di migliorare la qualità e la diversificazione del servizio pubblico RAI all’estero....tutti temi molto cari ai nostri anziani.
Da molte parti cogliamo una certa sofferenza nei rapporti coi Consolati, anche se le situazioni sono piuttosto diversi-ficate. In alcuni Paesi addirittura i servizi sono subappaltati. Certo è che vanno sostenuti il miglioramento e il potenzia-mento delle strutture esistenti, anche in collaborazione con gli istituti di Patronato e col mondo associativo.

Va recuperato il riacquisto della cittadinanza italiana per quanti l’hanno persa, per motivi di lavoro, prima del 1992. Al Parlamento italiano è stato presentato un disegno di legge che fissa in due anni dalla sua approvazione il tempo che
consentirà, a chi lo vorrà, di presentare domanda per ottenere la cittadinanza italiana. La doppia cittadinanza finalmente sanerebbe quella ferita inferta a chi ha dovuto rinunciare alla cittadinanza italiana e sarebbe coerente con l’idea di
società globale, multiculturale e inclusiva.

Poi ci sono altri temi critici, non meno importanti di quelli burocratici, che emergono come essenziali e a cui dobbiamo, vogliamo impegnarci per dare delle risposte. Penso ai problemi di adattamento ai luoghi in cui si vive, che possono presentarsi in maniera nuova e imprevista nella terza età, per diverse ragioni. L’uscita dal mondo del lavoro comporta un oggettivo cambiamento nelle relazioni e nella socialità.

Nei Paesi dove ci sono dei dialetti (es. Svizzera tedesca), i fattori di esclusione possono diventare decisivi e rigidi, provo-cando isolamento, demotivazione verso la vita e depressione. Penso anche alla diffusione dell’intelligenza artificiale, quindi all’utilizzo delle tecnologie informatizzate nell’era digitale. Sono fattori di ampliamento di tutela, di miglioramento della qualità della vita e del benessere degli anziani o invece producono estraneità ed emarginazione? Da chi dipende l’uno o l’altro effetto?
Probabilmente anche da noi che, nell’esercizio delle nostre funzioni, possiamo provare ad esercitare un ruolo attivo attraverso iniziative mirate e specifiche, affinché non si riapra la ferita prodotta dal senso di perdita e abbandono delle
origini.

Molti dei Paesi in cui l’emigrazione italiana tradizionale storica di massa si è concentrata sono oggi ricchi e potenti e fanno parte delle economie più industrializzate del mondo. Fanno parte del G20 Argentina, Francia, Germania, Austra-lia, Brasile, Canada, Regno Unito, Stati Uniti. Va riconosciuto, anche con più di una punta d’orgoglio, che queste potenze sono tali anche grazie all’apporto, alle rinunce e ai sacrifici che i nostri connazionali hanno dedicato alla costruzione di una vita migliore.

Ecco l’importanza del recupero e della cura delle radici con la trasmissione a chi può ricollegare la propria appartenenza a una storia che altrimenti potrebbe essere percepita come finita.
Nel rapporto tra generazioni esiste quindi un forte potenziale di costruzione culturale, fatto di passaggio di memoria ai giovani che oggi, in condizioni totalmente diverse ma con motivazioni analoghe a quelle del passato, cercano il nuovo mondo del XXI secolo.
Consapevolezza e memoria vanno custodite e coltivate con cura affinché non siano disperse, soprattutto poiché siamo consapevoli dei sovranismi e populismi, che si vanno rafforzando in diversi Paesi europei e nel mondo.

Proprio per questo insistiamo nell’impegno sulla rete antifascista sindacale internazionale, coinvolgendo anziani, pensionati, giovani e studenti.

Concludo, rinnovando il ringraziamento all’INCA e ad ITACA per l’iniziativa di oggi e confermando la piena disponibilità dello SPI ad operare per rafforzare gli elementi di identità che ne facciano un punto di vero riferimento per le pensio-nate, i pensionati e gli anziani all’estero." (16/03/2023-ITL/ITNET)

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