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DIRITTI DEI CITTADINI - EUROPA- CESE: MIGLIORAMENTI TANGIBILI SU CONDIZIONI LAVORO, RETRIBUZIONE E UGUAGLIANZA DI GENERE.PROMESSA EUROPA PIU' EQUA E PIU' INCLUSIVA SARA' REALIZZATA SOLO SE DIVENTERA' REALTA' NELLA VITA CITTADINI

(2025-11-04)

Mentre l'Unione europea si avvicina a una revisione fondamentale della sua agenda di politica sociale, una nuova relazione richiesta dal Comitato economico e sociale europeo (CESE) offre un'istantanea dettagliata dello stato di azione per il pilastro europeo dei diritti sociali (EPSR). I risultati evidenziano sia progressi significativi che sfide persistenti mentre l'UE si sforza di raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi sociali per il 2030.

Il EPSR, lanciato nel 2017, si è promesso a rafforzare la dimensione sociale dell'UE, promettendo condizioni di lavoro più eque, una migliore protezione sociale e una maggiore inclusione. Il piano d'azione 2021 ha tradotto questi principi in azioni concrete, tra cui quattro direttive chiave: condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili, equilibrio tra lavoro e vita privata, salari minimi adeguati ed equilibrio di genere nei consigli di amministrazione aziendali.

Secondo lo studio del CESE recentemente pubblicato, "Pilastro europeo dei diritti sociali: statu quo nel 2024", la maggior parte degli Stati membri ha ora recepito queste direttive nel diritto nazionale, anche se il viaggio è stato tutt'altro che uniforme. Come rivela un documento di accompagnamento "Country Reports", mentre paesi come Francia, Germania e Svezia richiedevano solo aggiustamenti incrementali grazie ai loro solidi sistemi sociali, altri hanno affrontato la sfida di introdurre diritti e meccanismi di applicazione completamente nuovi. Il rapporto osserva che la volontà politica, la capacità amministrativa e la forza del dialogo sociale sono state decisive nel plasmare il modo in cui ogni paese ha risposto.

Risultati tangibili

Tra i risultati più notevoli, il rapporto sottolinea la diffusa introduzione di contratti scritti, limiti più severi sui periodi di prova e nuovi diritti nel congedo flessibile per lavoro e parentale. In Polonia, ad esempio, il numero di padri che prendono il congedo parentale è aumentato di cinque volte dalle riforme, segnalando un cambiamento culturale nei ruoli di assistenza. Nel frattempo, l'Irlanda e la Repubblica Ceca hanno visto aumenti sostanziali dei salari minimi, a beneficio diretto dei lavoratori a basso salario.

Tuttavia, lo studio rivela anche che i progressi rimangono irregolari. Molti Stati membri hanno mancato le scadenze iniziali per recepire le direttive e alcuni, come la Spagna per le condizioni di lavoro e la Svezia per l'equilibrio di genere sui consigli di amministrazione, non sono ancora pienamente conformi. I lavoratori non standard e di piattaforma sono spesso lasciati fuori dalle nuove protezioni e l'applicazione rimane un punto debole in diversi paesi. Gli ispettorati del lavoro e gli organismi per l'uguaglianza sono spesso a corto di risorse e le sanzioni per la non conformità sono a volte troppo basse per scoraggiare le violazioni.

Persistono anche le barriere culturali. Nonostante i progressi legali, l'assorbimento dei congedi familiari da parte degli uomini rimane basso in molti paesi, ostacolato dalle norme di genere tradizionali e dai disincentivi finanziari. Il rapporto evidenzia che i diritti legali da soli non sono sufficienti per guidare il cambiamento comportamentale; sono necessarie campagne di sensibilizzazione pubblica e cambiamenti nella cultura sul posto di lavoro per garantire che vengano effettivamente utilizzati nuovi diritti.

Buone pratiche e lezioni per il futuro

L'analisi dell'EESC identifica diverse buone pratiche che potrebbero servire da modelli per altri. Il coinvolgimento precoce e attivo dei sindacati e delle associazioni dei datori di lavoro ha portato a un'implementazione più fluida e ambiziosa in paesi come Belgio e Danimarca. Alcuni governi sono andati oltre i minimi dell'UE, offrendo congedi più generosi o obiettivi di adeguatezza salariale più elevati. Una guida chiara, codici di condotta e meccanismi di reclamo accessibili hanno anche contribuito a tradurre i diritti legali in benefici pratici per i lavoratori.

Il momento giusto: nuovo programma di lavoro della Commissione e nuovo piano d'azione dell'EPSR (ESPR è l’acronimo per European Pillar of Social Rights, vale a dire il Pilastro Europeo dei Diritti Sociali)

I risultati del rapporto EPSR sono arrivati poco prima che la Commissione europea adottasse il suo Programma di lavoro per il 2026, che stabilisce una visione per il "Momento dell'indipendenza dell'Europa" e riaffermando l'impegno dell'UE per un forte modello sociale in condizioni demografiche ed economiche mutevoli.

Il nuovo programma pone una rinnovata enfasi sui posti di lavoro di qualità, sull'equa mobilità del lavoro e sulla protezione sociale come pilastri essenziali per la competitività e la resilienza dell'Europa.

La Commissione ha anche recentemente concluso iper il 2025 la consultazione pubblica sul piano d'azione EPSR che si è snodato dal 18 giugno al 10 settembre 2025. Un nuovo  piano d'azione dell'EPSR dovrebbe essere pubblicato entro la fine di quest'anno, il che significa che il rapporto del CESE arriva in un momento particolarmente tempestivo.

La strada da percorrere

Guardando al futuro, il rapporto EPSR chiede una rinnovata spinta sia a livello dell'UE che a livello nazionale. Esorta i responsabili politici ad estendere le protezioni a tutte le forme di lavoro, rafforzare l'applicazione, investire nella consapevolezza pubblica e raccogliere dati migliori sull'adozione di nuovi diritti. Lo studio raccomanda inoltre che i fondi dell'UE siano utilizzati strategicamente per sostenere l'attuazione e che gli obiettivi dell'EPSR siano più salda-mente incorporati nei quadri di governance economica dell'UE.

Con la pubblicazione del nuovo piano d'azione EPSR che si avvicina rapidamente, il rapporto avverte che le ambizioni sociali dell'UE rimangono a rischio a meno che le lacune non vengano chiuse e lo slancio venga mantenuto. Mentre l'EPSR ha portato a miglioramenti tangibili nelle condizioni di lavoro, nella retribuzione e nell'uguaglianza di genere, la promessa di un'Europa più equa e inclusiva sarà realizzata solo se i diritti sulla carta diventeranno realtà nella vita delle persone.(04/11/2025-ITL/ITNET)

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