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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - ITALIA/TURKMENISTAN - ARCHEOLOGIA - AI MUSEI CAPITOLINI I TESORI DELLE ANTICHE CIVILTA' TURKMENE

(2025-10-28)

  La mostra sulle antiche civiltà del Turkmenistan, promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è stata inaugurata nei giorni scorsi ai Musei capitolini, a Roma, in occasione della visita del Presidente del Turkmenistan, Serdar Berdimuhamedov e realizzata grazie al contributo dell’Ambasciatore d’Italia in Turkmenistan, Luigi Ferrari, con la collaborazione scientifica dell’Istituto per il Mediterraneo e l’Oriente (ISMEO) – partner del progetto  impegnato da decenni, insieme al CRAST di Torino.

L’iniziativa si propone di presentare per la prima volta ad un pubblico internazionale una ricca collezione di capolavori provenienti dalla Margiana preistorica, che corrisponde all’attuale valle fluviale del fiume Murghab nel Turkmenistan sud-orientale, e dalla antica Partia, in particolare da Nisa (II secolo a.C. – I secolo d.C.), importante sito nel Turkmenistan centro-meridionale.

La Margiana è la culla del complesso fenomeno culturale Greater Khorasan Civilization, che interessò l’intera Asia Centrale e le regioni limitrofe durante il III-II millennio a.C. In questo periodo, uno stesso sostrato politico, economico, sociale e culturale accomunò tali regioni e un’affine e magnifica cultura materiale fu una delle espressioni più straordinarie di questa civiltà.

Grazie alla sua posizione strategica tra Mesopotamia, altopiano iranico e Valle dell’Indo, fin dal III-II millennio a.C. il Turkmenistan  rappresenta uno snodo fondamentale lungo le principali rotte commerciali tra Oriente e Occidente che consentiva non solo il trasporto di beni di prestigio, ma anche lo scambio di idee e nozioni tecniche.

Gli splendidi oggetti, che è possibile ammirare nella mostra, suddivisi in sezioni, parlano del Turkmenistan come uno dei Paesi più complessi ed espressivi dell’intera Asia Centrale durante l’età del Bronzo. La seconda parte della mostra è dedicata, invece, ad un altro glorioso momento della storia antica turkmena: l’Impero dei Parti (o Arsacidi).

I capolavori esposti - spiega una nota della Farnesina - provengono da Nisa-Mithradatkert, grande centro cerimoniale e memoriale dei sovrani arsacidi, fondato per celebrare le glorie nazionali che costruirono un impero immenso, esteso dall’Eufrate alla Battriana. Un impero tra i più longevi dell’intera storia antica e capace di tener testa, sul confine occidentale, a quello di Roma.

Il TAP – Togolok Archaeological Project nell’antica Margiana

Dal 1990, la Missione Archeologica Italo-Turkmena è stata impegnata in numerosi progetti nella regione storicamente nota come Margiana, corrispondente al ventaglio alluvionale del fiume Murghab, nel sud del Turkmenistan. Nel corso degli anni, la Missione ha indagato un’area di oltre 20.000 chilometri quadrati, registrando circa 2000 siti databili dall’Età del Bronzo al periodo islamico. Togolok, in particolare, è un complesso di oltre 30 siti, di cui il tumulo principale è Togolok 1. Su di esso, dal 2014, si sono concentrate le ricerche.

Il team archeologico del TAP – Togolok Archaeological Project, diretto dalla Dott.ssa Barbara Cerasetti (FU Berlin; ISMEO), in collaborazione con l’Università di Berna, ha raccolto una grande quantità di dati sulle ultime fasi di occupazione del centro proto-urbano di Togolok 1, afferente alla cosiddetta GKC (Greater Korhasan Civilization).

I principali partner del TAP – Togolok Archaeological Project sono ISMEO – Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente, Freie Universität Berlin, Universität Bern e il Ministero della Cultura del Turkmenistan. Il progetto è sponsorizzato da DFG – Deutsche Forschungsgemeinschaft, dall’ISMEO, dalla Society for the Exploration of Eurasia, dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dal Max Planck Institute, dal Deutsches Archäologisches Institut e dall’Università del Salento.

Le ricerche del CRAST a Nisa Partica

I lavori a Nisa della missione del Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino (CRAST), realizzati grazie al contributo del MAECI e alla collaborazione con l’Università di Torino, si inseriscono nel più ampio campo di ricerca “L’eredità di Alessandro e la formazione dell’arte partica. Ricerche sull’irradiazione della cultura ellenistica in Asia”. Provenienti dalle regioni a sud del Mare d’Aral i Parti, verso la metà del III secolo a.C. si liberano dal controllo dei Seleucidi (eredi di Alessandro Magno) e si impadroniscono delle regioni corrispondenti agli attuali Turkmenistan meridionale e Iran nord-orientale. È il prodromo di una gloriosa e secolare epopea che li vedrà dominare le regioni orientali dal Murgab all’Eufrate, e qui rivaleggiare con Roma e, solo nel III secolo d.C., soccombere ai Sasanidi.

Una delle prime fondazioni partiche è Nisa, l’antica Mithradatkert (“fortezza di Mitridate”): la sua dominante posizione topografica e le imponenti mura turrite in crudo dovevano dare al visitatore l’impressione di una guarnita roccaforte. Eppure, la reale destinazione di questo impianto non era militare/strategica, ma piuttosto la celebrazione ed esaltazione della regalità partica e della potenza del nuovo gruppo etnico affermatosi sulla scena internazionale.  Dal 1990 il CRAST è impegnato a Nisa, grazie alla collaborazione con il Ministero della Cultura del Turkmenistan. Gli scavi italiani hanno indagato dapprima il settore centrale di edifici cerimoniali, poi un ampio complesso di magazzini e produttivo. Negli ultimi anni si è aperto un nuovo settore all’estremità nord che sta rivelando la presenza di un edificio monumentale, la cui natura resta ancora da definire. Il CRAST ha anche condotto studi e ricerche sui materiali conservati presso i musei della capitale, pubblicato articoli e monografie, curato la conservazione delle strutture scavate. La mostra accoglie una sezione dedicata ai più significativi ritrovamenti avvenuti nell’ultimo secolo di ricerche: oggetti che per la prima volta in assoluto escono dalle frontiere del Turkmenistan, come gli spettacolari rhyta in avorio. In mostra anche un modello del sito in scala con videomapping, elaborato dal Politecnico di Torino, che presenta al visitatore le strutture del sito e la storia delle ricerche. (28/10/2025-ITL/ITNET)

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