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IMMIGRAZIONE - LAVORO - PRESENTATO AL MIN. LAVORO IL XV RAPPORTO ANNUALE "GLI STRANIERI NEL MERCATO DEL LAVORO IN ITALIA 2025": 2 MILIONI 514.0000 OVVERO 10,5% TOTALE OCCUPATI
(2025-07-22)
XV Rapporto annuale "Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia 2025": sono 2 milioni e 514 mila, pari al 10,5% del totale degli occupati. Lavoratori sempre più richiesti dalle imprese, che però faticano a finalizzare tutte le assunzioni programmate. E' in estrema sintesi quanto evidenziato dal XV Rapporto “Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia 2025”, pubblicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Il Rapporto si apre con il contesto demografico e con una prospettiva internazionale, per poi approfondire le dimensioni principali della condizione occupazionale dei migranti, la dinamica di assunzioni e cessazioni e i dati su lavoro dipendente e autonomo e sull’imprenditoria migrante. Un capitolo è dedicato alle assunzioni programmate dalle imprese, altri a infortuni e malattie professionali, ammortizzatori sociali, previdenza e assistenza sociale. Tra le novità di quest’anno, un focus dedicato alle attivazioni di rapporti di lavoro domestico e un approfondimento della World Bank dedicato alle Global Skills Partnership.
Nel 2024, il tasso di occupazione degli stranieri non UE, in leggero calo, si è attestato al 57,6% (contro il 61,6% registrato tra gli italiani), il tasso di disoccupazione è sceso al 10,2% (6,1% tra gli italiani) e quello di inattività è rimasto sostanzialmente stabile al 31,7% (33,7% tra gli italiani).
Il divario di genere è molto forte, con donne non UE penalizzate su tutti i fronti: il tasso di occupazione è inferiore di quasi 30 punti percentuali agli uomini non UE, i tassi di disoccupazione e inattività sono superiori, rispettivamente, di 3 e 30 punti percentuali.
Gli “Altri servizi collettivi e personali” si confermano il settore con la più alta incidenza di lavoratori stranieri, il 30,9% del totale, seguiti da Agricoltura (20%), Alberghi e ristoranti (18,5%) e Costruzioni (16,9%). Nel 2024 sono stati registrati quasi 2,7 milioni di attivazioni di rapporti di lavoro che hanno interessato cittadini stranieri, il 25% del totale delle attivazioni. Per lo stesso anno, secondo Excelsior, le imprese dell’industria e dei servizi hanno programmato oltre un milione di assunzioni di lavoratori stranieri, quasi il 20% del totale, ma una volta su due (54,7%) hanno riscontrato difficoltà di reperimento.
I dati del rapporto evidenziano anche le tante criticità del lavoro dei migranti. Dal già citato gap di genere, che in alcune comunità è altissimo (il tasso di occupazione tra gli egiziani in Italia è 76%, tra le egiziane 4%), ai forti divari tra comunità (tra i filippini il tasso di occupazione è dell’82%, tra i tunisini è al 43%), passando per l’alta incidenza degli infortuni (riguardano lavoratori stranieri il 23,1% del totale di quelli registrate lo scorso anno) e per una retribuzione media annua dei lavoratori non UE inferiore del 30,4% rispetto a quella del complesso dei lavoratori, a causa dello schiacciamento su qualifiche inferiori e di un minor numero di giornate lavorate.
---------------------------------------------------------------- Gli stranieri residenti in Italia al primo gennaio 2025 sono 5,4 milioni (il 9,2% del totale della popolazione), in aumento di 169 mila unita? su base annua (+3,2%). Poco piu? del 58% degli stranieri (3,2 milioni) risiede nel Nord del Paese. Circa un quarto degli stranieri (1,3 milioni) vive in una regione del Centro, mentre il restante 17,3% risiede nel Mezzogiorno.
Nel corso del 2023 sono stati rilasciati 331 mila nuovi permessi di soggiorno a cittadini di Paesi Non UE. Dopo la forte crescita rilevata tra il 2020 e il 2022, nel 2023 si osserva un calo su base annua dei permessi di soggiorno rilasciati: -118 mila; -26,4%. I permessi sono stati rilasciati nel 39,0% dei casi per motivi familiari. Nel 32,1% per protezione, mentre i permessi per lavoro e studio hanno inciso, rispettivamente, per l’11,8% e per l’8,3% del totale. Il restante 8,8% dei permessi e? stato rilasciato per motivi religiosi, residenza elettiva, salute e “altre motivazioni”. Poco piu? di un quinto del totale dei permessi di soggiorno (73 mila) e? stato registrato in Lombardia. Seguono l’Emilia-Romagna (33 mila) e il Lazio (29 mila). Nel Lazio, nel Veneto, in Lombardia e in Piemonte piu? del 40% dei permessi ha durata superiore ai 12 mesi; all’opposto, in Molise, Puglia, Basilicata e Friuli-Venezia Giulia la quota di permessi con durata fino a 6 mesi oscilla tra il 40,4% e il 58,4%.
Dai primi anni 2000 ad oggi, i flussi di stranieri in entrata hanno costantemente superato le partenze: tra il 2005 e il 2024, 6,4 milioni di iscrizioni e 735 mila cancellazioni in anagrafe. Al contrario, tra i cittadini italiani, nello stesso periodo, le cancellazioni (espatri: 1,7 milioni) hanno superato le iscrizioni (rimpatri: 864 mila).
A livello territoriale, le migrazioni interne – gli spostamenti sul territorio nazionale di cittadini stranieri ed italiani – penalizzano fortemente le regioni del Meridione: tra il 2005 e il 2024, il Mezzogiorno e? l’unica macro- ripartizione in cui le cancellazioni superano le iscrizioni in anagrafe sia per Ia componente straniera (-142 mila) che per quella con cittadinanza italiana (-917 mila).
L’ITALIA E LE PROSPETTIVE INTERNAZIONALI IN TEMA DI MIGRAZIONE
Il rapporto annuale OCSE International Migration Outlook (OECD, 2024) e il rapporto UE Labour Force Survey (EU-LFS, 2023) forniscono dati e informazioni circa le tendenze in materia di migrazione e i principali risultati dell'integrazione nel mercato del lavoro dei migranti nei Paesi dell’area OCSE.
Nel 2023, l'immigrazione nei Paesi OCSE ha raggiunto livelli record per il secondo anno consecutivo, con un aumento del 10% rispetto al 2022 e un aumento del 28% rispetto al 2019. Gli Stati Uniti sono il primo paese di destinazione con 1,2 milioni di nuovi residenti permanenti legali, seguiti dal Regno Unito con 750.000 nuovi migranti (250.000 in piu? rispetto al 2022, +52%) e dalla Germania con quasi 700.000 nuovi ingressi di tipo permanente. Un calo degli afflussi si registra in circa un terzo dei Paesi OCSE tra cui Nuova Zelanda, Italia, Israele, Danimarca, Estonia e Lituania. In Italia il calo registrato rispetto al 2022 e? pari a -11,6%. La maggior parte degli immigrati vive in Nord America (38%) e nei Paesi OCSE europei (46%, di cui il 37% nell'Unione Europea); l’Italia ospita il 4% del totale, all’ottavo posto tra i paesi OCSE.
Per quanto riguarda le categorie di ingresso1 la maggior parte dell'aumento del 2023 ha riguardato la migrazione familiare (+16%) con circa 2,5 milioni di migranti. Per quanto riguarda le categorie di ingresso (motivo di rilascio del permesso di soggiorno), la maggior parte dell'aumento del 2023 e? stata guidata dalla migrazione familiare (+16%) con circa 2,5 milioni di migranti.
Nel 2023 e? aumentata anche la migrazione umanitaria (+20%).2 I Paesi dell'OCSE hanno riconosciuto la protezione internazionale (compreso asilo e reinsediamento) a 676.000 rifugiati nel 2023 (+15%) - il livello piu? alto dal 2017. In Italia, nel 2023, sono stati accolti 208.200 nuovi immigrati su base permanente (compresi i cambiamenti di status e la libera circolazione), il -12% in meno rispetto al 2022. Questa cifra comprende circa il 21% di immigrati che beneficiano della libera circolazione, il 15% di immigrati per motivi di lavoro, il 61% di familiari (compresi i familiari al seguito) e il 2% di immigrati per motivi umanitari.
I nuovi richiedenti asilo nei Paesi OCSE sono 2,7 milioni nel 2023 (+30% sul 2022), laddove gia? dal 2021 al 2022 il numero di nuovi richiedenti asilo nei Paesi OCSE era quasi raddoppiato (+91%). L'Italia ha registrato un aumento di quasi il 70% delle domande nel 2023 rispetto al 2022, diventando la quarta destinazione tra i Paesi europei dell'OCSE e la settima nell'area OCSE. La maggior parte dei richiedenti asilo in Italia nel 2023 proveniva dal Bangladesh (23.000, +59%), dall'Egitto (18.000, +106%) o dal Pakistan (16.000, +47%). Delle 46 000 decisioni prese nel 2023, il 48% e' stato positivo.
La migrazione economica (legata alla ricerca di lavoro) e la libera circolazione nell'area UE-OCSE rappresentano altre frequenti cause di migrazione. L'Italia registra percentuali inferiori alla media OCSE, con circa 7.600 permessi a migranti per lavoro temporaneo e stagionale (esclusa la migrazione intra-UE). Le prime nazionalita? di nuovi arrivati nel 2022 sono state da Romania, Ucraina, Albania, Bangladesh e Marocco. Nel 2022, il numero di acquisizioni di cittadinanza nei Paesi OCSE e? aumentato del 27% superando i 2,8 milioni. I dati parziali per il 2023 indicano che questo dato e? rimasto a un livello simile nel 2023, con aumenti osservati in Australia, Germania e Regno Unito. Nel 2022 in Italia il rapporto tra acquisizioni di cittadinanza e popolazione straniera e? stato pari al 4,1%. SEGUE.....
--------------------------------------------------- Il XV Rapporto "Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia" è curato dalla Direzione Generale per le politiche migratorie e per l’inserimento sociale e lavorativo dei migranti del Dipartimento per le politiche sociali, del terzo settore e migratorie del MLPS, in collaborazione con la Direzione Generale delle Politiche attive del lavoro, dei servizi per il lavoro e degli incentivi all’occupazione, la Direzione Generale per l'Innovazione e l’organizzazione digitale, la statistica e la ricerca, INPS, lNAIL, Unioncamere, Banca Mondiale e OCSE, con il coordinamento esecutivo di Sviluppo Lavoro Italia s.p.a. (22/07/2025-ITL/ITNET)
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