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ITALIANI ALL'ESTERO - CITTADINANZA: OK AL SENATO CONVERSIONE IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI, DL 28 MARZO 2025, N. 36: DISPOSIZIONI URGENTI IN MATERIA DI CITTADINANZA
(2025-05-15)
L'Assemblea ha approvato in prima lettura il ddl n. 1432 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 marzo 2025, n. 36, recante DISPOSIZIONI URGENTI IN MATERIA DI CITTADINANZA.
Il provvedimento è stato approvato con 81 sì e 37 no. Il testo passa alla Camera. Aveva ricevuto il via libera a fine marzo dal Consiglio dei Ministri, ed è in vigore da allora: introduce delle limitazioni all’esercizio dello ius sanguinis, il principio con cui al momento è possibile ottenere la cittadinanza italiana.
Il provvedimento si compone di 4 articoli: l'articolo 1 introduce una preclusione all'acquisto automatico della cittadinanza per i nati all'estero con altra cittadinanza, salvo specifiche eccezioni.
In sede referente sono state apportate importanti modifiche, tra cui l'estensione dei termini per alcune domande, nuove disposizioni per i minori, l'introduzione di un requisito biennale di residenza per i figli di cittadini italiani e la soppressione della prorogabilità fino a trentasei mesi per alcuni procedimenti.
Si interviene inoltre sulle prove nelle controversie e si apre alla possibilità di lavoro subordinato fuori quota per discendenti di cittadini italiani e con cittadinanza in Paesi a forte emigrazione italiana.
Nella seduta di ieri sono state respinte le questioni pregiudiziali e si è svolta la discussione generale. Oggi, in sede di replica, il relatore, sen. Lisei (FdI), ha difeso il lavoro svolto in Commissione, rivendicando l'approvazione unanime di quasi tutti gli emendamenti e ribadendo l'urgenza del provvedimento per contrastare abusi nella concessione della cittadinanza.
Il Sottosegretario per i rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano ha ribadito che il provvedimento non limita diritti acquisiti, ma rafforza il legame effettivo con l'Italia: la cittadinanza dev'essere un vincolo profondo e non uno strumento di comodo.
Durante l'esame dell'articolato è stato approvato l'emendamento 1.138 del relatore, che ripristina la prorogabilità fino a trentasei mesi per i procedimenti di concessione della cittadinanza.
Sono stati altresì accolti gli ordini del giorno G1.1 e G1.2 della Commissione, G1.100 del sen. Menia (FdI) e G1.101 dei sen Paroli (FI-BP) e Daisy Pirovano (LSP).
Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato VOTO FAVOREVOLE
iL SEN. OCCHIUTO (FI-BP), che ha promosso un modello di ius Italiae, sostenuto da FI, basato su integrazione reale, scuola e lingua, rifiutando automatismi e valorizzando il radicamento;
DAISY PIROVANO (LSP), secondo la quale si è cercato un equilibrio tra il rispetto del legame di sangue con l'Italia e la necessità di riformare con urgenza, pur in mancanza di un vero dibattito parlamentare;
MENIA (FdI) ha richiamato la visione "sacrale" dell'italianità: non solo sangue o suolo, ma spirito, identità e doveri, denunciando il business delle cittadinanze facili.
Hanno dichiarato VOTO CONTRARIO
i sen. LOMBARDO (Misto-Az), che ha accusato il Governo di incoerenza: dice di valorizzare gli italiani all'estero, ma toglie loro il diritto alla cittadinanza iure sanguinis, anche retroattivamente;
SPAGNOLLI (Aut), che ha proposto lo ius culturae come cittadinanza inclusiva: il decreto manca di visione e metodo, serve una riforma sistemica e non un provvedimento d'urgenza che spacca persino la maggioranza;
DAFNE MUSOLINO (IV), che ha contestato l'introduzione di un balzello da 250 euro sulle domande e l'assenza di un disegno riformatore inclusivo, invocando un'evoluzione normativa verso ius soli e ius scholae;
BORGHESE (Cd'I), che ha espresso un voto in dissenso dal Gruppo, contestando in primis la logica emergenziale usata per giustificare la norma, che colpisce anche chi ha diritto legittimo alla cittadinanza, chiedendo una riforma organica e inclusiva;
MAGNI (Misto-AVS), che ha denunciato l'assenza di visione storica sull'emigrazione italiana e richiamato la necessità di riconoscere la cittadinanza come diritto, non come concessione, ribadendo l'importanza dell'inclusione in una società ormai multietnica;
CATALDI (M5S), che ha richiamato la ricchezza storica e culturale delle comunità italiane all'estero, che vanno valorizzate e non trattate come un problema amministrativo;
PARRINO (PD), che ha definito il decreto frutto di malafede politica: il Governo ha adottato un modo di legiferare ritorsivo, colpendo categorie scomode come gli italiani residenti all'estero, accusandoli ingiustamente di speculazione, trascurando legami che meritano rispetto e non provvedimenti frettolosi." (15/05/2025-ITL/ITNET)
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