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ITALIANI ALL'ESTERO -DECRETO CITTADINANZA -IN SENATO FONDAZ. MIGRANTES: "BENE SU MERITO GESTIONE ORDINATA MOBILITA'. DUBBI SUL METODO UNIDIREZIONALE E IMPOSITIVO. CHIUDERSI DI NESSUNA UTILITA"."

(2025-04-14)

  La Fondazione Migrantes è stata ascoltata dalla Commissione Affari costituzionali del Senato nel corso di una audizione informale sui ddl nn. 1432 (d-l 36/2025 – disposizioni urgenti in materia di cittadinanza) e nn. 98 e conn. (disposizioni in materia di riacquisto della cittadinanza italiana) di giovedì 10 aprile 2025.
Il bollettino settimanale della Fondazione ne pubblica una sintesi:

"L’acquisizione della cittadinanza italiana è un tema prioritario per la Fondazione Migrantes che da diversi anni monitora costantemente cambiamenti quantitativi e qualitativi che hanno poi portato a dedicare l’annualità 2024 del Rapporto Italiani nel Mondo proprio a questo specifico tema.

Ed è stata proprio la curatrice del Rapporto,  Delfina Licata, a intervenire in audizione a nome della Fondazione. Nel suo intervento ha evidenziato:  preoccupazione per la radicalità e la disorganicità del cambiamento

Alla luce della consolidata esperienza con l’estero della Fondazione Migrantes si è fatto presente che a partire dal 28 marzo si è passati dalle legge sulla cittadinanza probabilmente tra le più generose al mondo a una modifica estremamente restrittiva. " Registriamo, pertanto, ha evidenziato Licata, il disorientamento per un cambiamento così estremo, per alcuni difficilmente comprensibile, alla luce della storia migratoria italiana e della diffusione dell’italianità a livello internazionale. Ci si riferisce in particolare alle preoccupa-zioni di chi ha procedimenti in corso e non ha più chiaro cosa accada in uno stesso nucleo familiare dove potrebbero coesistere posizioni diverse tra persone titolate allo stesso modo, ma che hanno fatto richiesta in contesti temporali diversificati.

La Fondazione Migrantes, alla luce della sua storia, auspica anche da tempo la necessità di una riforma organica della cittadinanza italiana, rispondendo cioè al superamento delle fragilità italiane che partono dagli aspetti demografici e toccano quelli economici e culturali. Per preparare l’Italia del domani l’attenzio-ne deve essere posta contestualmente anche ai tanti cittadini di diversa nazionalità nati nel nostro Paese che attendono 10 anni per poter fare domanda di cittadinanza riducendo i tempi di attesa e ripensando una modalità che vada oltre lo ius sanguinis o lo ius soli e permei lo ius culturae ovvero quel legame di effettività richiesto e ribadito in questo disegno di legge.

Attenzione ai numeri

Negli ultimi 20 anni i cittadini italiani residenti all’estero, iscritti all’Anagrafe degli Italiani residenti all’Estero (AIRE), sono più che raddoppiati. Un mondo che ringiovanisce sempre più grazie alle nascite all’estero di figli di cittadini italiani che all’estero già risiedono. Ma si tratta di fenomeno che riguarda più il contesto europeo che quello oltreoceano. Oltre il 54% di chi è iscritto attualmente all’AIRE risiede in Europa e oltre il 70% delle iscrizioni all’AIRE per la sola motivazione espatrio a inizio 2024 ha riguardato una nazione europea. Questo significa che una serie di disposizioni pensate per l’italodiscendenza e quindi orientate geograficamente all’America Latina in realtà rischiano di impattare negativamente su una storia europea che, al contrario, si sta imponendo velocemente e quantitativamente e che riguarda contesti familiari completamente diversi.

Un caso eclatante su tutti. Quello della vicina Svizzera dove il 50% dei 700 mila italiani lì residenti ha la doppia cittadinanza, dove l’italiano è lingua nazionale, dove si guardano canali della televisione italiani dagli anni Ottanta. Eppure con questo disegno di legge anche in Svizzera avremmo chi non potrebbe fare più richiesta di cittadinanza in quanto numerosissimi sono i nonni nati in Svizzera, cioè le prime generazioni stando al disegno di legge da cui ha origine la discendenza e, quindi, il diritto di avere la cittadinanza.

"Attenzione poi a pensare che gli italiani siano esplosi numericamente soloper l’acquisizione di cittadinanza. Da venti anni la Fondazione monitora un flusso continuo di partenze che ha portato a un raddoppio dei cittadini ufficialmente iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero. Negli ultimi anni il numero di chi parte per la sola motivazione espatrio ottemperando all’obbligo di legge di iscrizione all’estero supera le 100 mila unità all’anno.

La presenza degli italiani all’estero è dunque frutto di un continuo e costante sguardo che i nostri giovani e giovani adulti negli ultimi 20 anni e, ancora di più negli ultimi 10 hanno rivolto e stanno rivolgendo all’estero partendo da una situazione nazionale di molteplici fragilità che impedisce di dare risposta a una serie di necessità, personali, esistenziali e professionali.

Sul disegno di legge n. 1432, in sintesi, la Fondazione Migrantes esprime un plauso di merito perché finalmente qualcosa nel nostro Paese si muove sul tema ampio della cittadinanza. Vista la complessità della materia, però, poniamo dei dubbi sul metodo unidirezionale e impositivo. Nell’ottica della situazione demografica in cui versa il nostro Paese, su cui regnano feroci la denatalità, l’invecchiamento e lo spopolamento dei territori, il chiudersi non sembra di nessuna utilità.

Al contrario, aprirsi all’altro e rendersi attrattivi, attraverso una gestione ordinata della mobilità e un contrasto deciso a tutte le pratiche illecite che, come ben evidenziato nel documento, si inseriscono in modo fraudolento nelle procedure di acquisizione della cittadinanza, rappresenta un’azione necessaria e doverosa. È compito di uno Stato democratico tutelare i propri cittadini." conclude la nota della Fondazione. (14/04/2025-ITL/ITNET)

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