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ITALIANI ALL'ESTERO -DECRETO CITTADINANZA - SEN. MENIA (FdI): "FINO A QUALCHE ANNO FA LIMITATO...DIVENUTO ORMAI ENORMEMENTE STRUTTURATO...VERA EMERGENZA. IN PARLAMENTO LE MIGLIORIE NECESSARIE."

(2025-04-09)

"Sul decreto cittadinanza ho non solo depositato in Ia Commissione  Affari Costituzionali - giacchè alla  Affari Costituzionali era già iniziata la discussione relativamente ad una serie di disegni di legge in materia, di cui  uno a mia firma più completo degli altri perchè tratta anche di un aspetto che ci trova tutti sostanzialmente d'accordo: il riacquisto della cittadinanza per i naturalizzati. In pratica coloro i quali hanno dovuto rinunciare alla cittadinanza italiana per motivi di lavoro in paesi che non riconoscevano la doppia cittadinanza." spiega il Sen. Roberto Menia  nel corso di una breve intervista rilasciata nei giorni scorsi a Radio Radicale.
Oggi, di fatto non sussiste più, fa presente Menia, però ci sono persone che in Australia, in Canada, negli Stati Uniti che  hanno perso la cittadinanza italiana. Si tratta di una platea sempre più ridotta. E su questo eravamo praticamente tutti d'accordo.  Io ho aggiunto, però, un altro elemento: quello non tanto del riacquisto della cittadinanza, ma relativo al fenomeno di una crescita esponenziale di coloro che chiedono il riconoscimento come  italiani nel mondo, che è da denunciare, ed io l'ho denunciata".  Eppure, dichiara il parlamentare - io  sono uno che crede nel valore dell'italianità e di quel patrimonio che abbiamo in giro per il mondo, ma l'essere oriundo di 5 generazioni fa sì che divenga  italiano nel momento in cui tu ricostruisci la tua cittadinanza. In questi ultimi anni,  però, sono nate delle agenzie che fanno un vero e proprio commercio di passaporti italiani.

Il passaporto italiano è, infatti, diventato un passaporto molto ambito per altri Paesi, dell'America latina soprattutto. Ti fa entrare negli Stati Uniti, dove altrimenti non entreresti. Ti fa entrare nell'Unione Europea. In genere si tratta, comunque, di persone che parlano spagnolo e vanno, per esempio, a lavorare in Spagna e, dunque, la ricaduta che c'è in Italia per molti è zero.Ma quello che è davvero brutto è questo mercato.
Potrei citare locandine, manifesti, giornali brasiliani che ne parlano, soprattutto in Brasile.  E si calcola che ci siano 30 milioni di italo discendenti che reclamano la cittadinanza italiana, adducendo un avo di 5 generazioni addietro, emigrato da un qualunque paese d'Italia e finito in Brasile nel 1870. Un avo che ha  generato da allora centinaia di discendenti italiani che chiedono la cittadinanza per trasmissione Jus Sanguinis.  Un fenomeno fino a qualche anno fa limitato, mentre adesso sta esplodendo."

Ed il Senatore ne esplicita le modalità "La vendita della cittadinanza italiana avviene addirittura con il sistema del "paghi due, prendi tre", oppure "le donne non pagano". Ci sono delle cose incredibili, tipo il Black Fryday della cittadinanza, ci sono dietro pool di avvocati, c'è tutta una operazione di false residenze messe in atto in vari comuni italiani, per i certificati. C''è dietro un fenomeno enormemente strutturato e che ha messo in difficoltà anche  Tribunali e Corti d'appello, oltre che i Consolati. I Consolati, seguendo la normale procedura, hanno accumulato anche  appuntamenti per oltre un decennio."
 
Poi, fa presente " Il fenomeno che denunciavo è il ricorso per via giudiziale, fatto attraverso pool locali e poi in Italia, magari dietro presentazione di false residenze. Oppure attraverso la vendita di un "pacchetto" per cui  ti fanno risiedere, per farti vedere dal vigile urbano come effettivamente residente in questo paese. In  Italia ci sono fenomeni, come in Val di......, dove a fronte di 600 abitanti di questo  piccolo paese ci sono  adesso 2000 brasiliani, arrivati dal Brasile.  Per questo motivo si è  intervenuti, perché c'è un'esplosione di cittadinanze che non corrispondono ad una vera reale cittadinanza. "

Perchè, sottolinea il Senatore "La cittadinanza è un modo di essere e di sentire, di parlare se possibile l'italiano, di cercare di conoscere le proprie origini. Altri avrebbero diritto ad averla,  perché ci sono italo discendenti che hanno conservato il legame con le proprie radici e sono disponibili a fare l'esame di lingua italiana, a mandare i figl a scuola in Italia e noi avremo tutto l'interesse  a far ritornare gli oriundi italiani a ripopolare paesi spopolati. Siamo un popolo che non fa più figli,  siamo a crescita zero, per cui reintegrare gli oriundi italiani, è una questione da considerare molto largamente. Sono aspetti che si intrecciano  sostanzialmente ed il decreto parla del riconoscimento di due cittadinanze. Nel mio progetto consideravo anche l'ascendenza dal bis- nonno per allargare un po' di piu' la rete, proprio perché io tengo al concetto di  italianità e quindi lo abbinavo anche ad un esame di lingua italiana. Su questi ed altri elementi penso  che, comunque, ci sia la possibilità di trovare soluzioni."

"La Commissione Affari Esteri,  ha incontrato il CGIE, il Consiglio generale degli italiani all'estero, che ci ha rappresentato una serie di istanze sostanzialmente condivise da tutti, chiedendo un intervento migliorativo del decreto, ovvero  il concetto in cui si dice "ha diritto alla trasmissione per via di sangue il nipote di un nonno di seconda generazione nato in Italia. Il principio su questo non va perché non è il concetto della nascita ma quello della residenza di tanti italiani.  Ne ho già sentiti molti in questi giorni , "ma come, io abito a New York, i miei figli sono nati qua ma  parlano italiano, studiano italiano, mi dici perchè non sono più italiani ?" Quindi è chiaro che la cosa va discussa" afferma Menia.

Infine, il parlamentare  si sofferma sulla questione della decretazione d'urgenza, sollevata dai piu'  "Il governo alla fine ha agito per decreto perché la cosa stava esplodendo. C'era una vera emergenza.  Quindi sulla base di questo fattore, ll Governo è intervenuto con decreto e sono sicuro che questo decreto uscirà comunque variato rispetto al testo originale, perché è anche giusto che su un tema importante come questo il Parlamento ne discuta ed apporti le migliorie necessarie,  senza fare guerre di religione". conclude il Sen. Menia. (09/04/2025-ITL/ITNET)

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