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IMMIGRAZIONE - 109.ma GIORNATA MONDIALE MIGRANTE E RIFUGIATO - P.BAGGIO: "GARANTIRE LIBERTA' DI SCELTA E' ANCHE RESPONSABILITA' COMUNITA' INTERNAZIONALE" MONS. SAVINO (V.PRES.CEI): L'ITALIA PAESE NON SOLO DI ACCOGLIENZA MA ANCHE DI PARTENZA"

(2023-05-11)

  "La natura forzata di molti flussi migratori attuali obbliga ad una considerazione attenta delle cause delle migrazioni contemporanee. Il diritto a rimanere è precedente, più profondo e più ampio del diritto ad emigrare. Esso include la possibilità di essere partecipi del bene comune, il diritto a vivere in dignità e l’accesso allo sviluppo sostenibile, tutti diritti che dovrebbero essere effettivamente garantiti nelle nazioni d’origine attraverso un esercizio reale di corresponsabilità da parte della comunità internazionale." così Padre Fabio Baggio, C.S., Sotto-Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale alla presentazione alla stampa del Messaggio del Papa per la 109a Giornata Mondiale dei Migranti e dei Rifugiati.

Tuttavia "Di fronte all’evidente aumento delle migrazioni forzate in questi ultimi anni, il Santo Padre ha creduto opportuno sottolineare ancora una volta quanto sia importante che ogni migrazione sia frutto di una scelta libera, informata e ponderata. Guerre, violenza, disastri naturali e carestie sono alcuni dei fattori che costringono ad emigrare. Ma esistono la povertà, la mancanza di prospettive reali di sviluppo per sé e la propria famiglia, che minano la libertà della scelta di emigrare.

Per ridurre sensibilmente le migrazioni forzate tutti gli attori politici e sociali sono chiamati ad un comune impegno per la cessazione di tutti i conflitti, la fine delle dittature egemoniche, l’eliminazione delle persecuzioni e la prevenzione dei disastri naturali, particolarmente quelli causati dallo sfruttamento abusivo delle risorse naturali."

Dunque, "Per fare della migrazione una scelta davvero libera, bisogna garantire che tale scelta sia informata e ponderata. Ma, soprattutto, devono essere assicurate le condizioni minime grazie alle quali ogni persona, senza nessuno escluso, possa realizzarsi individualmente e come famiglia. Per questo è necessario garantire, come requisiti minimi, un’equa partecipazione al bene comune, i diritti fondamentali e la dignità personale e l’accesso allo sviluppo sostenibile.

Ma P. Baggio ha anche aggiunto il "garantire la libertà di scelta se emigrare o restare è anche responsabilità della comunità internazionale, nel quadro di una corresponsabilità globale diretta ad un bene comune, che non si limita ai confini nazionali. Lo sviluppo dei paesi economicamente più poveri dipende dalla capacità di condivisione tra tutti i paesi".

D'altra parte, "Fare di tutte le migrazioni una scelta libera è, senza dubbio, un obiettivo a lungo termine. I cambiamenti necessari richiedono molto tempo. Nel frattempo, dobbiamo aspettarci ancora flussi migratori ingenti. Per questo è necessario impegnarsi a sviluppare una governance globale, con azioni efficaci, adeguate e lungimiranti, che puntino al bene di tutte le persone coinvolte".

Per favorire un’adeguata preparazione alla celebrazione di questa giornata, il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ha organizzato una campagna di comunicazione finalizzata a favorire una comprensione approfondita del tema del Messaggio attraverso sussidi multimediali, materiale informativo e riflessioni teologiche." ha concluso P. Baggio .

"Il nostro è un Paese non solo di accoglienza, ma anche di partenza." ha ricordato il Vice Presidente della CEI, Mons. Francesco Savino, sottolineando " Ogni anno sono più gli italiani che partono dei migranti che arrivano." Ed ha precisato "Vengo da una terra nella quale allora risuona dirompente il titolo di questo messaggio. Penso alle migliaia di giovani che lasciano ogni anno la Calabria per andare lontano: magari fossero liberi di rimanere, di restare! Naturalmente il messaggio del Papa si riferisce con molta precisione a partenze ancor più drammatiche: vere e proprie fughe da conflitti, persecuzioni, disastri ecologici e umanitari, uomini, donne e bambini per cui manchiamo talvolta di conoscenza e compassione." ha ricordato il Vice Presidente della CEI, Mons. Francesco Savino

E d’altra parte guardare – come si dice – “a casa nostra” può forse scuoterci maggiormente. Andare altrove può essere di grande arricchimento, per chi parte e persino per chi lascia andare: può rappresentare un’apertura, uno scambio, l’inizio di quel meticciato fra culture che ha sempre riaperto, nella storia, società altrimenti chiuse e decadenti.

“Liberi” dice Papa Francesco. Liberi di muoversi, viaggiare, migrare – certo – perché non può essere una concessione: la terra è di tutti. Ogni confine è artificiale e deve restare permeabile. Basta con un mondo di fili spinati e di muri! Ricordiamolo: quanta bellezza e quanto lavoro hanno portato gli Italiani nel mondo! E quanto l’Italia ha ricevuto e sta ricevendo da altri popoli, oggi, come nella sua lunga storia! Le nostre città raccontano questa stratificazione, così come la nostra lingua e tutte le grandi lingue europee. Liberi anche di restare. Libertà non è solo mobilità: è anche fedeltà, radicamento, amore per quei luoghi che hanno nutrito la nostra infanzia e ci legano al grande passato. Liberi di restare, o di tornare: la cattolicità non è un universalismo senza patrie, senza diversità, senz’anima.

A questo proposito non posso non ricordare l’esperienza che come giovane presbitero ho fatto con tanti volontari di ogni appartenenza l’8 Agosto del 1991 con il venerabile don Tonino Bello prima nel porto di Bari e poi nello Stadio della Vittoria quando giunsero con la nave Vlora circa 20 mila albanesi. È stata un’esperienza senz’altro faticosa e difficile ma che ha cambiato radicalmente il mio, il nostro sguardo sulla realtà degli immigrati e la rispettiva accoglienza.

Ognuno di noi si rese disponibile all’accoglienza, alla condivisione, che ci ha consentito di diventare più ricchi umanamente e culturalmente.

Non posso non fare menzione dell’esperienza fatta più di recente nella Diocesi di Cassano all’Jonio, affidata alla mia cura pastorale: l’apertura di due centri di accoglienza, uno per minori non accompagnati a Mormanno, paese in cui abbiamo una struttura di seminario minore estivo, e un altro per adulti presso la nostra fondazione Rovitti a Francavilla Marittima. E ancora più recente l’esperienza drammatica fatta a Cutro dove ho sperimentato il naufragio dell’umanità davanti a tante vittime.

Credo sia questo lo sfondo per cogliere bene il senso di questo nuovo messaggio. I migranti che io incontro, che siano calabresi in partenza o fratelli e sorelle in arrivo da luoghi di povertà e disperazione, portano nella propria carne i segni di quanto Papa Francesco ci ha scritto.

È in loro nome che vi prego: prendiamo sul serio come Chiesa e come società civile questa visione che è insieme laica ed evangelica." ha concluso l'esponente della CEI. (11/05/2023- ITL/ITNET)

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