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ECONOMIA ITALIANA - FONDAZ. GUIDO CARLI: "SERVONO 'ENERGIE CORAGGIOSE'. LIUZZI (PRES. FONDAZ.): " NOSTRO CONTRIBUTO DI IDEE PER LA RIPARTENZA"
(2022-12-02)
Servono “Energie coraggiose”, perché solo in questo modo l’Italia supererà la crisi causata, in buona parte, dalla guerra in Ucraina. La Fondazione Guido Carli ha riunito esperti, politici e imprenditori per discutere di temi energetici, per una svolta e un cambio di passo. L’evento, dal titolo “Energie coraggiose, forze che fanno muovere il mondo”, è stato insignito della medaglia della Presidenza della Repubblica e ha raccolto il plauso del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che in un video ha ribadito che “da questa crisi l’Italia può uscire più forte e più autonoma di prima, ma per farlo deve avere coraggio, visione, guardare oltre, immaginare una strategia di lungo termine”.
Nell’introdurre i lavori, Romana Liuzzo, presidente della Fondazione, ha sottolineato come “in questi mesi abbiamo realmente compreso quanto l’energia non sia soltanto una risorsa essenziale, ma un pilastro per la sicurezza nazionale e il benessere della comunità: un passaporto per la salvezza”. Abbiamo capito quanto la transizione ecologica sia un percorso obbligato per la crescita, da realizzare nell’ambito del «nuovo umanesimo» auspicato da Papa Francesco, senza lasciare indietro nessuno.
Solidarietà, libertà, responsabilità: valori cari a mio nonno, Guido Carli. Da qui l’idea di dedicare alle «energie» la quarta Convention della Fondazione che ho l’onore di presiedere. Parleremo certamente di crisi, ma anche delle «forze generative» di cui l’Italia è ricca. Quel patrimonio di talenti e competenze che ci rende unici al mondo. È con loro che la Fondazione Guido Carli si fa carico di un progetto ambizioso: offrire un contributo di idee per la Ripartenza. Un Manifesto a supporto del governo che - scevro da qualsiasi condizionamento politico, che metta al centro la proposta di istituire, proprio il 2 dicembre, la Giornata Nazionale dell’Energia. Obiettivo: definire annualmente – conclude la Presidente Liuzzi - lo stato delle energie nel Paese, dal punto di vista economico, sociale e culturale. Diceva Luigi Einaudi che «nella vita delle nazioni, di solito, l’errore di non saper cogliere l’attimo fuggente è irreparabile». Il nostro attimo fuggente è adesso. L’Italia può e deve vincere anche questa sfida”.
Gianni Letta, presidente onorario della Fondazione, ha ricordato, nel suo breve saluto, la “sorprendente attualità delle considerazioni di Guido Carli”.
Poi la parola agli ospiti. Il Ministro degli interni Matteo Piantedosi ha ribadito che “in momenti come questo, di grave crisi energetica, le grandi fratture del passato possono anche essere delle opportunità. Per questo occorre ripartire dalle città, riconsiderando l’elemento territoriale. A proposito di crisi energetica, di transizione ecologica, di innovazione tecnologica, va rimeditato il prossimo futuro per ripartire dai luoghi dove ci sono le reti delle persone”.
Per l’Amministratore Delegato di Eni, Claudio De Scalzi, “l’Italia e l’Europa devono dotarsi di un piano energetico di sicurezza ma bisogna anche essere competitivi. Poi ha ammonito: “non si può escludere il gas dalla tassonomia europea perché nessuno tornerebbe a investire”. Per De Scalzi l’asse delle risorse energetiche sta cambiando. “La Russia si sta spostando verso grandi mercati in crescita come Cina, India, Vietnam e Corea che non hanno risorse energetiche proprie. L’Europa invece è rimasta sola e deve guardare verso l’Africa. Non è mai stata conquistata, casomai è stata sfruttata e in questo momento non ha un compagno. Lì si possono fare investimenti in modo rispettoso e l’Italia ha già cominciato”.
Urbano Cairo, presidente di Rcs, ha chiesto di “ritornare a produrre energia perché abbiamo capito che le nostre risorse sono molto scarse, che l’energia che potevamo avere in maniera ampia dall’estero può venire anche a mancare e che quindi, forse, dobbiamo riprendere il tema delle trivelle, dei rigassificatori, del nucleare, anche ricordando che a poche centinaia di chilometri da noi c’è la Francia che lo usa in maniera importante”.
Un contributo fondamentale alla discussione è stato dato dalla tavola rotonda conclusiva a cui hanno partecipato lo psichiatra Paolo Crepex, Domitilla Benigni, Ceo & Coo Elettronica, Sergio Dompè, presidente Dompè Farmaceutici SpA, Luigi Ferraris, amministratore delegato Ferrovie dello Stato, Stefano Sala, amministratore delegato Publitalia ’80, e Giovanni Malagò, presidente Coni.
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a Fondazione «Guido Carli», nasce il 6 luglio del 2017, su impulso dell’Associazione «Guido e Maria Carli», ente no profit, apolitico, attivo in Italia dall’11 novembre 2010.
Sia l’Associazione che la Fondazione sono state fortemente volute da Romana Liuzzo, che ne è la Presidente, nipote dell’ex Governatore della Banca d’Italia, Guido Carli.
Un’infanzia, la sua, trascorsa tra i racconti di nonno Guido, uomo di grande cultura che la sera le leggeva Lev Tolstoj in lingua originale e le carezze di nonna Maria, animo dolce di poetessa ed estrosa pittrice.
Romana Liuzzo, nominata Cavaliere della Repubblica nel giugno 2017 e dal novembre 2020 Ufficiale della Repubblica, è giornalista: esordio a «Repubblica» dove ha lavorato dall’89 al 2003, poi «Panorama» come capo servizio dal 2003 al 2013, fino settembre 2019 inviata per «Il Giornale».
Romana Liuzzo è la Presidente della Fondazione e dell’Associazione con la preziosa collaborazione dell’amico di una vita, Gianni Letta, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che ne è Presidente onorario e protagonista della manifestazione da lui introdotta e diretta ogni anno a maggio nelle sedi istituzionali più prestigiose (Sala della Regina a Montecitorio, Aula del Senato).
Scopo principale della Fondazione è: valorizzare le «eccellenze italiane» o quelle che potranno diventarlo, attraverso convegni, presentazioni di libri, mostre e incontri, e fare in modo che tali eccellenze restino in Italia. Punta di diamante, momento clou dei lavori della Fondazione è il mese di maggio con il Premio Carli, istituito per ricordare la figura del Governatore, protagonista del Trattato di Maastricht che credeva in un’Europa fatta di crescita, occupazione e solidarietà tra gli uomini. È di Carli (che fu anche Presidente di Confindustria e ministro del Tesoro), il volto sulla medaglia in bronzo coniata per l’occasione dal Poligrafico con la sua firma storica, quella stampata sulle banconote negli Anni ’60 fino al ’75.
La medaglia, accompagnata da una motivazione letta da ciascun giurato, è il riconoscimento attribuito ogni anno a maggio alle eccellenze del made in Italy. Questi i settori premiati: economia, alta finanza, banche, imprenditoria, cultura e giornalismo. Ma soprattutto l’impegno sociale con le storie di uomini e donne che abbiano dimostrato di credere in un’Italia migliore. Meritocrazia, onestà e trasparenza sono i punti fermi della giuria composta da una squadra fissa, e da alcuni membri a rotazione, perché nel premio circolino sempre nuove idee. L’ambito riconoscimento, assegnato a Montecitorio, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio, è rivolto alle persone che segneranno le pagine della nostra storia. Proprio come è stato per Guido Carli. (02/12/2022-ITL/ITNET)
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