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ITALIANI ALL'ESTERO - COMITES - INCONTRO ON LINE CON I NUOVI COMITES DELLE CAPITALI - PROMOSSO DAI PARLAMENTARI DELLA CIRCOSCRIZIONE ESTERO - COMITES BRUXELLES, PARIGI E BUDAPEST

(2022-02-10)

"Volendo massimizzare tempo e dialogo in questo primo incontro con i Comites, il Sen Fantetti ha orientato le linee di intervento degli esponenti dei Comitati su due o tre temi: gli elementi per far conoscere meglio i Comites in Italia, dove sono  poco conosciuti. Lo vediamo quando andiamo a chiedere i fondi necessari" e "spiegare quali siano le caratteristiche delle comunità in Europa giacché  la  stragrande maggioranza degli iscritti all'AIRE vive in Europa, mentre l'italiano medio  individua gli italiani all'estero in coloro che sono in Sud America o in Australia.
Infine, qual'è il  rapporto con le autorita' locali perchè e' lo specifico degli italiani nei diversi Paesi, mentre finora non è stato sviluppato al massimo. E qual'è la natura giuridica dei Comites nei vari Paesi.

COMITES BRUXELLES: a presentare uno dei cinque Comites del Belgio, quello della capitale,  è la Vice Presidente, l'avv.BENEDETTA DENTAMARO, che arricchita dalla personale precedente esperienza di Segretario del Comites ha offerta il quadro di "una visione di futuro" del Comites della capitale belga,  illustrando gli impegni che a parere del Comitato dovranno essere  assunti per valorizzare il ruolo dei Comitati a servizio dei cittadini italiani all'estero. 

- Innanzitutto, un maggior rapporto con le amministrazioni regionali in Italia potrebbe agevolare una migliore conoscenza dei Comites  nell'ambito del  sistema AIRE. Penso alla possibilita' che i Comuni formino i cittadini su cosa succede nel caso di trasferimento all'estero e cosa siano i Comitati degli Italiani all'Estero, perchè poi, soprattutto in Europa, manteniamo le nostre radici con le Regioni di provenienza." D'altra parte, aggiunge "Penso che questo rapporto sarebbe valido nei due sensi. Ad esempio, agganciandomi ad uno dei due punti menzionati dal Direttore Vignali, favorirebbe la promozione del turismo di ritorno. E la collaborazione con l'Enit potrebbe essere realizzata anche a livello regionale".

- Uno dei punti in programma nella lista sono gli scambi tra profili italiani all'estero e l'Italia per quanto riguarda le iniziative del PNRR attraverso i profili che vogliono rientrare dall'estero ed operare sul PNRR.

- Sul fronte della  dimensione Europea, specifica del Comites di Bruxelles: il  Comitato si propone di fare da ponte con le istituzioni dell'Unione Europea presenti a Bruxelles. 

- Personalmente mi ero permessa di proporre una revisione delle forme di finanziamento dei Comites con l'Istituzione di fondi per l'intercomites Paese, che avrebbe agevolato la progettualità dei piani-Paese, in quanto con l'attuale struttura finanziaria ci  è molto difficile mettere insieme fondi per fare iniziative a livello di sistema Paese. Questo sarebbe, d'altra parte, anche utile per realizzare iniziative regionali. Penso alla realtà del Belgio che vive di fatto una quotidianità all'interno del Benelux e quindi sarebbe per noi abbastanza semplice avviare iniziative regionali insieme ai Comites dei Paesi Bassi e del Lussemburgo che avrebbero le caratteristiche di iniziative europe.

- Per quanto riguarda il rapporto con le autorità regionali in Belgio, noi abbiamo avuto  un buon numero di collaborazioni con le diverse municipalità che compongono la città di Bruxelles, ma anche con la Regione della Vallonia e queste collaborazioni ci hanno permesso di arrivare a fasce diverse della comunità italiana e far conoscere il Comites  dalla comunità locale e regionale. Tra l'altro, la comunità vallone è stata uno degli sponsor del Fumetto sull'emigrazione italiana in Belgio, già ricordato dal Direttore Generale Vignali.

- Vorrei, inoltre, menzionare, per quanto riguarda la dimensione della rappresentanza: con le prossime elezioni politiche vivremo per la prima volta il taglio dei parlamentari, che ci riguarda in maniera diretta e profonda come italiani all'estero, e quindi bisognerà rafforzare tutte le strutture essenziali per portare le istanze degli italiani all'estero  presso Parlamento e Governo. Penso, in particolare, alla Bicamerale degli italiani nel mondo.
Il Comites di Bruxelles aveva partecipato all'audizione alla Camera portando le nostre proposte di riforma, per cui mi auspico che ci sia anche un modo per stabilire un canale di comunicazione diretto fra il Comites e quanto meno la Bicamerale.

- Penso anche alla Conferenza Stato Regioni Province e CGIE, dove auspico che la frequenza delle riunioni sia di gran lunga superiore a quella indicata dalla legge, di massimo tre anni. E quindi anche attraverso il CGIE potremo manifestare le nostre istanze.

- Credo, poi, sia utile ricordare che in quanto italiani all'estero siamo soggetti a leggi elettorali diverse a seconda che si tratti delle elezioni politiche, le elezioni Europee o la legge per l'elezione dei Comites, mentre sarebbe opportuna una armonizzazione di tutte quelle leggi, Cosa che favorirebbe una maggiore partecipazione anche alle elezioni dei Comites per non parlare poi dell'astensionismo alle politiche.
Per dare un elemento di verifica dell'attaccamento alle nostre terre di provenienza,  basterà ricordare che -  solo per parlare delle elezioni europee,  cosa che avverrà entro un paio d'anni - non abbiamo come riferimento una Circoscrizione Europa, così come accade per le politiche, ma in realtà votiamo per la nostra Regione di provenienza e questo ci da' un'indicazione in più sul fatto che dovremmo "strutturare" in maniera piu istituzionale i nostri rapporti con le Regioni di provenienza.  A tal fine vorrei fare presente che sono al corrente di una proposta che individua la possibilità di inserire gli italiani all'estero nei Consigli regionali." ha concluso la vice Presidente del Comites di Bruxelles.
(09/02/2022-ITL/ITNET)

COMITES DI PARIGI , Presidente OLEG SISI

Ringraziando il  Direttore generale Ministro Vignali per aver citato il progetto CAP - Coordinamento delle Associazioni dei Professionisti Italiani a Parigi ***- come valida esperienza del Comitato degli Italiani all'Estero di Parigi, Sisi ha segnalato il fatto che proprio l'esperienza del CAP sia stata all'origine dell'iniziativa che ha portato il suo gruppo alle elezioni. Una lista che si è strutturata in modo orizzontale con esponenti delle associazioni storiche ma anche di altri elementi che vivono l'attuale fenomeno della mobilità, dell'imprenditoria e delle diverse professionalità.

"Il Comites di Parigi è un po' 'abnorme' nelle sue funzioni: nella circoscrizione siamo 178.000 italiani;  abbiamo una competenza territoriale su 44 dipartimenti, fra i quali ci sono anche i domini d'oltremare, la Martinica e Guadalupe. Quindi,  si tratta di una realtà obiettivamente complessa, anche se ben inserita nel territorio. Eppure, recentemente ho scoperto, da una prima analisi degli archivi, che le relazioni con le istituzioni francesi non sono state tra le priorità di chi ci ha preceduto.  Sicché, è nostra intenzione presentare il Comites alle istituzioni francesi per recuperare l'autorevolezza della rappresentanza italiana che di fatto il comitato ha. in quest'ambito è fortemente impegnato anche il Consolato e la stessa Console generale di Parigi Irene Castagnoli, che ringrazio per il supporto che sta dando in questa fase di avviamento del gruppo, totalmente nuovo alla gestione dei Comitati degli italiani all'estero.

- Circa l'aspetto relativo alla conoscenza del Comites in una realtà, appunto, francese, che conta oltre 80 associazioni italiane di vario tipo, tra associazioni regionali, professionali ed anche di interessi trasversali, ebbene, gran parte di queste associazioni purtroppo non hanno ancora compreso, nonostante siano  presenti sul territorio da molti anni, il tipo di relazioni che possono avere con i Comitati e quale supporto  gli stessi  Comitati possano dare alle associazioni. E ciò nonostante abbiano  già esperienza, un vissuto, sul territorio e progetti in corso, che attraverso il Comites potrebbero trovare ancor maggiore  amplificazione. Motivo per cui, nelle due assemblee indette dall'insediamento del Comites,  abbiamo istituito audizioni pubbliche per presentare al meglio la ricchezza del patrimonio associativo, che rappresenta in un certo senso il cuore,  il nucleo originario ,degli italiani sul territorio della Circoscrizione consolare di Parigi.

- A tal riguardo mi riallaccio ad un altro argomento:  quello del 'turismo di ritorno', soprattutto al l turismo di ritorno delle generazioni che ci hanno preceduto, legate alla terra di origine.
Il Comites di Parigi ha anche partecipato alla traduzione francese del primo volume della 'guida alle radici'. E stiamo valutando la possibilità di continuare con questo progetto per diffondere  il secondo volume.  Per noi, dunque,  parlare di turismo di ritorno, benché, come si sottolineava, siamo soltanto a due ore di aereo dall'Italia, è comunque importante perché c'è una seconda e terza generazione di italiani in Francia, che - benché  integrati nella società francese-  tendono lentamente a dimenticare le proprie origini. Mentre  è per noi essenziale costruire progetti che possano da un lato recuperare il legame con le origini e dall'altro attivare un circuito virtuoso o meglio una mobilità virtuosa.

- Pensiamo, infatti, che la mobilità non debba essere più in uscita dall'Italia ma, attraverso tutti i progetti che potremo realizzare in ambito professionale, dalla ricerca agli studi universitari, ai primi impieghi, guardiamo ad un turismo, diciamo, di ritorno verso l'Italia  composto, però,  questa volta anche da cittadini francesi. Cioè vorremmo riuscire ad utilizzare i Comites  per la promozione dell'Italia come luogo attrattivo per sviluppare una carriera professionale o
semplicemente per vivere in un Paese che resta uno dei più belli al mondo.

- Per quanto riguarda i progetti:  al momento ci siamo dati un termine razionale di 12 mesi, la fine del 2022 come limite per la realizzazione dei progetti in corso, quelli rimasti in sospeso per varie vicissitudini.  Non nascondiamo che il Comites di Parigi ha avuto in sei anni di mandato ben cinque presidenti, quindi oltre che essere un Comites estremamente fruttuoso dal punto di vista delle idee, è stato anche molto animato nella organizzazione interna.  Speriamo di riuscire in questo senso di dare una continuità ai progetti e presentare entro la fine di Giugno un programma di medio e lungo termine che non guardi semplicemente all'anno successivo ma a progetti più strutturati che ci seguano fino alla fine del nostro mandato.

***
Le CAP Paris est une association française Loi 1901, créée à Paris en février 2019, à l’initiative du Consulat Général d’Italie à Paris, en collaboration avec le Comites de Paris, sous l’égide de l’Ambassade d’Italie en France et avec le soutien de la Direction Générale pour les Italiens à l’Étranger et les Politiques Migratoires du Ministère des Affaires Étrangères et de la Coopération Internationale.

Le but du CAP Paris est de recenser les italiens qui ont récemment déménagé en France, afin d’augmenter leur visibilité dans le domaine professionnel, scientifique et culturel. Avec le soutien du Comites, le CAP Paris vise également à créer des synergies avec les représentants de la migration traditionnelle, en favorisant des nouvelles occasions d’échange et de collaboration.

Le CAP Paris compte actuellement 14 Associations qui représentent la nouvelle mobilité italienne et qui comptent plus de 5.000 professionnels résidents dans la région parisienne.  (09/02/2022-ITL/ITNET)


COMITES DI BUDAPEST  Pres. MAURIZIO SAULI

"Per noi che siamo ai primi passi è stato estremamente interessante ascoltare gli interventi dei Comites che hanno già un'esperienza di progettualità, a cui anche noi vorremmo arrivare". Il plauso arriva dal Presidente del neo Comites di Budapest, Maurizio Sauli, il quale avanza in tal senso una proposta "Sarebbe interessante inserire queste esperienze in una piattaforma a cui i nuovi Comites  possano far riferimento. Mi riferisco, in particolare,  alle buone pratiche che hanno dato risultati concreti, rappresentando esperienze di cui far tesoro." 
D'altra parte, Sauli non fa mistero delle difficoltà che burocratiche di avvio di un nuovo Comitato, soprattutto in aree territoriali in cui tali esperienze si affacciano per la prima volta, avendo ciascun Paese legislazioni nazionali differenti dalle altre..

"Il primo ostacolo che abbiamo trovato, e che non ci aspettavamo,  riguarda la forma giuridica del Comitato nel Paese in cui siamo chiamati ad operare." esplicita il  Presidente del nuovo Comites. "Una questione di non minore importanza  in quanto il modus, la forma secondo  la quale verrà costituito il Comites  avrà un peso considerevole nel rapporto con le autorità locali.
Sarebbe stato, quindi, interessante ascoltare anche dagli altri Comites come si siano giuridicamente costituiti nei loro Paesi, perchè da quello che abbiamo compreso, facendo un'indagine random, abbiamo visto che ci sono differenze fra i diversi Paesi dell'Unione Europea, alcune delle quali sono, però, limitanti o condizionanti per l'attività dei Comites.
Facendone analizzare alcune da esperti di diritto internazionale e di diritto ungherese siamo giunti a due opzioni disponibili: associazione e fondazione, mentre altre diverrebbero difficilmente praticabili.

L'Associazione, per esempio, è ammessa in Spagna dove vige una normativa diversa da quella ungherese per cui, ad esempio, l'elenco soci non è necessario dal punto di vista della presentazione formale ma non è sufficiente per la comunicazione del Consolato, in quanto ogni cinque anni ovvero ad ogni elezione cambierebbe.  Per noi il problema è diverso, per cui stiamo cercando di capire se possiamo costituirci come "Comitato Estero", forma giuridica presente nella legislazione ungherese.  Questo tipo di 'figura'  giuridica dovrebbe utilizzare, però,  i canali diplomatici per dialogare con il Ministero degli Affari Esteri. Per cui ci attiveremo in questo senso, chiedendo un supporto all'Ambasciata.  E' dobbiamo farlo quanto prima perché è necessario avere il codice fiscale, una sede e quant'altro per operare concretamente.  In ogni caso qualora  ci fossero indicazioni utili sulle forme giuridiche già poste in atto  in Paesi simili all'Ungheria, con un sistema giudiziario che comunque è di tipo europeo, sicuramente ci aiuterebbe molto".

"Stiamo, comunque, cercando di procedere sull'ambito della progettualità', premiante per lo sviluppo del Comites perchè avere dei progetti significativi approvati significa dare un valore aggiunto alla nostra esistenza, senza la  quale non andiamo da nessuna parte. 

Tuttavia, nonostante il Comites sia stato costituito da un  mese o poco piu' , abbiamo gia' fatto quattro assemblee straordinarie e non straordinarie, con piena partecipazione. Quindi credo che sia evidente che c'è  sicuramente un impegno !.
Vorrei, inoltre, segnalare che  mentre la comunità italiana presente in Ungheria non è sicuramente paragonabile a quella del Comites in Francia, è pero' molto attiva, con una presenza industriale italiana di buon livello ed una sensibilità nei confronti della nascita di questo Comites  che stiamo sentendo, giorno per giorno, in crescita. Certo, ha ammesso Sauli, è  vero che i Comites sono poco conosciuti, e  lo sono perfino fra le comunità che vivono all'estero,  figuriamoci quindi in Italia, dove quando  parlo di Comites difficilmente trovo qualcuno che sappia cosa sono."

Tirando le fila del proprio intervento, Sauli ha ribadito: "La mia richiesta è quella di avere, oltre ad un punto di riferimento, una piattaforma delle pratiche virtuose dei Comites, oltre ad avere indicazioni ed un supporto, se possibile, per ciò che riguarda la costituzione del nostro Comites come ente giuridico nel nostro Paese di residenza ". (10/02/2022- ITL/ITNET)

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