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IMMIGRAZIONE - IDOS PRESENTA XXX EDIZIONE 2020 DOSSIER STATISTICO IMMIGRAZIONE : I NUMERI. CROLLANO ARRIVI NEL 2019 (-50%)

(2020-10-28)

Presentata l'edizione 2020 del Dossier Statistico Immigrazione, giunto alla trentesima edizione il Dossier Statistico Immigrazione, un lavoro a cura del Centro Studi e Ricerche IDOS in collaborazione con il Centro Studi Confronti, che fa il punto, in modo esaustivo, sul fenomeno migratorio in Italia, fornendo dati ed analisi elaborate da esperti e rappresentanti di istituzioni e associazioni.

Il Dossier 2020, Presentato questa mattina, via streaming, ha sottolineato come l’emergenza sanitaria abbia messo in crisi il sistema migratorio europeo. La chiusura dello spazio Shengen, il blocco dei voli aerei e le restrizioni sui movimenti hanno avuto un fortissimo impatto sia su alcune economie che sugli stessi migranti. Allo stesso tempo, oltre il 30% degli immigrati sono stati classificati keyworker ovvero indispensabili per i nostri servizi.

Nel 2019 sono arrivati a 272 milioni i migranti internazionali nel mondo, ovvero più di 1 ogni 30 abitanti della Terra, il 3,5% di una popolazione mondiale di 7,6 miliardi di persone.
Nell’ultimo periodo, sono cresciuti di 14 milioni ogni due anni - erano 258 milioni nel 2017 e 244 milioni nel 2015 - e oggi sarebbero 1 miliardo se si includessero anche i migranti interni.
A ospitarne il maggior numero è l’Europa con 89,2 milioni.
I migranti forzati, arrivati oggi a 79,5 milioni (erano meno di 71 milioni l’anno precedente), sono raddoppiati in soli dieci anni. Tra costoro, di cui il 40% è costituito da bambini, 26 milioni sono i rifugiati e 4,2 milioni i richiedenti asilo.
Si aggiungono poi 24,9 milioni di migranti ambientali che la pandemia in corso e i cambiamenti climatici globali renderanno sempre più numerosi: vari studi ne paventano un aumento esponenziale fino a un numero compreso tra i 200 milioni e 1 miliardo entro il 2050.

Quanto all’Italia, all’inizio del 2020 il nostro Paese contava 5.300.000 stranieri residenti (8,8% della popolazione complessiva): circa 47.000 in più rispetto al precedente anno.
Le politiche di impedimento e respingimento degli sbarchi hanno determinato, nel 2019, tuttavia un crollo del numero di migranti forzati ovvero 11.471 arrivi di cui 1.680 minori stranieri non accompagnati: -50,9% rispetto ai 23.370 del 2018 e -90,4% rispetto ai 119.369 del 2017.
Si conferma così la fine della cosiddetta “emergenza sbarchi” e uno svuotamento dei centri di accoglienza i cui ospiti sono scesi da 183.800 nel 2017 a 84.400 a fine giugno 2020.

Allo stesso tempo, si registra un drastico calo della percentuale di riconoscimento delle domande di protezione presentate in Italia: dal 32,2% del 2018 ad appena il 19,7% del 2019.

Il Dossier segnala che nonostante il crollo degli attraversamenti irregolari delle frontiere, piu’ di 5.000 migranti nel mondo hanno perso la vita nel 2019 nel vano tentativo di superare i confini tra Stati, e a questi si aggiungono altri 1.770 migranti deceduti tra gennaio e settembre 2020.
I non comunitari sono diminuiti in un anno di quasi 100.000 unita’ attestandosi a 3.615.000 a fronte di un probabile aumento di quelli irregolari che da 562.000 del 2018 avrebbero potuto sfiorare a fine 2020 le 700.000 unita’ se non fosse intervenuta la regolarizzazione della scorsa estate che ha registrato piu’ di 220.000 domande.

Per quel che concerne la regolarizzazione per la parte (comma 2) riguardante i migranti che avevano avuto in passato un percorso di regolarità di soggiorno o un rapporto lavorativo regolare, la rigidità dei criteri decisi ha impedito l’applicazione della norma e sono state raccolte solo 13.000 domande.

Quanto alle pratiche per l’immigrazione numerose le difficoltà, in particolare per l’acquisizione della cittadinanza: dopo i decreti sicurezza del primo governo Conte oggi i tempi per completare l’istruttoria per la naturalizzazione sono di fatto saliti a 14 anni, sommando il requisito dei 10 anni di residenza legale continuativa ai 4 anni di elaborazione amministrativa della pratica stabiliti per decreto.

Su base annua, il numero più alto di acquisizioni di cittadinanza da parte di stranieri residenti in Italia si è toccato nel 2016, quando se ne contarono più di 201.000. E dopo la flessione registrata tra il 2017 (147.000) e il 2018 (112.500), nel 2019 il loro numero è risultato di nuovo in aumento: 127 mila (+12,9%).
Nel 2019, sono state invece 9.000 le acquisizioni di cittadinanza per discendenza da avo italiano e 91.000 gli italiani nati all’estero da nostri concittadini lì residenti.
7.000 invece i rimpatri effettuati nel 2019, il 30,1% dei 23.400 migranti irregolari intercettati nell’anno, solo di poco superiori ai 6.800 rimpatri del 2018 e ai 6.500 del 2017.

Quanto alle provenienze principali, resta preponderante quella europea con 2.630.000 persone, il 49,6% di tutti i residenti stranieri, per il 60,3% costituita da comunitari.
Seguono l’Africa con 1.159.000 presenze pari al 21,8% del totale straniero e l’Asia con 1.123.000 e il 21,2%, mentre gli americani sono 391.000, il 7,4% di tutti i residenti stranieri in Italia, in stragrande maggioranza latino-americani.

Su poco meno di 200 collettività estere, i più numerosi restano i romeni (1.200.000) seguiti da albanesi e marocchini, (oltre 400.000 cittadini ciascuno), dai cinesi ( circa 300.000) e dagli ucraini (circa 240.000).
Quanto alle appartenenze religiose, la maggioranza assoluta, pari al 51,9% di tutti i residenti stranieri, è costituita da 2.749.000 cristiani, per oltre la metà ortodossi, seguiti da 940.000 cattolici e 235.000 protestanti. I musulmani sono invece un terzo del totale: 1.764.000.

ll dossier precisa anche che per la prima volta il Governo Italiano ha sottoscritto altri 13 diversi protocolli insieme ai rappresentanti di altrettante fedi per regolare i vari aspetti legati alle pratiche di religione.

Le rimesse degli immigrati nel 2019 ammontano invece a circa 6,1 miliardi di euro: +4,6% rispetto ai 5,8 miliardi del 2018. Un flusso destinato a calare nel 2020, visto che già nel primo trimestre di questo anno si è registrata una contrazione del 7,3% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Nel 2020 inoltre la crisi indotta dal Covid ha interrotto la tendenza degli stranieri a comprare o affittare casa nelle zone urbane centrali o semi-centrali, generalmente più abitate da italiani, portandoli di nuovo a cercare un'abitazione nelle periferie o nell’hinterland.(28/10/2020-ITL/ITNET)

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