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ITALIANI ALL'ESTERO - CITTADINANZA - ON.PORTA(PD/ESTERO): IN ATTESA INTERVENTO NORMATIVO PERCHE' MINISTERO TESORO DESTINI FONDI PERCEZIONI AI CONSOLATI PER AVVIO TASK FORCE

(2016-05-18)

  Soddisfazione da parte dei deputati della Circoscrizione Estero - ed, in particolare, per il Presidente del Comitato per gli Italiani all'estero e la promozione de Sistema Italia, Fabio Porta, per l'impegno assunto dal Governo a destinare i fondi derivanti dai visti a sostegno dei Consolati italiani all'estero e del contributo di 300 euro sulle domande di cittadinanza Jus sanguinis agli stessi Consolati per "smaltire in tempi rapidi le giacenze accumulate” delle richieste, appunto, di cittadinanza.

  Ad annunciarlo nei giorni scorsi il Presidente del Comitato per gli italiani nel mondo e la promozione del sistema Paese, on.le Fabio Porta, in occasione dell’approvazione da parte della Commissione Esteri della Camera del parere sul prossimo documento programmatico finanziario del governo per il 2016.

Una dote che dovrebbe contare su circa 10 milioni di euro. Ma il dato rilevante è che "per la prima volta un atto parlamentare di indirizzo approvato dalla Commissione Esteri si esprime in maniera chiara e inequivocabile su questo tema" – ha sottolineato l’on. Porta - e sono certo che molto presto tale indirizzo sarà recepito da un'apposita norma che finalmente darà ai Consolati la possibilità di avere personale di ruolo e a contratto sufficienti per eliminare in pochi mesi giacenze che oggi richiederebbero molti anni per essere azzerate”.

"Abbiamo un problema in alcune realtà, in particolare nel Sud America, ed in maniera ancora più drammatica ed evidente in Brasile, di lungaggini gravissime sul riconoscimento dei processi e delle domande di cittadinanza." Spiega l'on. Porta ad Italiannetwork/Italialavorotv" Ma "non è serio un paese che si richiedano 10-15 anni per il riconoscimento di un diritto che, tra l'altro, non è un diritto secondario o superfluo, ma è consostanziale alla cittadinanza piena di un nostro discendente, il quale secondo la nostra Costituzione ha pieno diritto a vederselo riconosciuto, quando,  ovviamente, è in possesso della  documentazione richiesta.
Perchè ciò avvenga abbiamo chiesto, in un primo tempo, l'introduzione di un contributo economico in quanto crediamo che di fronte ad un sovraccarico di domanda il Consolato, il Ministero degli esteri debba essere sostenuto economicamente ed i nostri connazionali all'estero non hanno obiettato all'introduzione di questo contributo, ma si aspettano che oggi questo contributo venga destinato alla trattazione di queste pratiche, soprattutto l'eliminazione delle lungaggini e delle lunghe file davanti ai Consolati.

Il Ministero degli Esteri si è detto d'accordo per l'istituzione di una task force dedicata a questo scopo, ma ora bisogna intervenire a livello normativo affinchè il Ministero del Tesoro destini le somme - proporzionalmente a quanto incassato da ciascun Consolato e, proporzionalmente alla gravità della situazione affinchè le risorse vengano destinate alla contrattazione di nuovo personale, soprattutto locale. E sembra che siamo ormai vicini ad una  soluzione..

Esiste anche una petizione popolare che ci stimola ad intervenire in questo senso e credo che sia anche importante continuarla a divulgarla ed a sostenerla.

Ovviamente, prosegue il parlamentare eletto dalla Circoscrizione Estero in Sud America,  il problema è ancora più vasto, e le soluzioni devono essere ancora più incisive se parliamo non soltanto delle cittadinanza  ma di tutti i servizi consolari. Perché, spiega, stabilire un principio per il quale tutto quello che entra in un Consolato, tramite i cittadini italiani all'estero, come percezioni consolari, tasse sui passaporti,  contributo per la cittadinanza,ecc..venga in qualche forma ridestinato e vincolato proprio ai servizi consolari, vuol dire risolvere non soltanto i problemi, cioè rendere i Consolati più efficienti, ma anche stabilire un principio che a grandi collettività corrispondono anche grandi opportunità.  Ciò è valido  anche per il potenziamento dei Consolati e delle Ambasciate. Addirittura, per aprire nuovi Consolati e nuove Ambasciate nei luoghi dove l'Italia vuol essere presente strategicamente".

Quanto, poi, al tema delle terze, quarte e quinte generazioni, il parlamentare afferma "credo sia venuto il momento perchè l'Italia si interroghi in positivo. Purtroppo, siamo abituati a vedere la questione in negativo e cioè con l'occhio ai paletti ed alle riduzioni sulla trasmissione della cittadinanza, mentre credo che si debbano vedere gli stranieri in Italia non soltanto come una risorsa importante  - e bene ha fatto il Parlamento ad approvare una legge che garantisce la cittadinanza a questi nuovi cittadini - ma  con altrettanto interesse dobbiamo guardare alla possibilità che i figli, nipoti e pronipoti dei cittadini italiani all'estero possano diventare cittadini a pieno titolo. Il che significa apportare ricchezza, valori ed elementi di crescita  ad un Paese che ha bisogno come il pane di nuova linfa, anche dai figli dei nostri emigranti all'estero."

  Stanno cambiando le leggi sul lavoro e sulla previdenza non solo in Italia ma, anche, in molti Paesi esteri dove sono numerose le nostre comunità e quindi i patronati sono in prima linea a servizio dei concittadini. Lei, alcuni mesi fa, come Presidente del Comitato per gli italiani all'estero e la promozione del Sistema Paese,  aveva avviato un'iniziativa di incontro e di ascolto delle problematiche dei Patronati. Nei giorni scorsi si è chiusa una indagine al Senato sulle sedi all'estero. Proseguirà con l'iniziativa alla Camera ?

  " il nostro dialogo con i Patronati come con tutti gli enti e le strutture che offrono servizi per gli italiani all'estero non si è conclusa e continuerà. Noi abbiamo chiesto ai Patronati di continuare a lavorare su un percorso di riforma degli stessi istituti che parte dalla legge che era stata approvata dal 2001 e vogliamo che venga applicata completamente a partire dalla parte che prevede un accordo sulla convenzione con il Ministero degli Esteri.

Ci sono altri elementi che sono stati introdotti dal Parlamento nella legge di stabilità che prevedono per la presenza dei Patronati all'estero una serie di vincoli e di condizioni, mi sembra sia giusto che da parte del Patronato, del Ministero degli Esteri, di Governo e Parlamento si continui su una strada di dialogo sapendo che oggi l'Italia deve guardare ancora con maggiore attenzione alla presenza dei nostri connazionali all'estero, soprattutto alla luce della nuova emigrazione e che quindi i motivi per la presenza di una rete diffusa e distribuita della rete di Patronato non siano venuti meno ma, semmai, si siano rafforzati.

Ovviamente - ha aggiunto Porta - non vuol dire difendere nessun privilegio od evitare sforzi di riforma e modifiche ma valorizzare le esperienze positive che sistono, correggere gli errori se ci sono ma farlo con uno spirito di dialogo, di collaborazione e non con tentativi di santa inquisizione che non vanno da nessuna parte se non creare un fumo dietro al quale spesso non c'è nemmeno l'arrosto." ha concluso il Presidente del Comitato per gli Italiani all'estero e la promozione del sistema Paese.(18/05/2016-ITL/ITNET)

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