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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO – POLEMICHE E INSINUAZIONI - PICCININI (PRES.INCA CGIL) “FANTASIE AGOSTANE”, PIUTTOSTO, SE QUALCUNO AL SENATO HA IDEE SU RIFORMA PATRONATI, LE TIRI FUORI ! SIAMO IN ATTESA DA SETTEMBRE 2014”.

(2015-07-27)

  “Fantasie agostane”  è il commento della Presidente del Patronato INCA CGIL, Morena Piccinini, circa le polemiche ed insinuazioni apparse sulla stampa a piu’ riprese nei giorni scorsi.  Per la sindacalista del più grande Patronato italiano si tratta di affermazioni avanzate “da chi dimostra di non aver  proprio capito cosa sono i Patronati ed, in particolare i Patronati che lavorano all’estero. Oppure, di averne una visione talmente deformata che non fa testo” aggiunge. Poi, raffigura come “da sempre” i Patronati siano “in prima linea tutte le volte che i servizi dello Stato vengono ridotti in Italia ed all’estero” perché “quando si riducono i servizi consolari ciò significa disagi su disagi per i nostri connazionali” ed oltretutto “ciò significa scaricare sui Patronati funzioni a volte improprie perché non codificate, non convenute !” Per questo motivo “E’ da tempo che chiediamo una convenzione con il Ministero degli Affari Esteri, attraverso la quale definire gli ambiti di collaborazione nei quali, senza mai intervenire sulle funzioni proprie della Pubblica Amministrazione, ovunque essa operi,  i Patronati possano essere di aiuto, di collaborazione e cooperazione in modo tale da  permettere ai nostri connazionali di avere certezza del diritto nell’esercizio delle loro prerogative e dei loro diritti”.

Insomma, “è talmente chiaro ed evidente tutto ciò che non merita risposta ad una polemica gratuita , che dimostra - inoltre - una buona dose di non conoscenza di quelli che sono i meccanismi della legislazione italiana.”
“E si, perché – puntualizza - “mettere in contrapposizione le risorse calanti della P.A. destinate ai Consolati all’estero con le risorse dedicate al finanziamento dei Patronati e’ una fesseria pura e semplice dal momento che è risaputo che il fondo dei Patronati è alimentato dai contributi dei lavoratori dipendenti”.  “A meno che – ironizza la sindacalista - qualcuno non pensi che i Consolati debbano essere mantenuti dai contributi dei lavoratori dipendenti in Italia !. Be, insomma, andrebbe chiarito, almeno come metodo di principio!. “ 
Quindi, mettendo la parola “fine” alle polemiche dei giorni scorsi, la Presidente del Patronato INCA “ Penso proprio che sia una “fantasia agostana”. Tuttavia, stigmatizza  “si inserisce in un filone nel quale quando si vuole muovere un po’ di polvere, a partire dai patronati, c’è sempre chi ascolta. E questo, purtroppo, è il vero problema che potremmo ritrovarci anche in autunno,  perché sembra quasi che quando non si ha cosa dire per legittimare se stessi, l’unico modo sia quello di porsi in contrapposizione con i Patronati.”

“Due settimane fa – ricorda Piccinini -  il Presidente dell’INPS Boeri, presentando il Bilancio dell’INPS, ha fatto  un attacco gratuito ai Patronati, quasi che il ritrovare un ruolo di relazione con l’utenza da parte di quell’Istituto – di cui  avrebbe pur  bisogno -  passi attraverso la demolizione o la mistificazione di quelle che sono le funzioni dei Patronati”. “Peccato che – rivela la sindacalista - i suoi funzionari, il giorno prima, abbiano chiamato i Patronati, dicendo che è loro intenzione non rinnovare la convenzione onerosa con Citybank per la rilevazione dell’esistenza in vita degli italiani all’estero,  risparmiando così risorse cospicue.  E che  per continuare nella rilevazione dell’esistenza in vita si rivolgeranno ai Patronati, chiedendo così di incrementare il loro ruolo nella certificazione dell’esistenza in vita, per cui i Patronati diverrebbero ‘soggetto certificatore’. Il tutto gratis ! “
  “Si gratis – spiega la Presidente dell’INCA - nel senso che si tratterebbe di un’attività non remunerata dall’Istituto e non riconosciuta nel “paniere”. Insomma, non remunerata in alcun modo!”
Allora, afferma l’esponente del Patronato “Sarebbe bene che ogni tanto ciascuno si metta d’accordo con se stesso ! Affermare “vogliamo esercitare un ruolo piu’ pesante come Istituto nei rapporti con il cittadino, ben venga . Farebbe solo il suo dovere!. Contemporaneamente il dire ‘riconduciamo i patronati ad un ruolo di pura integrazione e relazione con l’utenza, sapendo che lo Stato si deve occupare in prima persona di una serie di servizi, ben venga ! Che lo Stato riesca a svolgere il proprio ruolo, è stata una delle azioni al centro delle celebrazioni del “Settantesimo “ (del Patronato INCA: ndr.). Però prenderci in giro, questo no! Non si può dire ‘rinunciamo alle convenzioni onerose e chiediamo ai patronati di assumere oneri maggiori. Non gli diamo niente e chiediamo che lo facciano gratuitamente. E, poi, contemporaneamente si butti addosso ai patronati un macigno sulla loro inefficienza e sulla loro inutilità.  Le due cose insieme non ci stanno sia per quanto riguarda l’estero che per quanto riguarda l’Italia !.”
L’auspicio, per la Presidente del Patronato INCA è “speriamo che l’autunno riparta in una condizione più equilibrata almeno dal punto di vista dell’analisi e delle possibili soluzioni. !”

L’atteggiamento è tuttavia mutato, da parte dello stesso Presidente dell’INPS Boeri, nell’arco di un mese e mezzo…?
“Al nostro ‘settantesimo’ – ricorda Piccinini - ha parlato in modo molto esplicito della indispensabilità dei Patronati (vedi: http://www.italiannetwork.it/video.aspx?ln=it&id=2005 ). Poi, in altra circostanza  in altro modo !” 
Comunque, “se stessimo al merito dei singoli processi ed anche delle soluzioni piu’ opportune per affrontare ognuno di questi singoli processi, forse eviteremmo polemiche inutili, riempiremmo forse meno le pagine dei giornali e faremmo tutti un servizio ai cittadini rispetto a quello che non appaia da queste chiacchiere estive !” commenta la Presidente dell’INCA.

Rimanendo sull’intervento del Presidente dell’INPS,  nel corso della presentazione del Bilancio dell’Istituto,  Lei condivide le proposte innovative avanzate da Boeri al Governo…Proposte che si aggiungono ad altre innovazioni non ancora a regime, come la NASPI sulla disoccupazione…?

Per Piccinini, “E’ naturale che di fronte ad un cambiamento così profondo della normativa ci sia una profonda modifica anche delle procedure per le quali l’INPS sta manifestando un ritardo significativo... Ci auguriamo, naturalmente, che questa difficoltà sia risolvibile in pochissimo tempo in modo tale che i lavoratori possano ricevere da subito quanto dovuto”.

Il punto vero è però un altro, per la Presidente del Patronato INCA: e cioè il fatto che la nuova normativa non da nulla di piu’ ed, anzi, toglie”. E spiega “a fronte di una platea di possibili beneficiari, che apparentemente si amplia, in realtà ci sono ripercussioni negative su diversi versanti: sulla durata della prestazione: molto inferiore rispetto a prima; la quantità che viene erogata: complessivamente inferiore rispetto a prima; e sulla contribuzione figurativa.
Pochi ne parlano ma è una vera  vergogna il fatto che per coloro che sono inseriti nel sistema contributivo ed che avranno la pensione futura calcolata solo sulla contribuzione, si stia cercando in tutti i modi di ridurre la contribuzione che può costituire il montante per avere diritto alla pensione futura. Questa contribuzione figurativa legata alla nuova Naspi è – secondo me – un elemento profondamente negativo !”
“Quindi, fa presente la sindacalista, quando si dice che le domande di pensione sono inferiori di numero rispetto al passato, la risposta è che le domande sono meno oggi ma saranno ancor meno in futuro. Non si dica, però,  che le persone hanno trovato da lavorare, come qualcuno ci vorrebbe raccontare ! Significa più semplicemente che non c’è il diritto, perché nella costruzione della nuova normativa si sono messi tanti e tali sbarramenti per cui il diritto è cambiato, compresso e  ridotto  !”

Alla stessa stregua:  più pensioni di anzianità in questi primi sei mesi non debbono far partire l’allarme sulle pensioni di anzianità. Più  semplicemente:  finalmente possono andare in pensione  migliaia di persone che erano state bloccate dai provvedimenti di tre anni fa’ – Legge Fornero - ed ora hanno trovato uno spazio per esercitare il loro diritto”.
A bene vedere, comunque, “alla fine del quinquennio avremo una drastica riduzione delle possibilità di pensionamento rispetto a prima. Ed avremo, invece, un drastico aumento della disoccupazione anziana non coperta dagli ammortizzatori e neppure dalla nuova NASPI !”

Quindi, le nuove politiche di lotta alla povertà, di cui si parla, andrebbero a coprire anche nuove situazioni che si stanno via via determinando ?

“Al momento mi sembra siano abbastanza fuffa (chiacchiere. ndr.) ! C’è una grande evocazione ma non c’è nulla di concreto.” Afferma la sindacalista della CGIL, che rileva “Anche qui c’è un problema di principio: posto il grande problema di un Paese tagliato trasversalmente da strati di disagio sociale ed economico crescenti (povertà giovanile, delle famiglie e popolazione anziana), sui quali bisognerebbe assolutamente intervenire, non è accettabile che si pensi di intervenire anche solo per una fetta di questo disagio – ovvero gli over 55 – utilizzando,  in termini assistenziali, il risparmio di tipo previdenziale !.”
In realtà, noi abbiamo un grande bisogno di produrre una riorganizzazione della spesa previdenziale per costruire condizioni di equità interne al sistema.  Ed è da tempo che come CGIL lo denunciamo perché non è vero che sia stata realizzata quella equiparazione delle regole che fin dal 1995 avevano messo come principio inderogabile. Ancor oggi siamo in presenza di sperequazioni abbastanza significative all’interno del sistema previdenziale, che ha perso sempre di più in solidarietà interna”

In buona sostanza “c’è un problema di redistribuzione delle risorse previdenziali, ma – avverte la Presidente del Patronato INCA - non possiamo pensare che gli eventuali risparmi derivanti da misure correttive interne – ammesso che siano accettabili e legittime – vadano a nutrire interventi di tipo assistenziale per coprire situazioni di disagio”. Ed aggiunge “Già c’è troppa promiscuità all’interno del bilancio dell’INPS tra poste di tipo previdenziale e poste di tipo assistenziale, ma andare, addirittura, a teorizzare che risparmi di tipo previdenziale – più o meno forzati – possano andare a coprire una condizione di disagio sociale con interventi di natura assistenziale, ebbene questo è un’ulteriore degenerazione del sistema”. 
“Già non si capisce più – ed ancor più nel sistema contributivo – la contribuzione versata a chi serva e per cosa serva !” commenta  Piccinini, invitando a “tenere distinti gli interventi a sostegno delle condizioni del disagio che dovrebbe essere coperto attraverso sani ammortizzatori sociali e non la ridotta NASPI, che abbiamo oggi. Occorre, cioè, fare in modo che l’insieme della contribuzione e le poste di bilancio di natura previdenziale siano ridestinate puramente alla loro funzione di natura previdenziale.”

Presidente, le politiche attive del lavoro, finora messe in atto, non sembra siano riuscite a frenare la partenza di molti giovani italiani all’estero Per cui si registra un incremento notevole di emigrazione italiana all’estero e  conseguentemente anche di richieste di servizi all’estero, anche se c’è, invece, chi afferma che è soverchia ormai la presenza dei Patronati all’estero perché è cambiata la tipologia dell’emigrazione…

In via prioritaria per la Presidente del Patronato INCA  c’è da sottolineare una ‘recrudescenza negativa’ sui temi dell’immigrazione, non degna di un Paese civile. “quello che sta succedendo in alcune città del nostro Paese è pura barbaritudine,  dice, soprattutto nei confronti dei richiedenti asilo…un decadimento dei valori primari della convivenza”.  Ciò premesso, tuttavia, “il trend dell’immigrazione è di molto inferiore a quella segnata dall’emigrazione degli italiani verso l’estero” eppure commenta “tanta polemica sull’immigrazione e nessuna attenzione sui nuovi processi migratori degli italiani, giovani e non solo, costretti ad andare in un altro Paese”  Per la Presidente dell’INCA si tratta di un atteggiamento “di notevole gravità perché molti fra costoro  tentano successivamente di rientrare, altri passano dal paese di primo arrivo ad un altro, non riuscendo a trovare condizioni  per costruire il loro percorso di vita e di lavoro.  È un processo di impoverimento del nostro paese gravissimo che ci pone sempre più il problema della
organizzazione di presidi sociali che accompagnino sia  le persone che dall'estero vengono in Italia e magari ritornano successivamente nel loro paese, sia  contemporaneamente per  questi nuovi italiani che vanno all’estero per lavorare”
Quindi, fa presente l’esponente del Patronato INCA “a maggior ragione oggi la presenza dei patronati all'estero ha nuove ragioni. E dovrebbe avere – sottolinea - un nuovo valore per le istituzioni italiane perché - come accennato in precedenza  sull'impoverimento consolare - o si decide che queste persone sono lasciate sole con se stesse, o si torna a rinverdire l’idea per la quale il nostro paese debba cercare di trovare forme di accompagnamento,  sostegno, informazione e anche di tutela”. Ecco perché noi vediamo tante, ulteriori, ragioni per la presenza dei patronati all'estero”.

Ed a tal proposito, la Presidente Piccinini torna a parlare della “’riforma dei patronati all'estero” ricordando “E’ stata varata un’indagine conoscitiva e siamo stati chiamati all'inizio di settembre dell'anno scorso per un’audizione. Ci è stato detto che sarebbero state fatte verifiche, raccolte opinioni e che saremmo stati richiamati per ragionare in termini di riforma dei patronati all'estero.”
Oltretutto, stigmatizza la sindacalista “Ci era stata presentata come una verifica propedeutica alla legge di stabilità che, però, si è chiusa a dicembre dell'anno scorso. Ora  siamo a luglio 2015 e  sappiamo che il Comitato ha continuato ad audire a dritta e a manca”. Ed allora la domanda è: “ma se hanno delle idee cosa aspettano a rappresentarcele ?.
Noi stiamo ancora aspettando la convocazione di ritorno, ricorda l’esponente dei Patronati, se hanno da fare proposte sulla riforma, che vengano fuori. Io fino a d ora, però, non le ho viste!
Vedo, invece, aggiunge Piccinini,  tante polemiche giornalistiche e tanto rimescolare di supposizioni, mentre  sarebbe utile che, se ci fosse qualche proposta in campo, venisse fuori. Noi le nostre proposte le abbiamo fatte!
Le abbiamo fatte in tempi non sospetti, con la precedente legge di stabilità, le abbiamo ripetute al Ministero degli Interni per quanto riguarda i temi dell'immigrazione;
al Ministero degli Esteri per quanto riguarda i temi di una migliore possibile relazione anche con le autorità consolari;
le abbiamo fatte al Ministero del Lavoro per quanto riguarda la ridefinizione del ruolo dei patronati.
Ebbene, se qualcuno ha qualche idea, che la tiri fuori ! “ è l’invito della Presidente del Patronato INCA CGIL.

Cosa farete nel caso la prossima finanziaria avanzi ulteriori restrizioni nei confronti dei Patronati ?

”Non vedo per quale motivo ci debbano essere ulteriori restrizioni:  attendevamo dei decreti per giugno, e non ci sono ancora, né c’è la definizione dei criteri quantitativi di dislocazione territoriale dei diversi patronati, che, per quanto riguarda l’INCA, non ci toccherebbe comunque perché siamo presenti ovunque. Però è un dettato legislativo e  sarebbe interessante capire come venga tradotto in provvedimenti legislativi.
Ma non ci sono neppure gli altri decreti che avrebbero dovuto essere emanati per giugno. Il ministero del lavoro ci sta lavorando e abbiamo fatto un incontro in tal senso. Ora  aspettiamo e speriamo di avere un’ulteriore interlocuzione su una serie di tematiche aperte”.
Al  momento, secondo la Presidente del Patronato INCA,  “è inutile pensare continuamente a innovazioni legislative se tutte quelle che si sono assommate fino ad ora non hanno avuto, pur non abrogate, attuazione.  Stiamo ancora attendendo l'attuazione dei provvedimenti del 2012, cui si sono aggiunti quelli del 2015 – fa presente Piccinini, che invita ad un utile ragionamento, alla luce della  legge di stabilità 2015,  sulla ridefinizione del campo di gioco”.  Nello specifico “se si chiede ai patronati di rinnovarsi senza che i patronati sappiano quali sono le nuove regole, in quale ambito di regole ci si muove, qual’ è il campo di gioco e chi la gioca questa partita, si va tutti fuori gioco perché se non hai indicazione su quali siano i margini agibili per ognuno,  è evidente che rischi che qualsiasi cosa di diverso tu faccia, possa essere considerata non pertinente, non regolare e pertanto eccepibile, in quanto non vale il principio per il quale è permesso tutto ciò che non è impedito. Mentre è vero il contrario:  nell'ambito dei patronati è permesso solo ciò che è esplicitamente dichiarato.

E per quanto riguarda le dinamiche, anche, economiche extra accesso al fondo patronati, aggiunge con estrema chiarezza la Presidente del Patronato INCA, non è vero che noi possiamo fare tutto ciò che non è impedito, perché ad oggi è impedito tutto salvo ciò che è permesso. E’ impedita – esplicita Piccinini - ogni e qualsiasi richiesta economica al patrocinato. L'unica cosa permessa è un eventuale contributo per l'attività legale e che va al legale di riferimento, il quale emette regolare fattura. Null’altro ! 
Quindi, avverte l’esponente di Patronato,  non è possibile riorganizzarsi con disinvoltura in una dimensione di mercato in assenza di regole che determinino il campo di gioco, lasciando spazio ad ognuno di noi di decidere se quella partita la vogliamo giocare o no !. Dico questo perché è evidente che la legge di stabilità ha in sé una premessa: costruire le condizioni per le quali i patronati possano avere anche altre condizioni, come  le convenzioni, i servizi a compartecipazione dell'utenza, permettendo di  ridefinire anche la quota del fondo pubblico.
Noi non la condividiamo questa logica, premette Piccinini, ma  diciamo che la assumiamo per quello che c'è dietro. Purtuttavia, se non c’è chiarezza su quali siano gli spazi nei quali muoversi, è evidente che neanche questa operazione è fattibile. A meno che qualcuno non pensi che sia proprio giusto lasciare le cose come stanno, ovvero “indeterminate” e  che qualche patronato possa azzardare per poi successivamente gridare allo scandalo. Ebbene, noi non ci stiamo !
Ecco il perché dell'importanza di avere chiarimenti da parte del ministero, anche e soprattutto sul campo determinato dalla legge di stabilità del 2015. E’ interesse di tutti ! E non credo sia interesse di nessuno, se non di qualche malintenzionato, il pensare che proprio la mancanza di regole possa determinare le condizioni attraverso le quali si possano prevedere….”

Avete inviato una lettera al Ministro Poletti, in tal senso ?

”Abbiamo sollecitato il Ministero sull’importanza di questo impegno perché è importante chiarire alcuni aspetti preliminari per potere definire successivamente gli spazi nei quali ognuno di noi si possa muovere.  Ma  sarebbe utile che l'idea di  regole chiare fosse condivisa  anche da altri patronati. Poi, uno può decidere se esercitare o meno quegli spazi, ma non ci sono scorciatoie rispetto all’esigenza di una legislazione chiara e definita, anche nel merito delle regole della concorrenza tra i diversi soggetti in campo, perché anche di questo stiamo parlando !. (27/07/2015-M.F.-ITL/ITNET)

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