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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - SEGOLONI(PRES.ITAL-GERMANIA):"BASTA CON POLEMICHE E GAZZARRE ACCIDIOSE O POLITICHE. RISPETTO PER CHI LAVORA E PER CONNAZIONALI ALL'ESTERO. NOI SIAMO SERENI!"

(2015-07-17)

  I Patronati non ci stanno e dicono basta alla campagna di "insinuazioni" varata in questo infuocato mese di luglio contro  il loro ruolo e attività.
Lo testimoniano le lettere aperte dei Presidenti delle INCA all'estero (vedi: Patronati : http://www.italiannetwork.it/news.aspx?c=11)  dei giorni scorsi e lo dice oggi il Presidente dell'ITAL Germania, Franco Segoloni : Basta alla campagna di  “insinuazioni che viaggiano sulla stampa nei confronti dei Patronati e che – a parte una certa acredine o rancore o acrimonia causate forse da vicende personali - tendono a raccontare ciò che fa comodo per insinuare il sospetto che i Patronati con trucchi o qualsiasi altro stratagemma siano una macchina per far soldi, senza menzionare assolutamente il fatto che è una istituzione di servizio, finanziata esclusivamente con il contributo di solidarietà dei lavoratori italiani per l’assistenza dei connazionali all’estero".

Ribadisce Segoloni "Sgombrato il campo da questo equivoco – il che vuol dire che non c’è assolutamente alcun aggravio sulle finanze dello Stato  per finanziare questo servizio, mi sembra venga dimenticato il motivo per il quale i Patronati sono stati istituiti per fare il loro lavoro."  E l'esponente del Patronato ITAL Germania chiarisce l'errore di fondo accreditato dalla stampa generalista "Non è che i Patronati fanno solo le pratiche di pensione dell’INPS. Questa è una realtà parziale di quello che fanno i Patronati. E non è che i Patronati hanno il momopolio delle pratiche pensionistiche e tanto è vero che in Italia non è esaustivo il contributo che danno i Patronati per le pratiche di pensione, perché chiunque può fare una domanda di pensione senza avvalersi dell ‘intermediazione e dell’assistenza del Patronato. E lo stesso discorso vale all’estero. E dallo stesso equivoco nasce la focalizzazione su una parte delle prestazioni che danno i Patronati" mentre  "la nostra è un’azione di servizio, di solidarietà  a favore dei connazionali – e che nulla hanno a che fare con la pensione".

"Il nostro problema  è che il finanziamento dei Patronati non avviene per grazia di Dio e volontà della nazione ma sull’attività che è solamente parte di tutto quello che fanno i nostri uffici" afferma a chiare note Segoloni.

Inoltre, fa presente il Presidente dell'ITAL in Germania " tutta la nostra attività viene controllata dal Ministero del lavoro. C’è una legge che non solo regolamenta i requisiti che devono avere i Patronati per essere riconosciuti (per esempio, la rappresentanza  in molte nazioni estere - da cui nasce quest’azione che si può giudicare come ognuno vuole e per la quale chi si sente tagliato fuori da questa legge fa una campagna acquisti per poter avere i requisiti di rappresentanza in molte nazioni) . E su questo aspetto Segoloni afferma " A ciascuno il suo giudizio !"

Una cosa è chiara, però, stigmatizza il responsabile del Patronato ITAL Germania "Si tratta di un  discorso che non ci tocca perché la competenza non è nostra ma dei controlli che fa il Ministero del Lavoro, il quale non solo sindaca la correttezza delle pratiche di pensione  - e non solo italiana ma anche dei Paesi di residenza – e tutte le prestazioni essenziali sociali che in Italia non ci sono ma che sono nel paniere che il Ministero del Lavoro ci ha riconosciuto. Perché - aggiunge -  con le sole pensioni sarebbe troppo riduttiva la funzione dei Patronati".  "E’ per questo motivo  che in riferimento ai  Paesi dove non ci sono solo pensioni c'è chi dice “aumentano le pensioni INPS” ma non è vero !  In questo discorso si comprende tutto ciò che facciamo anche le pensioni nazionali e le pensioni sociali" chiarisce Segoloni a chi fa di una serie di elementi  una melassa informe"

"E, d’altra parte, aggiunge  anche se aumentasse a dismisura il numero delle pensioni statisticabili, per i Patronati il riconoscimenti rimarrebbe sempre quello. Non è che diminuisca od aumenti ! Rimane quello che ha fissato la legge di bilancio dello scorso anno !"
" Poi - è chiaro- chi fa di più prende di più e chi fa di meno prende meno! Ma tutto ciò avviene sotto il controllo degli Ispettori del Ministero del Lavoro !. Ed anche loro, nel rispetto delle loro competenze, come noi, fanno parte di un sistema che assicura agli italiani la tutela all’estero. Una tutela competente che segue le indicazioni del Ministero del Lavoro che le fa rispettare.!"

Dunque, “se ci sono presunte irregolarita’ o malvessazioni, o di qualsiasi cosa…, e si è in possesso di prove, elementi e testimonianze si vada tranquillamente alla Magistratura o italiana o del Paese di residenza !” E' l’invito che il Presidente dell’ITAL UIL in Germania rivolge a chi ritiene vi siano elementi utili.  E,  per sgombrare il campo ad ulteriori illazioni, puntualizza “Noi siamo un’associazione riconosciuta “senza scopo di lucro” . Non guadagniamo, né investiamo su cose che non siano l’assistenza ai nostri connazionali. Tant’è vero che il Ministero del Lavoro, ai primi di giugno di quest’anno, ha emanato di nuovo una direttiva nella quale vengono introdotti  i cosiddetti indicatori di qualità -  sia dell’INPS che dell’INAIL – (vedi:http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=31242)  ) sia nei confronti delle strutture operanti all’estero sulla legittimità secondo le leggi locali, la testimonianza che tutto quello che si fa è corretto (pagamento degli stipendi, dei contributi  o degli affitti, telefoni….)".

Per Segoloni, "Quello che semmai è sempre da rimettere in discussione il fatto che non tutto può essere statisticato finanziariamente. Ma questo vuol dire che molta parte del nostro tempo se ne va per seguire pratiche non riconosciute.
In questa classificazione, fa presente Segoloni, ci sono i giovani italiani all’estero che hanno bisogno di assistenza”.  E nei confronti di coloro che affermano che i giovani laureati non ne abbiano necessità, la risposta del Presidente del Patronato ITAL UIL in Germania è “lo dice chi non è stato mai all’estero in un ufficio di Patronato, perché è ancora più vero il fatto che chi viene all’estero ha bisogno di tutti i tipi di informazioni”. E Segoloni parla di un vero e proprio “pacchetto” di informazioni per poter vivere in Germania.   

" Non solo – afferma l’esponente dell’ITAL – l’attività che è conseguenza della riduzione della rete consolare ci comporta con un aggravio a livello di informazioni ed interventi non ci viene riconosciuto.! Tutto questo chiasso sulla convenzione con il Ministero degli Affari Esteri non titne conto che non c’è concorrenza con le strutture consolari. Per esperienza personale, anche come esponente di organismi di rappresentanza, posso dire che c’è, invece, sinergia."

Ordunque, afferma a chiare note  "Se un domani dovesse essere riconosciuto qualcosa come Patronati, sarebbe di un livello estremamente marginale perché nessuno si sogna di assumersi competenze che per legge spettano alle strutture del Ministero degli Esteri.  E ci mancherebbe altro ! Ognuno deve fare la propria parte in termini di collaborazione per creare meno disagi possibili alle comunità,  tenendo presente, però, che certe riforme e riduzioni delle strutture consolari creano un disagio ai connazionali che devono fare centinaia di chilometri. Non per niente la nostra struttura è calibrata in modo tale che non vi sia solo presenza nelle grandi città ma disseminata nei territori laddove vi sono i connazionali…"

Segoloni fa riferimento ad "una geografia sconosciuta che dimostra, purtroppo, come vi sia scarsa conoscenza da parte di chi parla sempre sui Patronati senza approfondire i termini della questione, perché questa esperienza si fa solo stando all’estero !.
Per questo - afferma - mi sono sentito in dovere di fare queste precisazioni, anche perché ho il dovere – e dico il dovere - di difendere tutti i miei colleghi che operano nelle strutture in Germania e che non hanno assolutamente nulla da rimproverarsi ! "
Ed il responsabile del Patronato ITAL Germania aggiunge "Questo clima di trucchi o  di calunnie sotto la superficie, che vengono sempre accennate ma mai  provate,  non fanno parte del nostro bagaglio. Assolutamente !"

"Certo, aggiunge - ci può essere concorrenza fra un Patronato e l’altro e vabbè, dove c’è uno non c’è l’altro, e dove ce n’é per due ce n’è per tutti, ma questo non va ad inficiare – assolutamente - l’opera di solidarieta’ e assistenza a favore dei nostri connazionali !"
Quindi "a maggior ragione non ci deve essere contrapposizione tra centro e periferia, tra Ministero e strutture dei Patronati, anche se sono di emanazione sindacale".

  E una volta per tutte "Non ci deve essere invidia da parte di chi pensa che noi andiamo a pesare sull’erario prendendo soldi solo perché facciamo le pensioni. Non è assolutamente vero. Anzi, noi siamo solo una rotella di tutto questo meccanismo. Ce ne sono altre il cui comportamento non condividiamo. Ci viene attribuito, per esempio, che noi avremmo la facoltà di certificare  l'esistenza in vita che, si afferma, 'è molto lucrativa". Ebbene, si sappia che "noi non prendiamo niente della certificazione di esistenza in vita ! "
Poi  Segoloni chiarisce per chi non sa o non vuol sapere "C''è un istituto bancario intermedio, la Citybank,  che ha assunto questo compito che prima aveva l'INPS "

Semmai. in tutto ciò c'è una contraddizione: l'INPS  ci riconosce la facoltà di certificare i redditi e di comunicarli in via telematica, ma non capisco perché non faccia la stessa operazione per la certificazione dell'esistenza in vita attraverso  le strutture di patronato, che sono capillari e distribuite sul territorio. Costerebbero sicuramente molto meno della cifra che ha stanziato l'INPS  per l'operazione da parte di Citybank. Ci abbiamo sbattuto la testa molte volte, però la Citybank rimane !"

" Esiste, comunque, un dato di fatto, ribadisce Segoloni: sono molte le operazioni che i Patronati portano avanti e che dovranno comunque essere riconosciute e che comportano grande impiego di tempo. E  questo non va assolutamente, ma è una battaglia molto lunga, prima che si mettano in moto i meccanismi del ministero che certifichino e allarghino il paniere delle competenze  dei Patronati."

Certo, per l'esponente di Patronato rimane una certa amarezza perchè questo vuol dire anche dimenticare la solidarietà a favore dei connazionali, che sono andati all'estero per cercare lavoro, in un paese nel quale non conoscevano la lingua, e che con i loro risparmi e con i loro sacrifici hanno dato una mano attraverso le rimesse, nel corso di decenni, prima in lire, poi magari in marchi, oggi in euro. Una realtà che non viene assolutamente riconosciuta da una parte dell'opinione pubblica che non ha memoria di questo fenomeno italiano. Dell'emigrazione dai paesi del sud in particolare che si è svolta negli ultimi decenni" 
Un'emigrazione che - afferma Segoloni - si vuol rimettere in discussione e che esprime un'opinione politica tipica del clima che si respira in Italia, a cui i connazionali all'estero rimangono totalmente estranei, e che ricorda un po' l'Italia del medioevo".

" Noi ci limitiamo a fare il nostro lavoro  non solo perché ci piace, ma perché ha senso, e perché esprime un desiderio di aiutare chi ne ha bisogno perché -  ripeto - guadagnarsi il pane non è vergogna ! Averlo fatto emigrando in un paese che  non parla la tua lingua e che non ha le tue abitudini non è sicuramente facile, e chi combatte questa struttura intermedia (il patronato: ndr.), di mediazione sociale, non capisce bene le cose come stanno", sostiene il rappresentante del Patronato ITAL Germania. "E,  forse,  avrebbe bisogno di ristudiare la storia dell'emigrazione italiana e la storia italiana perché qualcosa ci potrebbe ancora insegnare a proposito di quello che succede oggi".

L'invito del Presidente Segoloni è quello di ricordare la nostra storia per comprendere  le persone che attraversano il Mediterraneo a rischio della vita. Si tratta di "fratelli come noi che cercano un lavoro, un avvenire migliore e prima di tutto di salvarsi la vita"
Una storia che si ripete così attraverso i nostri diplomati e laureati che lasciano l'Italia per trovare lavoro . "Un esame approfondito sul perché siamo giunti a questa situazione ci farebbe considerare anche in maniera diversa la struttura dei patronati. Conclude Segoloni stigmatizzando "E'  una struttura, a cui uno stato sociale avanzato come quello della Germania, guarda con interesse perchè non ha pari né in Europa, né nel mondo. E siccome il giocattolo funziona non vedo perché debba essere rotto e messo in condizioni di non lavorare".

" Il mio punto di vista - precisa - non è né partigiano né polemico, però un minimo di rispetto per la realtà di tutti coloro  che ci lavorano e che han fatto sacrifici per andare a guadagnarsi il pane all'estero. E' il minimo dovuto, senza entrare in queste gazzarre accidiose o politiche, magari per rancore o per torti subiti, o tali o sentiti come tali nel passato, o viceversa per costruirsi un avvenire magari nella stessa struttura dei patronati...perchè il futuro di potrebbe riservare sorprese di ogni tipo...!. Noi, comunque, chiude Segoloni,  stiamo sereni e tranquilli perché la battaglia non finisce mai". (17/07/2015-M.F.-ITL/ITNET)

PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - SEGOLONI(PRES.ITAL-GERMANIA):"BASTA CON POLEMICHE E GAZZARRE ACCIDIOSE O POLITICHE. RISPETTO PER CHI LAVORA E PER CONNAZIONALI ALL'ESTERO. NOI SIAMO SERENI!"

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