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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - 70.mo INCA - ON.DAMIANO(COMM.LAVORO/PD):"FLESSIBILITA' PENSIONE: NEL QUADRO DELLA LEGGE DI STABILITA'. NO AL RICALCOLO RETRIBUTIVO. PENSIONI D'ORO: PARLIAMONE"

(2015-05-21)

  Flessibilità per l’accesso alla pensione: un “faro” nell’impegno del Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, l’on. Cesare Damiano, sul quale si sofferma intervenendo alla Tavola Rotonda, (VIDEO: http://www.italiannetwork.it/video.aspx?id=2007) promossa dal Patronato INCA CGIL per celebrare il 70.mo compleanno con gli esponenti delle sedi in Italia ed all’Estero ed esperti e rappresentanti delle istituzioni direttamente impegnate sulle politiche del welfare. Un incontro di riflessione sull’oggi e sul domani del Patronato in vista delle modifiche che il Governo proporrà nei prossimi mesi sul ruolo futuro del Patronato. Ed indubbiamente il tema della flessibilità è uno degli argomenti al centro dell’attenzione del sistema Patronati a fronte della costante tutela dei lavoratori.

Damiano, già Ministro del Lavoro, come il collega sen. Sacconi intervenuto prima di lui, ha illustrato alcune ipotesi sul tappeto a cominciare da quella – più accreditata – dell’andata in pensione  a 62 anni con 35 di contributi, con l’8%  di penalizzazione. Commenta Daniamo “costa tanto e le risorse sono poche”. Ma “c'è anche l'idea di una soglia di 41 anni lavoro scritta nella proposta di legge, che riguarda sia gli uomini che le donne, a partire dalla quale puoi andare in pensione indipendentemente dall'età e senza penalizzazioni.” Questo “è il cuore della proposta” ma  ci sono proposte di tutti i partiti, perché – spiega il Presidente della Commissione Lavoro – c’è convergenza sulla necessità  di anticipare l’uscita”.

A quando la decisione ? “Nel quadro della legge di stabilità, all’interno della quale, come afferma  il Governo, dobbiamo verificare  se c'è spazio per un intervento” Ebbene “questo mi sembra un punto fondamentale”

La seconda questione presa in considerazione dall’on. Damiano “concordo con quanto detto da Sacconi e comprendo la ricerca che l'INPS sta facendo sul sistema retributivo. Abbiamo cominciato con i fondi  speciali, poi è venuta fuori la notizia i dipendenti pubblici 1700 euro medi, i privati 1100 medi, però non vorrei che la ‘trasparenza’ diventasse cattiva informazione” dunque “facciamo attenzione a dire come vengono fatti i conti”.  E Damiano spiega:  “se fra  quei dipendenti pubblici con la media dei 1700 euro ci sono 200 universitari, magistrati, alti gradi  militari, allora i 1700 euro sono comprensibili, ma se ci riferiamo al dipendente pubblico normale, ad un normale metalmeccanico, forse si capisce meglio che si tratta non più di 1700 ma di 1100- 1200 euro. Allora io farei attenzione, perchè altrimenti corriamo il rischio di alimentare populisticamente una campagna -  un’altra idea molto banale – che ho già sentita nel mio partito, e cioè ‘che tutti quelli che sono andati in pensione col sistema retributivo in fondo hanno rubato un po'’. Ebbene,  io non ci sto ! Insieme a Sacconi noi non ci stiamo !.  Poi,  se volete parlare delle pensioni d'oro o di quelli che avevano altissimi stipendi da dirigenti allora parliamo pure, ma non parlatemi della normalità che non ha niente a che vedere con quell’idea”

Venendo alle “pensioni d’oro”: “io ho una mia idea: per  me la soglia è di 5000 euro netti mensili, 6000 lordi,  i famosi 90000 euro, che riguarda anche chi cumula piu’ pensioni e vitalizi: se supera i 5000 netti , fate quel che volete. Io sono  per la redistribuzione dall'alto verso il basso, nell'ambito del sistema,  spiega Damiano, e non per colpire quelli che stanno più in basso e che si sono fatti un mazzo così per 35-40 anni, magari da operai, e  che arrivano a 1200 euro al mese.”. Vedremo con Maurizio se si troverà  una soluzione  concordata, spuntando qualche risultato”.

La “sentenza della Consulta” in cui, per Damiano,  “è evidente l'autismo della politica, cioè è meglio che governino i politici,  i governi tecnici lasciamoli da parte”. Poi “anche noi possiamo fare i nostri errori… quando nel  2007,  io Ministro, abbiamo dovuto bloccare, l'abbiamo fatto concordando con i sindacati come farlo e poi abbiamo fatto un referendum con 5 milioni di votanti ed il 31% è stato d’accordo”
“La Consulta nella sua sentenza, riferendosi al provvedimento che avevo fatto io, dice che bloccando sopra le 8 volte il minimo c'è un principio di adeguatezza che viene rispettato”
Inoltre, secondo la Consulta, c'è un principio di solidarietà e di redistribuzione:  con quei soldi ho corretto lo scalone Maroni, ho considerato i lavori usuranti, e ho messo la 14a ai pensionati poveri, quelli che stavano a 700 euro al mese”.
Tuttavia, “se uno mi dice che va rispettata la sentenza della Consulta e che  bisogna restituire tutto, io non sono d'accordo,  perchè penso che sopra una certa soglia,  sopra le 8 volte, sopra le 6 volte, sopra i 3200 euro, anche se non si restituisce, pazienza . Siamo comunque nello spirito della consulta, in un momento di crisi come l'attuale di penuria di risorse. L'importante è che al di sotto  ci sia una restituzione, anche se non è integrale ma differenziata, da 750 a 278  euro. E’un principio che condivido,  soprattutto se se ne da di più a quelli che hanno di meno. Anche questo lo condivido. Poi, anziché 750 avrei preferito 1500 , ma se non ci sono… intanto  meglio che niente, cominciamo a vedere come si traduce quel meccanismo”.


L’ “una tantum”: Dice il Presidente della Commissione Lavoro: “non mi piace il meccanismo
una tantum”. Vedremo come poter fare. Incontreremo di nuovo come commissione bilancio Padoan
per fare una discussione su questo punto. Io ho ripetuto alla nausea che mi sarebbe piaciuto che
questo Presidente del Consiglio, il mio Presidente del Consiglio,  il mio Segretario di partito, prima di decidere esattamente come si fa,  avesse il buon cuore di sentire i sindacati confederali dei pensionati e di sentire il Parlamento… l’idea del  faccio tutto da solo logora, è sbagliata e fa commettere degli errori.”

Il tema della “poverta’” : “penso che noi siamo davvero in un momento di nuovo abbastanza delicato e  non bisogna lanciare messaggi che siano incomprensibili” ha avvertito l’on.Damiano perché “su questo tema vediamo di capirci: reddito di cittadinanza, reddito minimo orario, salario garantito. Ebbene,  vogliamo studiare un po'  l'argomento,  il reddito di cittadinanza è quella cosa che se fosse ancora vivo andrebbe sia ad Agnelli che a Pasquale Zambuto,  suo operaio. Ma non esiste !
“Il reddito minimo ? “ Allora cominciamo a disaggregare:  chi sono i poveri, i poveri non sono tutti uguali, allora i poveri che sono sempre stati poveri sono quelle famiglie di disoccupati, la madre che fa qualche ora al nero come pulizia delle scale,  il padre che va a scaricare qualche cassetta di frutta, …. che gli dici: ‘ti do qualcosa però devi lavorare sennò te lo tolgo ?. Se hanno bisogno dell'assistenza sociale hanno bisogno di quegli 800 euro…

Poi, ci sono i pensionati  incapienti: cinque milioni e ottocentomila persone che hanno fino a 600 euro, a quelli li bisogna dargli più soldi sulle pensioni come diritto.

Ed ancora: quelli che stanno per diventare  poveri, quelli che da 60 diventa 67, quelli che in 7 anni si mangiano il trattamento di fine rapporto, si vendono la seconda casa se hanno avuto la fortuna, o fanno l'ipoteca sulla casa di proprietà,  a quell li bisogna mandarli prima in pensione, con un modello di flessibilità, un diritto non una assistenza…. Io sono contrario ad affrontare questo problema della povertà del tutto indistinto. Occorre  trovare delle misure ad hoc, che distinguano il tema dell'assistenza da chi ne ha bisogno, al tema del diritto, del diritto pensionistico”. (21/05/2015-ITL/ITNET)

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