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ITALIANI ALL'ESTERO - COMITES/CGIE - SEGOLONI (UIM- GERMANIA/CGIE):"NUOVO CGIE DELEGITTIMATO. FORTEMENTE INFLUENZATO DA POLITICA ITALIANA. RAPPRESENTANZA AI COMITES"

(2015-04-24)

  Condivide pienamente la presa di posizione del Presidente della UIM, Mario Castellengo (vedi:  ) l'esponente della UIM, oltre che consigliere dell'uscente in Germania Franco Segoloni, nel corso di una web conference ITALIA/GERMANIA con Italian Network/Italialavorotv in diretta dalla Germania.

Anche Segoloni dichiara apertamente i suoi dubbi sul CGIE che uscirà alla luce della nuova normativa  “Un organismo delegittimato in questa maniera, con una partecipazione estremamente ridotta”  e si domanda “che senso possa avere un istituto di secondo livello in questi termini. Così com’è composto  perde di efficacia” afferma.

Ma il pessimismo, di cui non ha fatto mistero in questi anni, lo denuncia anche rispetto al passato Nel CGIE non c’è “un riscontro pari a tutti gli sforzi che sono stati messi in campo” dunque, sostiene l’esponente della UIM  “tanto vale, vista la ristrettezza dei mezzi con i quali ci si deve confrontare, che sia un secondo livello direttamente  rappresentativo dei  Comites, almeno si parlerà  in maniera concreta dei problemi dell'emigrazione, sia in Europa che in altre parti del mondo.”
D’altra parte, stigmatizza “il CGIE nel voler rappresentare tutti ha fatto prevalere interessi che non sono assolutamente quelli degli italiani che vivono all'estero” e “questa – precisa  - è la mia modesta opinione dopo una lunga militanza, pur  non voluta nel CGIE,  alla quale ho partecipato però volentieri perché in ogni caso è stata un’esperienza interessante”.

Inoltre, c’è un dato oggettivo: per il futuro “condivido quanto afferma Castellengo che si debba far posto ai giovani. Non sono più i settantenni che devono rappresentare  l'emigrazione, ci deve essere l'elemento più giovane e per questo motivo io, così come altri, abbiamo ceduto il passo a persone che hanno 20, 30 anni meno di noi. Con loro trovo che ci sia una corretta adeguatezza alle esigenze della comunità italiana che sta all'estero.”

Poi tornando al CGIE  “con questa esperienza ho avuto l'estremo piacere di conoscere una volta a turno i rispettivi ministri degli esteri che al momento del loro insediamento si sono fatti vedere al CGIE e poi non si sono fatti più vivi.
Il quadro è cambiato con l'ingresso dei deputati e dei senatori ? si domanda Segoloni. La risposta è  caustica “Se anche loro devono costituire la parte centrale degli interventi che si fanno al CGIE, allora lasciamo stare !” Per Segoloni “a questo punto non  facciamo altro che la ripetizione di una rappresentanza  che ha modo di esprimersi in altra sede  (in Parlamento: ndr.)”.

Per chiarirci, vede ancora un CGIE organismo politico o tecnico ?

Per Segoloni “le due faccende si incrociano, nel senso che la politica che dovrebbe essere rappresentata è quella espressa dai Comites. Non c'è bisogno di sintesi che sono fortemente influenzate dalla situazione politica italiana  e poi quello che rimane, ovvero la presenza del CGIE, è presenza residuale” ovvero “residuale da quel che rimane libero dalla politica italiana”,

Ma non è quello che chiedono le comunità . Per Segoloni “Non è, dunque, così che deve essere. Ma  è una battaglia che abbiamo fatto e che abbiamo perso”. Quanto al prossimo futuro “perderemo ma vale sempre la pena di combattere per evidenziare le necessità dell'emigrazione italiana nel mondo, che è diversa da quella che talvolta viene  rappresentata in Parlamento.” Per Segoloni  i parlamentari hanno scelto ognuno una via autonoma, propria,  per rappresentare le esigenze delle comunità all'estero”. E dato il loro esiguo numero “non c'è stata una completa rappresentanza”. Più coesione avrebbe dato effetti piu’ complessivi delle esigenze di una realtà assai variegata E, si rammarica  Segoloni “questa è stata forse la mia più grossa delusione”.

Quanto al resto della rappresentanza del CGIE “mi sarei aspettato un’alleanza più al di sopra delle parti, per rappresentare più fortemente le comunità italiane all'estero ma se questo non è possibile la via è un'altra, è quella di dare più spazio al Comites, creando una corsia preferenziale al livello del CGIE, perchè a volere rappresentare tutti, come ho detto prima, va a finire che non si rappresenta nessuno”.
Ed a questo proposito aggiunge “Io trovo che l'Europa abbia una posizione particolare,  non paragonabile a quella di altri paesi, anglofoni o del Sud America o che dir si voglia. Quella dei Comites è un’opportunità per dare una spinta ulteriore verso l’Europa alla luce di quel che ci consente la costituzione della comunità europea. Speriamo a livelli sempre più avanzati, perché – aggiunge Segoloni,  la circolazione di persone, così come si è venuta a verificare negli ultimi anni, non è più quella tradizionale di trenta, quarant'anni fa, ma è qualcosa di completamente diverso, quantitativamente molto più incidente  che non per il passato, fermo restando che quello che è stato costruito non dovrà essere dimenticato
Di problemi, comunque, ce ne sono anche in Europa – sottolinea l’esponente della UIM - perchè non tutti possono diventare esperti di informatica. Però la via, secondo me più corretta,  è quella di dare un secondo livello di rappresentanza, chiamiamolo CGIE o come dir si voglia,  a coloro che sono stati eletti nei Comites.

Ed , appunto, sul fronte lettorale, come spiega anche in Germania sia la scarsa partecipazione che la sua disomogeneità  ?

“Per giudicare la qualità della partecipazione dovremmo attendere dati più precisi perchè ancora sono frammentari e quello che è più importante mancano le preferenze, questo è un dato del quale ancora non siamo in possesso in maniera definitiva, lo abbiamo per alcune circoscrizioni ma non per tutte. Dunque, una situazione generale complessiva non ce l'hò. So  però abbiamo raggiunto come UIM dei buoni risultati. Non si poteva sperare di migliori: a Dortmund dove la presidente uscente Maria Rossi è stata riconfermata ed ha preso il maggior numero di preferenze così come  in altri Comite. Faccio riferimento alla riconferma di Pierpaolo Grullo che ha preso il maggior numero di preferenze. Naturalmente  si sarebbe potuto ottenere risultati superiori, ma in altre condizioni."

E Segoloni cita alcuni elementi che hanno frenato la partecipazione: "il fatto chei è stata spostata la data di ritorno dei plichi, il fatto che non abbiano tutti coloro che avevano  diritto, non avendo  comunicato la volontà di votare…

Certo il fatto che non siano andati a votare coloro che si erano iscritti  è un dato molto curioso, perchè si è perso addirittura il 40-50% di persone che,  malgrado avessero dichiarato la volontà, non hanno poi di fatto partecipato alla votazione.  Non si non presentati e non so per quale motivo non abbiano fatto tornare i plichi elettorali.”

Per Segoloni occorrerà attendere i dati definitivi. Il ritardo negli scrutini ? “Ci saranno probabilmente questioni che riguardano le schede. Ne sapremo qualcosa di più fra qualche giorno.” (24/04/2015-ITL/ITNET)

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