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ITALIANI ALL'ESTERO - COMITES/CGIE - CASTELLENGO(PRES.UIM):"RESPONSABILITA' GOVERNI. NUOVA FASE COMITES CON I GIOVANI. RUOLO INTERCOMITES. NON SI LASCI MORIRE IL CGIE"

(2015-04-23)

  Soddisfazione per il risultato espresso dagli italiani all'estero che in non poche Circoscrizioni hanno premiato la scelta dei candidati della UIM alle elezioni dei Comites, ed un ringraziamento per il loro impegno da parte del Presidente, Mario Castellengo, che, intervenendo ad  web Conference multipla Italia/ Germania, ha fatto presente, in buona sostanza,  come i risultati della limitata partecipazione alle elezioni in Europa da parte degli iscritti alle liste di voto sia la logica conseguenza di una concatenazione di elementi.

"Come ho detto altre volte:  la confusione, il rinvio delle elezioni,  la situazione dei Comites - era tanto che non venivano rinnovati -  hanno portato al calo dei votanti. E a me dispiace molto “. Detto questo per quanto ci riguarda ci siamo impegnati a fondo. Abbiamo presentato le liste non dappertutto, ma in molti casi, e abbiamo avuto un buon successo in tutto il mondo sia riguardo ad
alcune liste da noi presentate, che riguardo a singoli candidati in altre liste, come a Lille, Marsiglia.  A Zurigo  uno dei nostri  probabilmente sarà presidente. Ma siamo anche a Losanna, a Basilea,  a Sidney, in Perù, dove si è verificato un  successo "storico". La mia soddisfazione è molto forte.”

“La nostra organizzazione - spiega, poi,  il Presidente dell'Unione Italiani nel mondo- è convinta  dell'importanza dei Comites  anche rispetto al CGIE. Il Comites è quello che, quotidianamente e  direttamente, incontra i propri elettori" afferma Castellengo paragonandoli  al consiglio comunale, Ed è proprio all'insegna del successo ottenuto che il Presidente annuncia  "partiremo da questo  per rilanciare il ruolo dei Comites in modo tale che vengano finanziati e la prossima volta, sicuramente, ci sarà  un sistema diverso, più vicino ai giovani. Avremo più successo !. “

“Però – aggiunge il sindacalista della UIL -  bisogna farli funzionare. E perchè ciò avvenga, i Comites vanno rinnovati. In tutti i sensi, non solo elettoralmente, e qui bisogna che la fantasia di ognuno di noi funzioni e che ci dia una mano anche il governo, i parlamentari. 
Noi, della UIM  stiamo lavorando sui giovani  perchè i vecchi hanno fatto grandi cose per l'Italia  ma  bisogna che il futuro CGIE punti sui giovani, si rinnovi, si facciano delle proposte. Sono finiti i Comites nei quali si cantavano  le canzoni paesane nelle varie riunioni. Questa fase è finita ! Bisogna incominciare una fase nuova in modo che i giovani si sentano nuovamente rappresentati. E’ di lì che si deve partire. Diversamente ci si avvierà alla fine. Di questo ne sono convinto. Mentre  invece lo spazio è notevole. E  non è vero – stigmatizza Castellengo - che i giovani non vogliono interessarsi di questi organismi. I giovani bisogna ascoltarli, bisogna seguirli, aiutarli”. Ma finora non è stato così , tant’è – fa presente - che “chiunque incontri all’estero  un giovane di origine italiana oppure il  figlio dei nostri emigrati e gli chieda che cosa sia il Comites, questo gli risponderà che non lo sa ! Allora bisogna partire da lì, ma bisogna esserne convinti e credere nel Comites e fare in modo che i Comites vadano  avanti” ribadisce a chiare lettere il Presidente della UIM.

I dubbi, pero’, vengono su una continuità dei Comites in Europa . I risultati delle elezioni ci parlano di comunità in America Latina molto piu’ interessate. Castellengo non ha dubbi quanto ai risultati  e spiega così la differenza, in termini di partecipazione, fra Europa e il resto del mondo: “E’ ovvio che  se noi andiamo in America Latina e in Argentina leggiamo  percentuali molto più alte perchè sono più distanti, sentono di più il richiamo del Comites, del paese. La necessità di frequentare luoghi e persone che li colleghino alla realtà italiana…”
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  Riguardo all’attuale situazione in Europa, il Presidente della UIM sostiene: credo che sia ancora necessario mantenere i Comites,  perché  non siamo ancora in un’Europa  coesa.”  Non  si esime, comunque, dall’affermare che riguardo ai risultati ci siano state “grosse  “responsabilità” da parte governativa a motivo dei rinvii delle elezioni dei Comitati. “Noi le abbiamo più volte denunciate” e prosegue “quando non si eleggono per anni e anni si congela tutto ed è ovvio che in parte non ci sia più fiducia…..Gli hanno tolto tutti i finanziamenti. La  gente molla ! In Europa mollano di più essendo più vicini all'Italia, fuori dall'Europa è più difficile….”

Quanto al CGIE...l’UIM “parteciperà e faremo di tutto per essere presenti ma chiediamo che sul CGIE ci sia un ripensamento perchè un organismo consultivo che non si riunisce mai per mancanza di fondi….. Ed allora bisogna decidere se il CGIE debba  funzionare. Perché possa farlo bisogna però finanziarlo. Se riteniamo, invece, che non serva più, allora queste risorse vadano messe sui Comites, Vorrà dire che faremo funzionare di più  gli intercomites in modo tale che le istanze arrivino direttamente. Però così  com’è adesso e come si prospetta non servono, in quanto non ci sono le condizioni per riunirsi.” E’ paradossale per il sindacalista che una volta fatte le elezioni dei Comites eletti i rappresentanti al CGIE questi “non siano in grado di dare risposte pur mettendoci tutta la buona volontà perchè anche a loro non gliele danno o  perchè magari non si è in grado di raggiungere le riunioni del CGIE a Roma, di portare informazioni, di far presenti le esigenze di quel paese. Allora tanto vale che se è così si faccia un'altra cosa, si modifichi, si faccia qualcosa ma non lo si lasci morire così”. (23/04/2015-ITL/ITNET)

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