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ITALIANI ALL'ESTERO - EUROPA/BRASILE - ON.PORTA(PD/ESTERO):BRASILE ELEMENTO CENTRALE PER STABILITA' CONTINENTE LATINO-AMERICANO E DI PRIMARIA IMPORTANZA PER LA UE"

(2014-12-15)

  Le  relazioni diplomatiche risalgono al 1960 e sono basate su stretti legami storici, politici, economici e culturali." Così l'on. Fabio Porta, Presidente del Comitato per gli Italiani all'estero e la valorizzazione del Sistema Italia della Camera dei Deputati  e Presidente dell'Associazione di amicizia Italia/Brasile intervenendo alla Terza Sessione del  IV appuntamento della Commissione Interparlamentare Italia Brasile sul tema della "La promozione dei rapporti economici e istituzionali tra l’Italia ed il Brasile anche alla luce del Piano di Azione del Partenariato strategico Brasile-Unione.

Forte sostenitore del multilateralismo, ha affermato il deputato eletto dalla Circoscrizione Estero-Sud America,  il Brasile rappresenta l’elemento centrale per la stabilità del continente latinoamericano ed il principale promotore dei processi di integrazione regionale. Proprio a causa del suo ruolo influente rispetto ai Paesi dell’area, il Brasile è un interlocutore di primaria importanza per l’UE, con il quale Bruxelles mira a ottenere ampia convergenza di posizioni sui principali temi di comune interesse dell’agenda globale, quali: energia, cambiamenti climatici, sviluppo sostenibile (emblematica fu la Conferenza Rio+20), commercio internazionale, diritti umani, pace e sicurezza nonché riforma della governance economica e finanziaria."

Il Brasile e l´UE sono legati da un Partenariato Strategico dal 2007, uno strumento che prevede sia incontri annuali (il settimo si è svolto lo scorso 24 febbraio a Bruxelles), sia la collaborazione attraverso un Ad Hoc Working Group, finalizzato a promuovere il commercio e gli investimenti, con particolare riguardo ai temi della semplificazione amministrativa in ambito commerciale, del sostegno alle PMI e della cooperazione in materia di scienza e tecnologia.
Scambi commerciali
Gli scambi commerciali costituiscono un altro importante argomento di dialogo, tenuto conto che il Brasile è il primo partner commerciale dell’UE nell’America latina e l’ottavo nel mondo, immediatamente dopo il Giappone e prima dell’India; d’altro canto, l’Unione europea è il maggior partner del Brasile per quanto riguarda scambi commerciali, investimenti e cooperazione e assorbe circa un quinto delle esportazioni brasiliane.

A partire dal 2007, UE e Brasile tengono vertici annuali ai più alti livelli politici. Il più recente si è tenuto a Bruxelles il 24 febbraio 2014 e ha costituito l’occasione per un fruttuoso scambio di vedute sugli sviluppi economici e sull’interdipendenza tra decisioni politiche e performance economiche. Entrambe le parti hanno reiterato l’impegno a favorire rapidi progressi nei negoziati in corso tra UE e Mercosur sull’accordo di libero scambio.
Il Brasile partecipa inoltre al dialogo politico istituzionalizzato con l’UE che si svolge prevalentemente nei due consessi principali, rappresentati dal Gruppo di Rio e dal Vertice dei Capi di Stato UE-America latina e Caraibi.
Tuttavia, è opportuno segnalare che, come ha evidenziato la Presidente nella sua relazione sulla missione in Brasile, in generale l’area UE viene avvertita da parte brasiliana più come un’area di scambi economici che di relazioni politiche, e questo è indubbiamente un aspetto da sottoporre alla riflessione comune e sul quale lavorare anche partendo dall’attività della nostra Commissione.

Per quanto concerne la cooperazione bilaterale, questa, dopo oltre vent’anni, si è conclusa. Grazie alle sue performance economiche, il Brasile è considerato un paese progredito e pertanto non può più avere accesso alla cooperazione bilaterale nell’ambito dell’esercizio finanziario 2014-2020: potrà partecipare ai programmi regionali e tematici. Ciò costituisce un’eccellente occasione per ridefinire insieme le nuove forme della cooperazione Ue-Brasile.
Nell’ambito dello strumento di cooperazione allo sviluppo per il periodo 2007-2013 il Brasile ha beneficiato di 61 milioni di euro destinati a due aree prioritarie: facilitazione di scambi, contatti e trasferimento di competenze (70 percento delle risorse); promozione della dimensione ambientale dello sviluppo sostenibile del paese (30 percento delle risorse).
Nel complesso, si è trattato di relazioni positive, che hanno favorito lo sviluppo ed il progresso del Brasile in una fase storica fondamentale.

Un capitolo a parte è rappresentato dai rapporti tra UE e Mercosur. Afferma l'on. Porta: "L’UE è il primo partner commerciale del Mercosur, avendo coperto nel 2013 il 19.8% degli scambi totali del Mercosur con il mondo. Dal canto suo il Mercosur è il sesto mercato per le esportazioni dell’UE, che sono cresciute considerevolmente negli ultimi anni, passando da 28 miliardi di euro nel 2007 a 57 miliardi di euro nel 2013 (si tratta di prodotto manufatti, in particolare macchinari, attrezzature per i trasporti e prodotti chimici).

Le relazioni tra l'Unione europea e il Mercosur sono attualmente regolate dall'Accordo quadro interregionale di cooperazione, entrato in vigore il 1° luglio 1999, che si articola in tre elementi principali: dialogo politico, cooperazione e volet commerciale.  L’Accordo quadro costituisce uno strumento transitorio e di preparazione ad una futura associazione interregionale che predisponga, a medio termine, un'area di libero scambio di beni e servizi tra Unione europea e Mercosur, nel pieno rispetto delle regole stabilite dall’Organizzazione mondiale del commercio.
In tale prospettiva, nel novembre 1999, le Parti hanno formalmente avviato i negoziati per un accordo d’associazione e di libero scambio che sono stati sospesi nel 2004 per l’impossibilità di risolvere alcune questioni: in particolare da parte europea si chiedeva un migliore accesso al mercato dei beni industriali e dei servizi, degli investimenti, degli appalti pubblici a fronte di una maggiore apertura del mercato agricolo europeo. I negoziati sono quindi ripresi il 17 maggio 2010, in occasione del vertice bilaterale UE-Mercosur, e sono tutt’ora in corso.
I negoziati sono basati su un approccio da regione a regione e si prefiggono un risultato ambizioso ed equilibrato, nel rispetto dei rispettivi obblighi nell’ambito dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. L’accordo avrà un’ampia applicazione (coprendo non soltanto lo scambio di beni ma anche servizi, investimenti, appalti pubblici e sviluppo sostenibile), benché prodotti e settori sensibili di entrambe le parti saranno salvaguardati. L’accordo assicurerà inoltre un’adeguata protezione dei diritti di proprietà intellettuale e delle indicazioni geografiche, efficaci politiche della concorrenza e uno speciale capitolo su standard sanitari e fitosanitari. Stabilirà anche un efficace e vincolante sistema di risoluzione delle controversie.


Al momento i problemi ad andare avanti nel negoziato sembrano dovuti soprattutto alla mancanza di accordo all’interno del Mercosur e alla politica protezionistica dell’Argentina, ed a tale riguardo il ruolo del Brasile appare quanto mai fondamentale. In generale si assiste ad un rimpallo di responsabilità che non agevola la conclusione della fase negoziale.
Uno studio commissionato dalla Commissione e reso pubblico il 29 aprile 2011, evidenzia che l’accordo con il Mercosur dovrebbe comportare una crescita dei settori industriale e dei servizi tale da compensare ampiamente le perdite subite dall’agricoltura. A proposito dell’impatto sul settore agricolo, lo studio conclude che ci saranno conseguenze negative in particolare per settori specifici (carne, cereali, latte) e per regioni specifiche (in primo luogo l’Irlanda, seguita da Regno Unito, Lussemburgo, Italia, Francia, Finlandia e Austria); tuttavia, considerando tutti i settori nel loro insieme, le esportazioni UE dovrebbero conoscere un aumento quantificabile tra il 67.6% e il 105.4%, in base al livello di ambizione raggiunto dall’accordo. La crescita maggiore dovrebbe riguardare l’esportazione di beni (valutata tra il 79.1% e il 117.6% a seconda dello scenario); i servizi dovrebbero conoscere una crescita variabile tra il 19.7% e il 52.5%. L’aumento atteso del PIL dell’UE potrebbe attestarsi tra i 14.7 miliardi di euro e i 21.4 miliardi di euro, considerate le perdite dell’agricoltura (stimate tra lo 0.5% - pari a 1 miliardo di euro – e il 3.2%, pari a 7 miliardi di euro). "(15/12/2014-ITL/ITNET)

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