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DONNE- CONVEGNO ACLI- PRES.MANFREDONIA: "INCREMENTO 4% OCCUPAZIONE FEMMINILE? SOLO INIZIO. NON OBIETTIVO". VOLPATO (DONNE ACLI): "SMART WORKING: VANTAGGI E CRITICITA': FACCIAMO CHIAREZZA"

(2021-10-13)

  Ad aprire i lavori del convegno promosso dal Coordinamento donne delle Acli, dal titolo “Donne, lavoro e pandemia”, il Presidente nazionale Acli, Emiliano Manfredonia, che ha sottolineato come il maggior onere di cura, affidato per lo più al mondo femminile, abbia avuto un grande impatto.
"Su questo carico di cura ha pesato la dad e l’Italia, rispetto ad altri paesi europei, e’ stato quello che ha avuto più  dad,” ha affermato il Presidente Manfredoni,  precisando come lo smart working possa rivelarsi uno strumento di conciliazione solo se alla base c è ’ una condivisione nel lavoro di cura tra uomo e donna. ”I dati ci dicono che finche’ non c'é una divisione dei lavori di cura tra uomo e donna, lo smart working e’ un ' trappolone'.  E la carriere delle donne e’ stata ritardata dallo smart working.

Altro fatto importante è quello della violenza: costringerle a stare in casa significa condividere uno spazio limitato e spesso questo ha portato alle violenze domestiche: sono aumentare le chiamate al numero verde, sono aumentate le richieste di aiuto di circa il 70%. E le due regioni maggiormente colpite da questo fenomeno sono state Lazio e Toscana,” ha proseguito
Manfredonia, affrontando anche il tema della bassa occupazione femminile.

"Con il PNRR il Governo vuole dare una svolta a queste problematiche, il passo che si vuol dare il Governo però è  piuttosto modesto!  Si pensa di aumentare del 4% l’occupazione femminile. Direi che è un inizio non un obiettivo conclusivo che non ci porta alla media europea. Va cambiato un paradigma che è  anche culturale,” ha concluso Manfredonia,  esprimendo la sua soddisfazione per il disegno di legge sulla parità  salariale approvato oggi dalla Commissione Lavoro.

Su alcuni elementi che caratterizzano il mercato del lavoro femminile: nei numeri, sotto la media europea; negli obiettivi di crescita disattesi; nei contratti, con prevalenza di aree di nero e grigio; nelle retribuzioni, con un differenziale ormai cronico; nelle carriere, con i tetti di cristallo; nei comparti produttivi, con una concentrazione nei servizi per lo piu’ rivolti alla persona, si è soffermata la responsabile del Coordinamento Donne delle Acli, Chiara Volpato.

Per l'esponente del Coordinamento "Non è solo il fatto che la partecipazione femminile nel mercato del lavoro sia relativamente recente a determinare eccentricità ma l'iniqua distribuzione dei carichi di cura. Se per l’uomo la costruzione di un nucleo familiare  un fattore ininfluente per la carriera, per le donne non è cosi.
Per correggere questa innaturale tendenza, bisogna intervenire contemporaneamente e consistentemente sulle misure di welfare,” ha osservato Volpato sottolineando come questa inerzia politica abbia conseguenze sulle scelte riproduttive, molto spesso rinviate, e di
conseguenza sul versante demografico.
"Abbiamo aspettato troppo a lungo per dare risposta a questa situazione e per assumerci una responsabilita’ sociale e collettiva. Le strategie messe in campo delle donne, definite equilibriste, sono state soggettive, private, soggettivamente pagate pur con l’utilizzo di strumenti nuovi nel mercato del lavoro come il part time,” ha spiegato Volpato.

"Durante la pandemia cosa e’ successo lo sappiamo tutti: lo smart working è stata una scelta obbligata, forse anche l’unica possibile ma è stata anche una cartina di tornasole che ha portato alla luce disparitaà e disuguaglianze. L’utilizzo dello smart working ha garantito al Paese di andare avanti e anche lo smart working è andato avanti protratto sino ad oggi. Entrato dalla porta di emergenza come strumento di conciliazione, è quasi certo che rimarrà come una forma generalizzata e stabile della prestazione lavorativa da regolarsi come sinora non era stato fatto. E questo è il cuore del nostro incontro: a chi interesserà lo smart working del futuro?  Potrebbe somigliare al part time con il quale non siamo in grande amicizia per le disparità che ha incrementato invece di ridurle.  Sarà l’ennesima trappola per le donne o rappresenterà una forma più evoluta del lavoro svincolandolo dal tempo? Sarà rubricata tra le concessioni che le organizzazioni fanno o sarà la forma con cui lavoreremo, uomini e donne, apprendendo processi nuovi? Saremo in grado  di ridefinire il lavoro attraverso obiettivi? Saremo in grado di ridurre con questo strumento il digital divide? E il diritto alla disconnessione, è davvero così semplice?
Abbiamo dunque a che fare con uno strumento che si è imposto massicciamente nel mondo del lavoro, facendo emergere vantaggi e criticità, opportunità e rischi, il maggiore dei quali è quello di non farne un’occasione condivisa.
Sono questi gli interrogativi sui quali vi chiediamo di aiutarci a fare chiarezza anche in vista del PNRR” ha concluso Volpato.(13/10/2021-L.G.-ITL/ITNET)

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