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ITALIANI ALL'ESTERO - GIORNALISTI PER PASSIONE : FRANCESCA FERRANTE "DA ITALIA VIVA: COMPITI A CASA PER TUTTI"

(2020-02-17)

  I loro nomi e spesso anche le loro personali idee rimangono dietro le quinte nel variegato mondo dei consulenti che fanno parte degli staff di onorevoli e senatori, stiamo parlando dei giornalisti, dei comunicatori, che supportano parlamentari, nel nostro caso, eletti all'estero, esponenti del Governo di turno, grand comiss... A loro il compito, quanto mai delicato soprattutto all'inizio del mandato parlamentare, di sostenere - talvolta 'interpretare in velocita'' - il lavoro del politico di turno. A loro ed al loro impegno sul fronte  giornalistico, spesso venato da una buona dose di volontariato, dedichiamo il nostro servizio.

"Italia Viva: compiti a casa per tutti!!"  titola un articolo di Francesca Ferrante, giornalista;  dal suo rientro dall'Australia impegnata nel settore della comunicazione, dopo aver conosciuto la comunità italiana in quel lontano Paese. Un'esperienza che ha suscitato in lei grande interesse per il mondo degli italiani all'estero, tanto da continuare a condividere l'attenzione su questo, talvolta inesplicabile, segmento professionale ***

Al centro della riflessione di Francesca, che sul filo dell'omonimia anagrafica - ma non parentale - condivide  lo stesso cognome con il Direttore responsabile di Italialavorotv/Italiannetwork, proprio il giornalismo politico, del quale auspica, talvolta, un  ritorno a quel passato cartaceo che permetteva una necessaria meditazione dei fatti,  degli avvenimenti e non l'ossessiva corsa dell'oggi al "chi arriva prima" che di certo non favorisce  qualita' e  veridicita'.

Afferma Francesca addentrandosi nella sua interpretazione  "Premetto, con l’onestà intellettuale che mi contraddistingue, di avere difficoltà ad approcciarmi alla politica senza un innato pregiudizio, quell’atavica diffidenza che si congratula solo con i risultati.
Ebbene, c’ero anche io all’Assemblea Nazionale di Italia Viva, la prima del partito.
Con la mia personale convinzione che, se si vuole davvero cambiare questa nazione, è da Renzi e dalla sua cristallina sincerità che si deve ripartire.

Un 'restart' che non deve trascurare di porre rimedio alla degradante involuzione in cui versa il giornalismo attuale".
Un nuovo inizio che parte proprio dal ruolo dell’informazione, dalle responsabilità dei mass media, dal loro contributo nella ricostruzione del reale e nella percezione di fatti e persone.
C’era un tempo, neanche così distante, in cui giornalista era l’appellativo scelto per chi con coraggio fotografava la verità, senza timore di essere poco telegenico, antipatico o di indossare occhiali troppi spessi.
Un tempo in cui non si aveva neppure paura di essere in bolletta, ma in cui precarietà e pervicacia erano medaglie al valore, non vergognose carenze.
In cui una voce contava più di un’immagine.

C’era un secolo, quello scorso, in cui la cronaca politica era osservazione responsabile del presente.
Quasi una favola antica, in cui era impensabile trattare un tema, predisporre un’intervista, scrivere un pezzo o preparare un articolo, senza prima averne vagliato fonti e sostanza.

Matteo Renzi è tante volte entrato in forte polemica con un’intera classe giornalistica: un'accusa, la sua, che trova concordi numerosi cittadini.
In tantissimi a Cinecittà , all'Assemblea, lo hanno ascoltato,  condividendone  visione e programmi, augurandosi anche di ottenere il giusto spazio nella cronaca politica.
Perché non parlare della folla che riempiva lo Studio 10 di Cinecittà non ha significato ‘far dispetto’ ai parlamentari di un partito, ma semplicemente non aver rispetto dei suoi elettori e dell’opinione pubblica.

Purtroppo, è sovente venato da uno strenuo opportunismo, quando non è addirittura al soldo di un certo malaffare, e soprattutto caratterizzato dall’urlo facile e dagli slogan ad effetto.

Ma torniamo, comunque, alla favola dell’infanzia: vi era un tempo in cui politica e informazione non si confondevano; una stagione in cui ciascuno svolgeva con stima reciproca un compito.
C’erano anni in cui questa dialettica era accompagnata da etica e professionalità.
Le penne sfoggiavano con orgoglio la medaglia dell’indipendenza.
Vi era una precisa missione sottesa: coinvolgere gli italiani nella complessità dell’attualità, cercando, seppur a fatica, di essere imparziale."

Ebbene, per Francesca "È tempo di tornare all’eleganza della scrittura, alla moderazione del linguaggio, all’inflessibile moralità del vero, ai valori costituzionali, al perseguire coerenza e veridicità. Al rispetto dell’altro e delle sue opinioni.
Resta da capire se noi, senza disincanto e scetticismo, potremmo avere ancora la prontezza e l’abilità di riaccogliere una nuova visione, riformista, pregna di buon governo e nuove idee.
Dobbiamo domandarci se siamo ancora capaci di premiare il merito, superando irrazionali antipatie.

Mi sono chiesta più volte, in quella due giorni così intensa e tra tanti volti giovani,  fiduciosi e motivati, quale possa essere anche il mio contributo, l’apporto di chi fatica a credere in un possibile cambiamento, a dare una chance a questa nostra Italia.
Non credo si possa veramente invertire la rotta, uscire dalla stagnante e oscura palude, abbandonare un improduttivo stato di minorità, senza ripristinare un sistema meritocratico e un apparato politico valido e competente. Perché senza fatica non si ottengono  risultati.  Perché senza meriti non vi sono premi di cui vantarsi.

Politica e giornalismo: immaginazione e servizio pubblico.
Compiti a casa? Spegnere il televisore e comprare un buon vecchio quotidiano. Sfogliarne le pagine, odorarne l’inchiostro e leggere l’editoriale.  Si, perchè se c’è un giornalista che ne scrive ancora uno interessante con la strenua inerzia del moderato pensatore, vuol dire che abbiamo ancora una vecchia favola da ascoltare e una bella Italia in cui sperare" conclude Francesca.

*** Francesca Ferrante nasce a Bari alla fine degli anni ‘70. Frequenta la facoltà di giurisprudenza della sua città dove si laurea nel 2005. Dopo varie esperienze nel campo forense, si trasferisce a Sydney in Australia dove risiede per circa tre anni, alternando l’insegnamento della lingua italiana presso la Dante Alighieri society e l’attività di segreteria per il Com.It.Es. del NSW.
Attualmente communication manager dell’On. Nicola Carè, tra gli eletti alla Camera dei Deputati per la circoscrizione estero." (17/02/2020 - ITL/ITNET)

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