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ITALIANI ALL'ESTERO - RAPPRESENTANZA PARLAMENTARE- SCHIAVONE (SEGR.CGIE) : "UMILIATI AL SENATO...NOSTRA RAPPRESENTANZA SERVE A "ITALIA".

(2019-03-06)

Al Senato  nel dibattito, ed in particolare, nella seduta di approvazione del DL 264, di riforma degli  articoli 56 e 57 della Costituzione italiana, sulla riduzione dei parlamentari eletti dalla Circoscrizione Estero "gli Italiani all'estero sono stati 'umiliati' dallo stesso relatore al provvedimento"  lo afferma chiaro e tondo Michele Schiavone, Segretario generale del CGIE, il Consiglio Generale  degli Italiani all'estero, rispondendo ad una domanda di ITALIANNETWORK /Italialavorotv nel corso della conferenza stampa di fine lavori del Comitato di Presidenza del Consiglio.  (VIDEO: http://www.italiannetwork.it/video.aspx?id=2749 )

"Il Paese e' messo male all'estero" - dichiara senza sconti Schiavone, stigmatizzando il danno che viene fatto all'Italia  perchè  " tagliare una rappresentanza  che puo' essere significativa per noi (da 18 a 12), ma serve soprattutto all'Italia perche' anche i 18 nel loro piccolo fanno opera di promozione e agiscono per avvicinare il Paese Italia e  le sue  istituzioni ai Paesi in cui vivono".
Dunque, "atomizzare questa presenza significherebbe avere delle perdite enormi perchè la loro proposta, le loro idee recepite nel dibattito pubblico ed in Parlamento arricchiscono la discussione e portano esempi di best practice, al differenza delle qualità dei singoli  parlamentari. Su quest'ultimo punto, noi non possiamo esprimerci".  Lo ha affermato il Segretario Generale del CGIE, Michele Schiavone, aggiungendo pero':
"Però, la rappresentanza è un diritto che va garantito perchè le istituzioni sono uguali per gli italiani in Italia come per gli italiani all'estero e devono essere rispettate da tutti" ha proseguito  il Segretario Generale del CGIE.

Gia' nella fase preparatoria - assembleare - siamo intervenuti,  informando i media nazionali ed incontrando la Commissione Affari Costituzionali  del Senato, ma  non c'è' ascolto, almeno al Senato non c'è stato. E poi, il fatto che umilia, è che nel dibattito parlamentare il relatore del provvedimento abbia espresso concetti davvero umilianti che rasentano il razzismo. Un'onda - incalza Schiavone - che si sta propagando nel mondo e che viene percepita. E quando la si percepisce sulla nostra pelle di italiani all'estero allora c'e' da domandarsi se il nostro Paese oggi sia questo, perchè noi abbiamo un'immagine diversa dell'Italia".

"Quanto a quello che potremmo fare (nel caso di un piano B: oggetto della domanda ndr) sicuramente sarà coinvolgere la rete delle associazioni, delle "anime belle"  di professionisti che rappresentano l'Italia in maniera sia semplice che  professionale ed anche in termini di eccellenza!. "  Si' perchè gli italiani all'estero, ed il CGIE in prima linea, quel che si aspettano è  "valorizzare questa presenza italiana all'estero".  E'  "una presenza che produce PIL "  fa presente Schiavone". 

Per Giuseppe Maggio "Vice Segretario Area Europa "  per gli italiani all'estero che vivono da tempo all'estero, questa visione dei connazionali oltrefrontiera  potrebbe  addirittura rompere quel meccanismo di integrazione nel rapporto con la società locale dove oggi vivono e lavorano i nostri connazionali."   

E guardando al futuro del legame con le migliaia di expats che si allontanano dall'Italia in questi anni di ripresa del fenomeno dell'emigrazione italiana si deteriora sempre piu' il meccanismo, il legame, con il nostro Paese.  Mentre, in Italia, tutto ciò non viene considerato.
"si continua a parlare di emigrazione identificando il meccanismo con i giovani che vanno all'estero,  dotati di un'assoluta eccellenza - anche se questo non e' vero - sottolinea Mangione ricordando le migliaia di giovani che fanno parte di quella "non eccellenza" che pure emigra - non si porta attenzione ad una cosa. 'Queste persone che sono uscite dall'Italia avendo un bagaglio culturale e professionale altissimo, non hanno questo infinito amore per il Paese d'origine che non ha consentito loro di inserirsi a livello che meritavano. Quindi, se ad un certo punto  le restrizioni finiscono per riguardare anche la possibilita' di una rappresentanza diretta all'interno del Parlamento, ovvero di una forza che è nel mondo e fa parte del mondo pur essendo ancora legata all'Italia, questo legame potrebbe anche tagliarsi ed interrompersi. "

Quanto alla legge elettorale che offre l'opportunita' di candidarsi  a quanti dall'Italia intendono rappresentare gli italiani all'estero " in questa legislatura  solo due su 18. Non si tratta di  una quantita' minima" afferma la Vice Segretaria dei Paesi di Area Anglofona. " Anche se si danno da fare per essere presenti a premi e manifestazioni varie, non  e' quello di cui abbiamo bisogno !
Noi  abbiamo bisogno è di persone che siano radicate sul territorio e conoscano le comunità e le necessità  ma anche le capacità di offerta da parte delle comunita' perche' noi non abbiamo una visione assistenzialistica del rapporto con l'Italia. Abbiamo una visione della protezione dei diritti  - quelli previsti per legge - che  sono uguali ed identici  a quelli di qualunque cittadino italiano che viva dentro i confini dell'Italia comprese le sue isole."  Questo è il concetto che occorre riuscire a far comprendere.  E temo che proprio perche' si è considerato per troppo tempo la presenza dei parlamentari della Circoscrizione  estero come presenza che ha portato via 18 posti ai candidati in Italia, ecco  perchè stiamo proponendo di "aggiungerli" in quanto hanno una funzione di tipo diverso, a favore dell'Italia. "...

A chiudere l'intervento e' Riccardo Pinna, esponente Area Anglofona extraUE. Pinna viene dal Sud Africa e conosce anche lui i percorsi e l'iter della rappresentanza parlamentare, per cui ricorda come le comunità all'estero si siano già accontentate in passato di una rappresentanza ristretta rispetto i numeri delle comunità rappresentate.
"Si parla tanto di democrazia, di rispetto delle minoranze. Ci si riempie la bocca con queste parole, però, trasversalmente, tutti i partiti hanno commesso il peccato originale di accettare con 3 milioni e mezzo di italiani all'estero, allora, di avere pochi parlamentari. Invece dei 60/70 parlamentari di cui avremmo potuto disporre." E stigmatizza
" Ne avevano chiesti 20 e 6, alla fine siamo arrivati a 12 e 6 per chiudere l discorso della rappresentanza.  Lo stesso Consiglio Generale ha subito un taglio, perchè il Governo precedente da 94 che eravamo ci ha portato a  63; da 29 dei governativi a 20 e dai 65 eletti nel mondo a 43. Verrebbe, dunque, da dire 'abbiamo gia' dato'. " 
Con ulteriori decurtazioni per Pinna, queste istituzioni ci vogliono mettere in condizioni di non poter lavorare, ma dove sta l'utilita' ed il risparmio ?  si chiede l'esponente del CGIE.L'associazionismo sta soffrendo in maniera spaventosa, anche perchè oggi si comunica con il cellulare e la funzione che un tempo avevano le piccole associazioni paesane è stata superata.  Nessuno si sente ed e' piu' lontano dall'Italia.... E' cambiato, quindi, il modo di interloquire fra italiani all'estero e l'Italia ma l'Italia non lo capisce. Sta  perdendo il treno e rinuncia ad un esercito di volontari per non mantenere i 18 parlamentari...    Un treno che riguarda anche la piccola e media imprenditoria italiana, fa presente Pinna che, come imprenditore ne conosce bene le dinamiche internazionali.(06/03/2019-ITL/ITNET)

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