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DONNE E POLITICA - CONFERENZA FONDAZ.IOTTI" - SARACENO: "CONTINUARE A INVESTIRE SU ISTRUZIONE DONNE" PROF.VENTURA "ANCORA DIFFICILE IMPORSI IN POLITICA" LEMBI(ANCI)"15% SINDACI 8000 COMUNI ITALIANI E' DONNA"

(2018-06-08)

  Le donne e le nuove sfide della democrazia’  il tema al centro del convegno che si e’ svolto oggi a Roma: un momento di riflessione, organizzato dalla Fondazione Nilde Iotti, a cui hanno presto parte figure istituzionali, docenti, giornaliste.
A seguire l'intervento della Presidente della Fondazione Livia Turco  la sociologa Chaiara Saraceno (http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=53410).
Tra i relatori presenti la sociologa Chiara Saraceno che si e’ soffermata sull’importanza di far rivivere l’Articolo 3 della nostra Costituzione; la politologa dell'Ateneo di Bologna Sofia Ventura e la Presidente della Commissione Nazionale Pari Opportunita’ dell'Anci Simona Lembi.

Ad aprire gli interventi la sociologa Chiara Saraceno che fatto presente : "Il problema della rimozione degli ostacoli alla piena partecipazione previsto dall’articolo 3 (vedi: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.)
Ma non e’ totalmente messo a fuoco nelle direzioni che deve assumere" prosegue Saraceno.
Intanto perche’ e’ difficile per le donne accedere alla sfera pubblica, alla sfera del lavoro remunerato e alle carriere, questo nonostante il fatto che oggi le donne siano istruite tanto quanto gli uomini. Contemporaneamente viene nascosto il loro lavoro non remunerato, non viene valorizzato, non viene riconosciuto,” ha dichiarato Saraceno.

“L’articolo 3 oggi, ancora di piu’ rispetto all'origine, e’ di fronte alla sfida delle crescenti diseguaglianze: diseguaglianze tra uomini e donne, tra classi sociali ma anche forti tra donne. Oggi c’e’ un problema che debbono affrontare anche le donne non solo gli uomini su come garantire i diritti costituzionali dell’articolo 3. I divari sociali si stanno ampliando e questo riguarda anche le donne: oggi tra una donna laureata del Centro Nord e una donna di bassa istruzione del Mezzogiorno ci sono enormi differenze sia per quanto riguarda la possibilita’ di partecipare al mondo del lavoro, di rimanerci se si crea una famiglia, di avere possibilita’ di conciliare. Questa e’ una sfida che come donne, e non da sole, dobbiamo affrontare,” ha affermato Saraceno.

“Oggi chi puo’ ricorrere al mercato, può esternalizzare parte del lavoro di cura a donne in condizione di debolezza: io non ho nulla contro il fatto che il lavoro domestico sia uno dei tanti lavori disponibili ma e’ un lavoro che appare un destino perché meno privilegiato. Oggi e’ diventato la risorsa delle donne che vengono escluse dalla fabbrica o per le migranti qualsiasi sia la loro qualifica o competenza. Hanno il 'vantaggio' di essere donne, trovano un lavoro in quanto donne, ma solo quel lavoro li. E anche gli uomini migranti spesso sono sovraqualificati rispetto al lavoro che svolgono,” ha precisato Saraceno.

"Per uscirne bisogna fare un grandissimo investimento sull’istruzione delle donne, specialmente nei contesti piu’ svantaggiati. Bisogna inoltre investire moltissimo in servizi di cura. E poi cominciare ad interrogarsi sulle diseguaglianze: anche noi donne non possiamo piu’ nasconderci dietro la nostra storica diseguaglianza con gli uomini, ignorando gli altri tipi di diseguaglianza che ci sono,” ha concluso Saraceno.

"Di stereotipi culturali che persistono nei confronti delle donne e della scarsissima presenza di donne in posizioni apicali, ha parlato invece Sofia Ventura, politologa, Universita’ di Bologna.
“Le donne non solo hanno difficolta’ ad imporsi in politica ma non sono molto prese in considerazione anche quando parlano semplicemente di politica. Si nega la loro autorevolezza. La politica e la riflessione alta in questo ambito sembra dovere appartenere al mondo maschile. Non si accetta un ruolo per la donna che cozzi con l’immagine femminile predominante nella societa’. Hillary Clinton, per esempio, ha pagato per il suo profilo di donna forte ed e’ stata massacrata per questo. L’unica eccezione in questo ambito sembra essere Angela Merkel, probabilmente perche’ ha vissuto nella Germania dell’Est in un contesto dove tra uomo e donna non c'erano estreme differenze e quindi lei stessa non ha introiettato alcun stereotipo condizionante,” ha puntualizzato Ventura.

Simona Lembi, Presidente Commissione Nazionale Pari Opportunita’ dell'Anci, ha invece fornito alcuni dati sulla presenza femminile nelle amministrazioni comunali.
“ Sulla base dei dati raccolti lo scorso anno, a 72 anni dalle prime elezioni, nei consigli comunali la presenza delle donne e’ intorno il 30%. I presidenti donne di assemblee comunali sono il 25%. E le assessore sono il 42%. Negli 8.000 comuni italiani, infine, sindache sono il 14% e queste esercitano per la maggior parte in comuni sotto i 5.000 abitanti,” ha precisato Lembi sottolineando che non ci sono studi su come e quanto la presenza femminile migliori la qualità’ dei servizi.
“Voglio pero’ ricordare che il primo asilo nido e’ stato aperto da una donna 55 anni fa e lo stesso vale per il primo Centro Antiviolenza,” ha sottolineato Lembi. (08/06/2018-L.G.-ITL/ITNET)

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