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IMMIGRAZIONE...E NON SOLO - CECILE KIENGE(MIN.INTEGRAZIONE) :"SI CAMBIA QUANDO TUTTI SONO RESPONSABILIZZATI...MIO MINISTERO TRASVERSALE...IMPORTANTE RATIFICA CONVENZIONE ISTANBUL""

(2013-05-03)

?Sono contenta di questo incontro che permette alle persone di conoscermi  e sono contenta di  questo incarico che mi consente di costruire un nuovo percorso con il Governo. Ho scelto  la  giornata di oggi per presentarmi  perch? oggi si celebra nel mondo la Giornata della Libert? di Stampa.  E da qui parto per dire che  non sono "di colore", sono nera. Bisogna cominciare con la terminologia giusta e chiamare le persone con i modi  giusti.
  E sono italo-congolese. Non posso dire di essere italiana o congolese.  Appartengo a due paesi, sono entrambi dentro di me?.  Esordisce cos?  C?cile Kyenge, il nuovo ministro dell'Integrazione del Governo Letta,  nata a Kambove nella Repubblica Democratica del Congo nel  1964,  cittadina italiana, arrivata in Italia nel 1983 a Roma, dove si ? laureata in Medicina e Chirurgia all'Universit? Cattolica del Sacro Cuore per poi specializzarsi in oculistica all'Universit? di Modena.

?Non ? da oggi che mi occupo di progetti legati al tema della cittadinanza e alla tutela dei diritti degli immigrati. Faccio parte del PD e seguo forum sull'emigrazione a fianco di Livia Turco per promuovere politiche di accoglienza. Ho cominciato con le associazioni per stare vicino alle persone, nelle piazze, sia  in Italia che all'estero, dove si trova la gente che vuole essere ascoltata. Queste esperienze hanno rafforzato in me l'idea di fare politica perch? la politica significa stare in mezzo alle persone. Il mio obiettivo pi? importante ?, infatti, l'interazione,?  ha continuato il nuovo ministro, eletta deputato alla Camera per l'Emilia Romagna il 25 febbraio 2013 e  prima donna di origina africana a sedere in Parlamento.

?Oggi con il PD dobbiamo imparare a tracciare un terreno condiviso, a utilizzare un linguaggio che non offenda gli altri,  a cercare delle risposte ai problemi. Per risollevare il Paese ognuno di noi deve riuscire a capire che facciamo parte di una squadra,  ? necessario trovare dei punti di condivisione e cambiare approccio. Cos? si possono fare molte cose,? ha precisato Kyenge, le cui deleghe sono ancora in via di definizione.

Nel corso del suo intervento, C?cile Kyenge ha parlato  del problema degli immigrati che nascono in Italia ai quali non ? per? riconosciuta la cittadinanza e dell'impossibilit? per loro di prendere parte ai concorsi pubblici. ?Ci sono persone che crescono in Italia ma non sono italiani. Io stessa  ho avuto delle difficolt?,  quando mi sono laureata con il massimo dei voti sono stata due anni senza lavoro. So quindi di cosa si tratta. Bisogna riuscire a fare capire il cambiamento che sta avvenendo in Italia. Siamo un paese meticcio. Siamo all'inizio di un cammino ed ?  necessario parlare con tutti.

Chiaramente ? difficile fare quello che non ? stato fatto in tanti anni.  Allo stesso tempo, so che sono questioni che non possono essere risolte da un sola  persona. Si cambia quando tutti sono responsabilizzati. Solo a quel punto arrivano le risposte che  magari potrebbero giungere dopo che io sono andata via.

Chiaramente riuscire in questa sfida ? il mio percorso anche se questo non significa ottenere subito risultati. C'? il mio impegno ma devo fare passare idee nuove, forse non riesco, vado via, ma debbo avere messo le basi di quel  cambiamento tanto atteso per il quale sono scesa in tante piazze,? ha affermato il nuovo ministro sottolineando che il suo ministero avr? un carattere trasversale.

?Il Ministero dell'Integrazione lavorer? con il Ministero dell'Interno  ma anche con quello dell'Istruzione, l'integrazione comincia, infatti, dai banchi di scuola. Tutti devono fare la propria parte per far comprendere che le diversit? sono una risorsa. Le diversit? debbono  fare parte di ogni settore, anche della Pubblica Amministrazione.  Chiaramente, l'integrazione deve avere delle linee guida  ed il mio Ministero  dovrebbe riuscire a fare questo,? ha rilevato Kyenge, che si ? espressa anche in merito ai commenti razzisti seguiti alla sua elezione.

?La condanna a questi commenti deve arrivare da parte della societ? civile. Le risposte pi? forti le debbono dare gli altri e in molti l'hanno fatto. Non ha importanza la mia risposta ma quella del Paese. E la societ? sta reagendo contro questi attacchi per far vedere che esiste anche un'altra Italia. E' stato un modo per vedere se l'Italia avesse ancora una cultura dell'accoglienza  ed in Italia c'?.  D'altra parte l'Italia non ? un paese razzista, ha tradizioni di accoglienza, bisogna dunque cercare di conoscere bene le tradizioni italiane per valorizzarle. Si parla di razzismo perch? c'? una non conoscenza dell'altro. Se non si conosce l'altro aumenta il razzismo e la discriminazione,? ha affermato Kyenge.

Nel concludere il suo intervento, il ministro ha parlato anche della violenza sulle donne. ?Questo tipo di violenza riguarda tutti, emigrati ed italiani. Non appartiene solo ad un'etnia. La violenza sulle donne  ? colpa di una cultura,? ha affermato il ministro sottolineando l'importanza di ratificare la Convenzione di Istanbul e di introdurre politiche di genere non solo nelle istituzioni ma in tutti i settori e anche nelle scuole.(03/05/2013-L. G.-ITL/ITNET))

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