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ECONOMIA ITALIANA - BANCA D'ITALIA - ECONOMIA: RIPRESA PRODUTTIVA SUPERATO PREVISIONI, MARCATA INFLAZIONE. POLITICA MONETARIA: NECESSARIO INNALZAMENTO TASSI, CONTENIMENTO SALARI, COORDINAMENTO INTERNAZIONALE

(2022-05-31)

"Due anni fa, nel periodo più difficile della pandemia, ci interrogavamo sulle sue conseguenze sociali ed economiche a breve termine; l’incertezza era straordinariamente elevata e sembrava arduo prefigurare gli equilibri e la nuova “normalità” che avrebbero potuto a ermarsi nel più lungo periodo.

Lo scorso anno, nel ricordare l’ampiezza eccezionale e l’efficacia degli interventi attuati per contrastare gli effetti, non solo economici, della crisi sanitaria, sottolineavamo come in un mondo fortemente interconnesso i rischi della pandemia non potessero dirsi superati senza esserlo davvero per tutti. Ribadivamo il ruolo cruciale del coordinamento internazionale." Lo ha affermato nelle sue "considerazioni finali" sul Paese il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco.

"Sul fronte economico la ripresa dell’attività produttiva ha superato le previsioni. In alcuni paesi le misure di stabilizzazione macroeconomica hanno finito per determinare pressioni di domanda che, dati i vincoli di offerta, hanno provocato un marcato rialzo dell’inflazione. Nella seconda metà del 2021, dopo anni di eccessiva moderazione, la dinamica dei prezzi al consumo è tornata a essere sostenuta anche in Europa, non per un eccesso di domanda ma per il rincaro dei prodotti energetici importati.

La politica monetaria non può contrastare l’aumento delle materie prime, ma deve puntare ad assicurare la stabilità dei prezzi nel medio termine. Il quadro congiunturale, cambiato profondamente in pochi mesi, rende opportuno abbandonare la politica di tassi ufficiali negativi. Data l’incertezza delle prospettive economiche il rialzo dovrà avvenire con gradualità; sarà più agevole se le pressioni per incrementi salariali connesse con la risalita dell’inflaazione saranno contenute, anche grazie a misure di bilancio volte a frenare il rincaro dell’energia e sostenere il reddito delle famiglie più colpite. Le condizioni di finanziamento dell’economia resteranno comunque ampiamente favorevoli.

In Italia l’alto debito pubblico riduce i margini a disposizione. Gli interventi di bilancio devono essere ben mirati e ben calibrati per massimizzarne l’e cacia e contenerne il costo. L’aumento, nelle scorse settimane, del di erenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi conferma che il debito pubblico resta un elemento di forte vulnerabilità; ci rammenta, se mai fosse necessario, la necessità di non abbassare la guardia, mirando, nel medio termine, a un avanzo al netto della spesa per interessi e puntando a uno stabile incremento della capacità di crescita dell’economia.

La positiva interazione tra politica monetaria e politica di bilancio nell’ultimo biennio mostra l’importanza di continuare a perseguire il completamento dell’assetto istituzionale dell’Unione economica e monetaria, dotandola di uno strumento di bilancio comune e semplificando le regole applicate ai bilanci nazionali. Con il programma NGEU e con la sospensione del Patto di stabilità e crescita, l’Europa ha dato una risposta coordinata e adeguata allo shock della pandemia. Su questa svolta si può costruire.

L’Italia, il principale beneficiario del programma, ha la responsabilità di mostrare che l’impiego di risorse europee a sostegno di singoli paesi membri può produrre bene ci per l’Unione nel suo complesso.
Il PNRR ha assunto qualità e dimensioni consone con l’obiettivo di colmare i gravi ritardi accumulati nel tempo dal Paese nell’istruzione e nella ricerca, nella parità di genere e nel sostegno all’occupazione giovanile, nella qualità delle infrastrutture e dei servizi pubblici. La prospettiva di una strategia di sviluppo fondata su tecnologie verdi e digitali e sul sostegno all’innovazione potrà contribuire al ra orzamento e all’espansione dei segmenti più dinamici del nostro sistema produttivo, nonché dell’industria  finanziaria.

Ne conseguiranno mutamenti profondi anche per l’organizzazione del lavoro. Un’eredità della pandemia è certamente costituita dalla presa d’atto delle possibilità offerte dalle tecnologie digitali per il lavoro “agile”, per forme d’impiego a distanza. Anche in Banca d’Italia sono oggi diffuse queste nuove modalità di lavoro, applicate con  flessibilità ed equilibrio laddove possibile. Esse non si sostituiscono a sono complementari al lavoro in presenza, che mantiene un ruolo centrale nella trasmissione diretta delle conoscenze, nella formazione dei più giovani, nella crescita della  ducia tra il personale. Resterà immutata la determinazione con cui continueremo a svolgere i nostri compiti al servizio della comunità nazionale e nell’ambito dell’Eurosistema.

Nel PNRR il riequilibrio dei divari territoriali ha assunto una priorità trasversale. Le risorse  nfianziarie che affluiranno al Mezzogiorno sono ingenti; tutti dobbiamo essere consapevoli che potranno dare i frutti attesi solo se lo Stato e le sue istituzioni continueranno a contrastare efficacemente l’illegalità, l’intimidazione, la violenza e la collusione. Abbiamo sempre presente l’esempio tracciato da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, magistrati e protagonisti straordinari di una ritrovata, e contrastata, forza dello Stato. Chi c’era trent’anni fa ricorda l’emozione e il cordoglio generati nel Paese dal loro sacrificio e da quello della moglie di Falcone e degli agenti delle scorte. I più giovani sono testimoni di un ricordo ancora oggi sentito, una memoria comune condivisa.

Ci troviamo ora ad affrontare una nuova crisi, determinata dall’invasione russa dell’Ucraina. Al dramma per la popolazione di quel paese, che può solo attenuarsi con una rapida cessazione della guerra, si accompagnano conseguenze gravi sul fronte dei prezzi e dell’approvvigionamento dei prodotti energetici e di quelli alimentari. Nel breve periodo tra i paesi più colpiti vi saranno quelli europei, maggiormente dipendenti dal gas russo, e quelli più poveri, che già faticano ad assicurare il necessario approvvigionamento di materie prime agricole e concimi.

Per quanto difficili da prevedere, potenzialmente gravissimi possono essere gli effetti del conflitto sugli equilibri internazionali di più lungo periodo, sull’apertura dei mercati e sugli scambi, non solo di merci e capitali, ma soprattutto di informazione e conoscenza. L’Europa, che ha sempre puntato su un assetto mondiale basato su regole condivise, avrebbe da perdere più di altri da un mondo dominato da divisioni e conflitti.

Dalla  fine della Guerra fredda il processo di globalizzazione dell’economia ha portato indubbi benefici, con una netta diminuzione della povertà estrema a livello mondiale anche se con un accentuato aumento della disuguaglianza nella distribuzione di redditi e ricchezza all’interno di molti paesi. Già prima dell’attacco della Russia all’Ucraina si discuteva di come correggerne i più evidenti difetti, sempre tuttavia mantenendo i vantaggi conseguiti nell’ultimo trentennio.

Problemi globali come le pandemie e le emissioni di gas a effetto serra non possono che richiedere risposte globali.
Scriveva, all’instaurarsi degli accordi di Bretton Woods, Luigi Einaudi: “La cooperazione internazionale ha in passato sempre giovato più ai poveri che ai ricchi. Così sia anche stavolta. Ma così sarà solo se noi fermamente lo vorremo”. E ancora prima, nel pieno del secondo confliitto mondiale, Einaudi sottolineava che “gli Stati nazionali sono sempre meno influenti a fronte dello sviluppo dell’interdipendenza economica su scala planetaria” e che frontiere aperte sono artefici di prosperità, perché: “Libertà di scambi economici internazionali vuol dire pace”.

È difficile dirlo meglio: la cooperazione internazionale non deve cedere il passo. La necessaria riflessione sul governo della globalizzazione non deve venire offuscata dalla sfiducia e dalle tensioni che derivano dal confliitto in atto; va invece coltivata con il massimo impegno, mantenendo aperto il dialogo, la speranza che la guerra, per la quale esprimiamo netta e totale condanna, cessi al più presto. "( 31/05/2022-ITL/ITNET)

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