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DONNE - ITALIANE ALL'ESTERO: IN SVIZZERA - ANCHE LA CARITAS SVIZZERA DENUNCIA LE DONNE PIU' COLPITE RISCHIO INDIGENZA PIU' DEGLI UOMINI SOPRATTUTTO IN VECCHIAIA"

(2022-04-09)

  Le donne in Svizzera sono più colpite dalla povertà e sono esposte a un rischio maggiore di indigenza rispetto agli uomini. In occasione del forum di Caritas tenutosi oggi a Berna, circa 300 esperti hanno discusso delle cause della povertà femminile e cercato delle modalità più adatte per ridurre il rischio di povertà per genere.

Nel discorso di apertura alla conferenza, si legge in una nota,  Gisèle Girgis-Musy, membro del collegio presidenziale di Caritas Svizzera, ha sottolineato che, sebbene la parità di genere in Svizzera sia sancita dal diritto costituzionale, nella realtà ci sono ancora molte lacune in questo ambito. Ciò riguarda anche il mercato del lavoro e la questione che definisce quale lavoro è retribuito e quale lo è di meno o non lo è affatto. “Chi pensa che oggi le donne abbiano le stesse opportunità degli uomini trascura le cause strutturali della povertà femminile. Le concezioni dei ruoli tradizionali sono tuttora presenti”.

Andrea Gisler, avvocata e specialista in diritto di famiglia, ha mostrato come il sistema di sicurezza sociale svizzero sfavorisca le donne e aumenti il loro rischio di povertà. Il fatto che il sistema di previdenza per la vecchiaia sia legato al reddito da lavoro impedisce alle donne con compiti di cura e accudimento non retribuiti di costruirsi autonomamente una previdenza per la vecchiaia adeguata. Inoltre, come sottolineato da Morgane Kuehni, professoressa alla Scuola universitaria professionale di lavoro sociale e della sanità di Losanna, molte donne sono sottoccupate, sottopagate ed eccessivamente sfruttate – e quindi spesso vivono in condizioni di indigenza benché lavorino. Il lavoro a tempo parziale imposto è presente principalmente nei settori della sanità e dei servizi, dove la percentuale di personale femminile è molto elevata. “Il mercato del lavoro penalizza le donne e aumenta il loro rischio di povertà”, conclude Morgane Kuehni. (09/04/2022-ITL/ITNET)

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