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ECONOMIA E FINANZA - DDL BILANCIO 2026 -AUDIZZIONE MIN. GIORGETTI (MEF): "PERSEGUIMENTO POLITICA DI BILANCIO ATTENTA NON ESCLUDE CHE SIANO FORNITE RISPOSTE ALLE ESIGENZE PROFONDE DEL PAESE
(2025-11-06)
"Il disegno di legge di bilancio per il prossimo anno,che illustro oggi al Parlamento, si inserisce in un quadro congiun-turale incerto, nel quale l’attenzione sulle politiche di bilancio perseguite dagli Stati è molto elevata." questa la premessa del Ministro dell'economia e Finanze Giancarlo Giorgetti intervenendo in audizione sul DDL del bilancio 2026.
"Gli elevati debiti accumulati a seguito delle crisi che si sono succedute nel corso degli ultimi anni, le preoccupazioni sull’evoluzione futura della crescita e dell’inflazione, i timori legati ai rischi di instabilità politica e al deterioramento dei conti pubblici osservato in alcuni Paesi", spiega Giorgetti, rappresentano i fattori che hanno spinto al rialzo i rendimenti dei titoli pubblici a medio- lungo termine delle maggiori economie mondiali.
In questo contesto, una politica di bilancio attenta a garantire la sostenibilità del debito e in linea con le regole della governance economica europea può favorire la stabilità economica e finanziaria del nostro Paese che, lo ricordo, si trova A RINNOVARE OGNI ANNO CIRCA 400 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO PUBBLICO." Ho ritenuto necessaria questa precisazione per delineare il contesto nel quale si inserisce la manovra, che conferma la strategia seguita dal Governo negli ultimi tre anni.
Un approccio che, in un periodo decisamente complicato, si è concretizzato in interventi che hanno consapevolmente coniugato il supporto a specifici settori economici e fasce della popolazione, con l’esigenza di mantenere in ordine i conti pubblici e di ridurre nel tempo, al netto degli effetti di trascinamento di cassa dei bonus edilizi, il rapporto tra debito pubblico e PIL.
L’attenta conduzione della politica di bilancio ha sicuramente contribuito al recente miglioramento del rating sovrano e alla progressiva riduzione dei rendimenti dei titoli del debito pubblico; in particolare, il BTP decennale è passato dal 4,9 per cento dell’ottobre 2023 all’attuale livello del 3,4 per cento, principalmente per effetto dell’abbassamento dello spread nei confronti dei Bund tedeschi, passato da 200 a 75 punti base. Questi risultati riflettono la crescente credibilità sui mercati riconquistata dall’Italia, di cui hanno beneficiato anche le istituzioni finanziarie e le aziende del nostro Paese.
Il mantenimento di una politica di bilancio responsabile rappresenta pertanto un requisito fondamentale per il nostro Paese. In questo contesto, il significativo miglioramento conseguito nei primi tre anni della legislatura in termini di saldo primario che, passando dal disavanzo del 4 per cento del PIL registrato nel 2022 si è portato a un avanzo dello 0,5 per cento nel 2024, si sta rivelando essenziale per rassicurare gli operatori economici circa l’impegno del Governo nel mantenere in ordine i conti.
Questi risultati sono il frutto della attenta attività di programmazione e controllo della spesa messa in atto dal Governo nel corso di questo triennio e di cui è diretta conseguenza la discesa del rapporto deficit/PIL al di sotto del 3 per cento.
Occorre sottolineare che, nel nuovo quadro della governance economica europea, gli spazi di manovra alla luce della regola della spesa netta sono più contenuti rispetto al passato. Infatti, la condizione perché si verifichino tali spazi è che le tendenze della spesa risultino inferiori al tasso di crescita programmato; inoltre, non è possibile l’utilizzo del miglioramento delle entrate dovute all’andamento del ciclo; infine, si riducono significativamente le opportunità offerte in passato dalla revisione annuale degli obiettivi di deficit.
Ogni confronto, quindi, della manovra 2026-2028 - pari a un valore medio annuo di 18 miliardi - con le precedenti sulla base delle sue dimensioni, non terrebbe in debita considerazione alcuni rilevanti aspetti.
In primo luogo, il cambio delle regole fiscali e conseguentemente il fatto che per il prossimo triennio le tendenze della spesa a legislazione vigente sono sostanzialmente allineate con la traiettoria definita nel Piano strutturale di bilancio di medio termine; ma, soprattutto, tralascerebbe il fatto che la legge di bilancio dell’anno scorso, effettuando una solida programmazione di medio termine della spesa, ha finanziato - in via permanente e strutturale - misure che in passato venivano rifinanziate di anno in anno.
Tuttavia, il perseguimento di una politica di bilancio attenta non esclude necessariamente che siano fornite risposte alle esigenze profonde del Paese.
La manovra per il triennio 2026-2028, in continuità con le decisioni assunte finora dal Governo, dispone interventi di carattere fiscale e di sostegno al potere di acquisto delle famiglie, iniziative in favore delle famiglie numerose e a supporto alla genitorialità, un ulteriore rifinanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, misure a supporto delle imprese e di potenziamento degli investimenti pubblici, l’ampliamento della capacità di spesa degli enti territoriali.
Gli interventi di carattere fiscale e di sostegno al potere di acquisto rappresentano l’ambito di intervento quantitativamente più rilevante.
Rafforzando le misure adottate finora, è stata prevista la riduzione di due punti percentuali della seconda aliquota IRPEF (che si applica ai redditi compresi tra 28 mila e 50 mila euro), che passa dall’attuale 35 per cento al 33 per cento. A tale intervento volto a tutelare i contribuenti con redditi medi sono stati destinati 3 miliardi.
Tale misura estende, quindi, la platea di soggetti che avevano, a partire dal 2025, beneficiato dalla riduzione strutturale del cuneo fiscale, coinvolgendo 13,6 milioni di contribuenti (il 32 per cento del totale) di cui 8,2 milioni lavoratori dipendenti. Il beneficio medio atteso è pari a 218 euro annui, con un beneficio massimo di 440 euro all’anno.
Per sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori, rafforzare il legame tra produttività e salari e supportare i rinnovi contrattuali, sono state adottate ulteriori misure utili a contrastare gli effetti dell’inflazione registrata negli scorsi anni e ancora presente, cui sono destinate risorse complessivamente pari a circa 2,8 miliardi nel triennio, che includono anche le risorse destinate alla decontribuzione per assunzioni a tempo indeterminato.
In particolare, la manovra conferma l’attenzione già riservata lo scorso anno alla contrattazione relativa ai premi di produttività, intervenendo nuovamente sul prelievo sostitutivo sui premi che saranno riconosciuti ai lavoratori per ridurne l’aliquota, che dal 5 per cento passa all’1 per cento, e aumentare la soglia massima degli importi sottoposti all’agevolazione, che da 3 mila passa a 5 mila euro annui.
In analogia con la disciplina specificamente prevista e prorogata dalla manovra per i lavoratori impiegati nel settore turistico, è stato introdotto un prelievo agevolato del 15 per cento sulle somme erogate a titolo di indennità o di maggiorazioni ai lavoratori, con redditi entro i 40 mila euro, che svolgono mansioni definite “scomode”. Tale intervento è volto a rendere maggiormente attrattive attività che, in diversi casi, soffrono di una scarsità di offerta di lavoro.
Un ulteriore stimolo al riconoscimento di aumenti stipendiali nel settore privato è costituito dalla previsione di un’imposta sostitutiva del 5 per cento sugli incrementi retributivi corrisposti ai lavoratori dipendenti con redditi fino a 28.000 euro, in attuazione di rinnovi dei contratti nazionali siglati sia nel 2025 sia di quelli che lo saranno nel 2026. Un intervento che fornisce un ulteriore sostegno ai lavoratori dipendenti.
Con riferimento al pubblico impiego si prevede che il salario accessorio corrisposto nel 2026 al personale non dirigenziale con redditi fino a 50.000 euro, entro un limite di 800 euro, sarà sottoposto a un’imposta sostitutiva del 15 per cento. È questa un’ulteriore conferma dell’impegno del Governo nel miglioramento delle condizioni del lavoro pubblico, che si aggiunge alle risorse e alle attività finalizzate a dare continuità ai rinnovi contrattuali.
Nell’ambito delle misure di carattere fiscale si proroga, anche per il 2026, la disciplina attuale sulle detrazioni per le spese di ristrutturazione degli immobili, che restano al 50 per cento per i lavori realizzati sulla prima casa e al 36 per cento negli altri immobili. Viene inoltre prorogato per il 2026 il cosiddetto bonus mobili.
Sempre in ambito fiscale, si introduce una nuova misura di regolarizzazione dei debiti fiscali, strutturata in maniera da aiutare imprese e contribuenti in difficoltà, attraverso la loro diluizione in un certo periodo di tempo.
Nel nuovo schema, tali debiti potranno essere sanati in unica soluzione, entro il 31 luglio del prossimo anno, oppure in 54 rate bimestrali di pari importo, da versare a partire nel periodo che va da luglio 2026 a maggio 2035. Nel caso di pagamento rateale, si applicano interessi del 4 per cento annuo e si prevede anche un pagamento minimo per le singole rate di 100 euro. Sebbene la regolazione rateale dei debiti possa comportare un costo teorico in termini di minori entrate riferite al primo anno di applicazione, la spalmatura delle stesse su un periodo di 8 anni aumenta la loro probabilità di riscossione compensando il “costo” iniziale.
Questi benefici decadono, tuttavia, in caso di mancato pagamento, completo o parziale, della prima rata, dell’ultima o di due rate successive.
Agli interventi finalizzati al sostegno delle famiglie e al contrasto della povertà sono destinati 3,4 miliardi nel triennio. Per agevolare l’accesso a determinate prestazioni agevolate, si introduce una revisione della disciplina per il calcolo dell’ISEE, prevedendo maggiorazioni delle scale di equivalenza per i nuclei familiari con due o più figli e l’innalza-mento della soglia di esclusione della casa di abitazione.
In particolare, le maggiorazioni delle scale di equivalenza vengono ora riconosciute anche alle famiglie con due figli (0,1 punti), mentre sono portate a 0,25 in caso di tre figli, 0,40 in caso di quattro figli e 0,55 con cinque figli.
La soglia di esclusione dal calcolo dell’ISEE della prima casa di abitazione, in termini di valore catastale, è alzata a 91.500 euro dai 52.000 euro attuali. Inoltre, per tenere conto dei carichi familiari, la stessa è incrementata di 2.500 euro per ogni figlio convivente successivo al primo, anziché successivo al secondo come fino ad ora previsto.
La manovra procede nel percorso di potenziamento delle misure a sostegno della conciliazione vita-lavoro, proro-gando al 2026, e potenziandola rispetto al 2025, l’integrazione al reddito pari a 60 euro mensili per le lavoratrici, madri di due o più figli, titolari di reddito da lavoro, dipendente o autonomo, non superiore a 40.000 euro su base annua.
Tra gli interventi a supporto alla natalità e della conciliazione vita-lavoro rientrano, inoltre, il finanziamento permanente delle iniziative dei comuni per il potenziamento dei centri estivi, il rafforzamento dei congedi parentali e di malattia per i figli minori, quelli di promozione dell’occupazione delle madri lavoratrici nonché gli incentivi per la trasformazione dei contratti.
La manovra rifinanzia anche la Carta “dedicata a te”, con 500 milioni. Tale intervento andrà sempre più coordinato con le numerose analoghe misure che sono finanziate dai livelli di governo territoriali.
Con riferimento al comparto della salute, sin dal suo insediamento il Governo ha destinato risorse, aggiuntive a quelle già assegnate dalla legislazione vigente, al finanziamento del Servizio sanitario nazionale, che nel 2025 si è attestato a 136,5 miliardi, un livello superiore di circa 10,5 miliardi rispetto ai 126 miliardi disponibili nel 2022. Anche con questa manovra si stanziano nuove risorse, pari a 2,4 miliardi nel 2026 e 2,65 miliardi a decorrere dal 2027. Queste risorse faranno in modo che il rapporto tra spesa sanitaria e PIL salirà al 6,2 per cento nel 2026.
Inoltre, non può sottacersi che ogni confronto di livelli della spesa in relazione al PIL non può non tenere in debita considerazione il valore di tale grandezza a livello pro capite, scontando gli effetti di una demografia che di fatto ha oramai imboccato la strada del tasso di sostituzione negativo.
Una quota sarà destinata alla realizzazione di un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato che, in deroga ai vincoli vigenti, consentirà di fronteggiare le carenze di personale con nuove assunzioni di medici e infermieri. Altre risorse saranno invece utilizzate per assicurare anche nell’anno 2026 le prestazioni aggiuntive e per incrementare gli stipendi degli operatori del comparto, attraverso l’aumento delle indennità di specificità medica, veterinaria, sanitaria non medica, tutela del malato e infermieristica.
In continuità con quanto già previsto nella scorsa legge di bilancio, si introducono misure in favore del personale impiegato nei servizi di pronto soccorso. A completare il pacchetto di interventi concorrono anche l’incremento dei tetti per la spesa farmaceutica, per i dispositivi medici e per l’acquisto di prestazioni sanitarie erogate da strutture private accreditate, l’aggiornamento delle tariffe per la remunerazione delle prestazioni ospedaliere per acuti e per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e protesica.
Quanto alle misure per favorire gli investimenti delle imprese, per dare continuità agli interventi approvati finora, la manovra introduce misure volte a stimolare gli investimenti delle imprese e a garantirne la competitività. A tale riguardo, il Governo ha dato un contributo importante, destinando circa 7 miliardi nel triennio a interventi che si concentrano sulle priorità evidenziate dal mondo produttivo. Sarà poi importante, nei prossimi mesi, valorizzare le risorse che potranno venire dalle politiche di coesione oggetto di revisione con i Regolamenti 2025/1913 e 2025/1914 proprio per rafforzare, in particolare, le capacità industriali.
Per tenere conto della necessità di rendere gli strumenti agevolativi coerenti con il nuovo quadro di regole di bilancio europee, le risorse della manovra sono state concentrate principalmente su due misure: la reintroduzione per il 2026 dell’iper-ammortamento, che si sostituisce ai crediti d’imposta Transizione 4.0 e Transizione 5.0 previsti fino a quest’anno, e il rifinanziamento nel triennio dei crediti d’imposta per la ZES Unica per il Mezzogiorno e per la ZLS.
A differenza delle precedenti misure configurate in termini di credito d’imposta, si è agito attraverso il meccanismo delle deduzioni fiscali, prevedendo in tal modo maggiorazioni della deducibilità delle quote di ammortamento e garantendo un beneficio fiscale superiore al credito d’imposta previsto per il 2025 (con aliquota del 20%).
La previsione di maggiorazioni decrescenti delle quote di ammortamento deducibili all’aumentare del valore dell’investimento e di un importo massimo dell’investimento agevolabile (20 milioni) consentono di allocare le risorse disponibili garantendo un beneficio fiscale più significativo alle imprese di piccole dimensioni, che costituiscono una componente rilevante del tessuto economico del Paese.
La nuova misura sarà inoltre accompagnata da un meccanismo di monitoraggio, gestito da un’apposita piattaforma sviluppata dal Gestore dei Servizi Energetici, che consentirà di verificare se gli investimenti pianificati comportano scostamenti rispetto alle stime, al fine di poter intervenire tempestivamente sulla norma.
Per sostenere gli investimenti e l’attrattività nelle regioni del Sud Italia, dando continuità alle misure già in essere, sono stati rifinanziati, per il triennio 2026-2028, i crediti d’imposta per gli investimenti nelle Zone Economiche Speciali (ZES) e nelle Zone Logistiche Semplificate (ZLS), riconosciuti alle imprese che13investono in impianti, macchinari o nuove sedi operative in proporzione al valore dell’investimento realizzato.
In tema di investimenti, si prevede anche il rifinanziamento per il 2026 e il 2027 della cosiddetta “Nuova Sabatini”, l’agevolazione volta a supportare l’acquisto o l’acquisizione in leasing di beni strumentali da parte delle micro, piccole e medie imprese. Risorse aggiuntive sono stanziate per i contratti di sviluppo in favore delle imprese e per il sostegno e lo sviluppo delle filiere del settore turistico.
Infine, si proroga al 31 dicembre 2026 la sterilizzazione di sugar e plastic tax.
Per il rafforzamento degli investimenti pubblici, si rifinanziano i contratti di programma e di servizio infrastrutture con Rete Ferroviaria Italiana – in aggiunta a quanto già previsto dal decreto-legge cd. Anticipi - e ANAS.
La legge di bilancio prevede anche risorse per proseguire e rafforzare gli interventi finalizzati allo sviluppo del capitale umano. Mi riferisco, in particolare, al rifinanziamento del fondo integrativo statale per la concessione delle borse di studio che, con uno stanziamento di 250 milioni a decorrere dal 2026, darà continuità alle risorse finora assicurate, anche al fine di garantire i livelli essenziali delle prestazioni nella materia dell’istruzione.
Con riferimento agli enti territoriali, le disposizioni contenute nella manovra riflettono l’esito delle interlocuzioni tenute nell’ambito dei tavoli tecnici previsti dalla scorsa legge di bilancio. In particolare, si interviene sulle capacità di spesa attraverso la cancellazione della restituzione delle anticipazioni di liquidità delle Regioni, la modifica delle modalità di calcolo del fondo crediti di dubbia esigibilità e la revisione delle regole di utilizzo degli avanzi vincolati da parte degli enti in disavanzo.
Per supportare le capacità di riscossione degli enti locali, anche alla luce dell’elevato numero di enti che entrano in procedura di dissesto per difficoltà in questo ambito, si consente loro di affidare il servizio relativo alle attività di riscossione coattiva delle entrate tributarie o patrimoniali proprie ad AMCO, società a totale partecipazione pubblica, che si avvarrà delle società già esistenti a livello territoriale.
Un intervento che, oltre a rendere più efficiente un’attività fondamentale per l’equilibrio economico-finanziario degli enti locali, come mostra la stretta correlazione tra le procedure di dissesto e predissesto e l’elevata difficoltà nella riscossione (il rapporto tra riscossioni e accertamenti più residui attivi degli enti in difficoltà finanziaria è pari al 49 per cento, a fronte di una media nazionale del 68 per cento), introduce un presidio a fronte anche delle ultime decisioni delle Corti di giustizia europee, in materia di responsabilità ultima dello Stato centrale.
Infine, in particolare, si incrementano le risorse del fondo per contribuire alle spese sostenute dai Comuni per l’affidamento dei minori istituito dalla legge di bilancio dello scorso anno e vengono incrementate per 200 milioni annui dal 2027 le risorse destinate ai livelli essenziali delle prestazioni in ambito sociale.
Al fine di consentire la progressiva armonizzazione dei trattamenti economici accessori del personale dei comuni sono stati stanziati 50 milioni di euro per l’anno 2027 e 100 milioni euro annui a decorrere dall’anno 2028 da destinare, nell’ambito della contrattazione del Comparto Funzioni locali per il triennio 2025-2027, all’incremento del trattamento accessorio, anche fisso e ricorrente, del personale non dirigenziale dei predetti enti.
La manovra, al fine di tenere conto della fragilità del territorio rispetto agli scenari climatici avversi, stanzia anche risorse per fronteggiare eventuali situazioni di rischio. Tali risorse si aggiungono al fondo di natura permanente previsto nella legge di bilancio dello scorso anno. Si rifinanzia inoltre il fondo per le emergenze nazionali, con uno stanziamento di 300 milioni nel 2026 e 380 milioni per ciascuno degli anni 2027 e 2028, e si rifinanziano sia le strutture sia gli interventi di primo intervento dei territori colpiti da eventi catastrofali (circa 400 milioni nel 2026, 500 milioni nel 2027 e 400 milioni nel 2028).
Infine, continuando nel percorso di rafforzamento delle poste di bilancio volte a prevenire gli effetti finanziari deri-vanti da elementi di rischio, è stato istituito un fondo che, con una dotazione di 2,2 miliardi per il 2026, è destinato a fronteggiare gli effetti finanziari che potrebbero derivare dalla definizione di contenziosi nazionali ed europei.
Al finanziamento della manovra concorre una combinazione di interventi sulla spesa e di misure di entrata.
Per quanto riguarda gli interventi sulla spesa, si tratta di misure di razionalizzazione, riprogrammazione ed efficienta-mento della spesa dei Ministeri, che determinano effetti in termini di indebitamento netto per circa 2,1 miliardi nel 2026, 2,2 nel 2027 e 3,1 miliardi nel 2028.
In particolare, si tratta di interventi volti all’efficientamento della spesa corrente mentre, nel caso della spesa in conto capitale, rispondono alla necessità di migliorare la capacità di programmazione delle amministrazioni mediante una rimodulazione delle dotazioni di bilancio che tenga conto dell’andamento gestionale senza pregiudicare la realizzazione dei relativi interventi.
In coerenza con quanto già indicato nella circolare del Ministero dell’economia e delle finanze - Ragioneria generale dello Stato 14/2025 del 15 maggio 2025, la rimodulazione delle risorse di conto capitale dal triennio 2026-2028 a quello successivo tiene conto della consistenza dei residui di stanziamento accertati alla chiusura dell’ultimo esercizio ed è volta ad efficientare e migliorare la capacità di programmazione degli interventi.
E’ stata poi compiuta, in analogia con quanto fatto l’anno scorso con lo scopo di assicurare il rispetto degli obiettivi programmatici di finanza pubblica, una valutazione sulla possibilità di esercitare, da parte dei Ministeri, la facoltà prevista dall’articolo 30, comma 2, della legge n. 196 del 2009, che consente di reiscrivere negli anni successivi gli stanziamenti di spesa in conto capitale non impegnati alla chiusura dell’esercizio precedente che, quindi, hanno generato delle economie di bilancio.
In ogni caso, voglio ricordare che il disegno di legge di bilancio prevede la facoltà per i Ministeri di rimodulare le variazioni operate. Infatti, per alcuni interventi, oltre alle ordinarie forme di flessibilità di bilancio già previste dalla vigente normativa contabile, si consente la possibilità di rimodulare le riduzioni applicate con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze su proposta dei Ministeri, fermo restando il conseguimento dei risparmi di spesa previsti e ad invarianza di effetti sui saldi di finanza pubblica.
Un importante contributo al finanziamento della manovra viene dal settore bancario e assicurativo, che forniranno risorse pari a circa 10 miliardi nel triennio. Un impatto assorbibile, alla luce della solidità e della profittabilità del nostro sistema bancario al quale ha contributo anche la linea di rigore sui conti pubblici adottata da questo Governo.
Queste risorse saranno ottenute attraverso un insieme di misure di carattere fiscale, che sono state il prodotto della proficua interlocuzione con le associazioni di categoria.
Altre misure utilizzate a copertura devono essere viste alla luce della completa realizzazione di riforme contenute nel Piano strutturale di bilancio di medio termine, quale l’impegno di ridurre i sussidi ambientalmente dannosi. A tal fine, si anticipa al 2026 l’allineamento tra le accise di benzina e gasolio. La decisione di accelerare l’allineamento delle due aliquote già nel 2026 è stata motivata dal contesto di prezzi petroliferi in calo, che consente di introdurre la riforma mantenendo i prezzi medi dei carburanti sostanzialmente stabili rispetto al 2025.
Altre misure contenute nel disegno di legge di bilancio continuano nell’obiettivo di contrastare l’evasione, anche mediante l’utilizzo potenziato delle informazioni a disposizione dell’amministrazione finanziaria, fondamentale per raggiungere i target di riforma contenuti nel PNRR e nel Piano strutturale di bilancio di medio termine.
Nel dettaglio, si prevede l’ampliamento del patrimonio informativo a disposizione dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, mediante utilizzo dei dati della fatturazione elettronica ai fini della riscossione coattiva, per incrementare l’efficacia e la selettività del recupero delle somme evase.
È stata introdotta una misura finalizzata a contrastare gli inadempimenti in materia di IVA: in caso di omessa presentazione della dichiarazione annuale dell’IVA, l’amministrazione finanziaria può procedere alla liquidazione dell’imposta, anche avvalendosi di procedure automatizzate, sulla base delle informazioni già in possesso.
Al conseguimento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica per il triennio 2026-2028 concorrono anche gli effetti finanziari positivi derivanti dalla proposta di rimodulazione del PNRR sottoposta alle Autorità europee all’inizio di ottobre e che dovrebbe essere approvata nel Consiglio del prossimo 27 novembre.
La legge di bilancio dà poi conto di alcune misure di controllo della spesa (articolo 129), alcune delle quali direttamente conseguenti ai piani di valutazione della spesa previsti in attuazione delle riforme previste dal Piano strutturale di bilancio di medio termine. Piani che si stanno sempre più diffondendo tra le amministrazioni centrali.
Non manca nella manovra il riferimento alle importanti risorse europee che nei prossimi mesi saranno oggetto dell’adozione di uno specifico Piano nazionale sociale per il clima. In particolare, il Piano ammonterà a circa 7 miliardi di euro, a cui si aggiunge il cofinanziamento nazionale di 2,3 miliardi di euro (25 per cento della quota UE). Nel complesso, pertanto, le risorse disponibili ammonteranno a circa 9,3 miliardi di euro. Tali risorse saranno anche dedicate all’implementazione del Piano casa oltre agli interventi di sostegno alle famiglie in situazione di vulnerabilità energetica e investimenti nel trasporto pubblico.
Sempre più - nei prossimi mesi – per il finanziamento delle politiche pubbliche dovrà tenersi conto non solo delle risorse iscritte nel bilancio nazionale, ma anche di quelle che arriveranno dall’Europa, quali quelle connesse alla revisione delle politiche di coesione e sempre più dovrà crearsi una sinergia tra tali risorse e quelle messe in campo dai livelli di Governo territoriali.
Per quanto riguarda le spese relative alla difesa nel ribadire il percorso di crescita di tale spesa affermato nel Documento programmatico di finanza pubblica e confermato nelle risoluzioni con cui lo stesso è stato approvato dalle Camere, può essere opportuno fornire alcuni chiarimenti.
Il Governo agli inizi del prossimo esercizio finanziario informerà il Parlamento circa le prospettive della spesa militare nel corso del prossimo triennio e qualora se ne ravvisasse la necessità, l’Italia potrebbe – sempre con il pieno coinvolgimento delle assemblee parlamentari – valutare anche l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale prevista nell’ordinamento eurounitario proprio per il sostegno di tali tipologie di spesa.
Secondo le attuali proiezioni, il percorso e il quantum indicato nel suddetto documento (per un valore fino allo 0,5 nel 2028) sarebbero compatibili con l’impegno a mantenere il deficit su livelli inferiori al 3 per cento.
Aggiungo che è in fase di definizione il complesso dei programmi dettagliati destinati ad essere finanziati tramite lo strumento comunitario SAFE, in vista dell’invio alla Commissione europea.
Tale programma nei confronti del quale l’Italia ha formalmente espresso – alla fine di luglio, per un importo fino a 14,9 miliardi di euro – il proprio interesse, costituisce attraverso l’accensione di prestiti - voglio ricordarlo - una specifica forma di finanziamento di tali tipologie di spesa. In altri termini, tale strumento rappresenta una fonte alternativa di finanziamento per quegli investimenti legati alla difesa che rispondono ai criteri di eleggibilità definiti dallo strumento SAFE.
Tali programmi, che mireranno ad aumentare la capacità produttiva e a rafforzare l’occupazione interna, saranno concepiti per essere all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, con potenziali ricadute positive per l’industria civile e includeranno applicazioni cosiddette dual use che potrebbero anche sostenere la crescita delle esportazioni.
Il disegno di legge che ho illustrato oggi rappresenta la proposta condivisa e predisposta nell’ambito del Consiglio dei ministri che, fermo restando il rispetto degli obiettivi programmatici fissati da ultimo con le risoluzioni di approvazione del DPFP, il Parlamento potrà, nell’ambito delle proprie prerogative modificare ove lo ritenga necessario.
Ritengo, però, opportuno sottolineare che i nuovi parametri europei impongono una attenta valutazione degli effetti finanziari delle proposte emendative alla luce del rispetto non solo dei saldi di finanza pubblica, ma anche della traiettoria della spesa e che sia prestata una significativa attenzione – nella definizione degli stanziamenti di bilancio – agli effettivi cronoprogrammi della spesa, al fine di ridurre il più possibile il rischio della formazione di residui.
Da parte del Ministero dell’economia e delle finanze, non posso che assicurare, come di consueto, la massima collaborazione delle strutture tecniche a fornire il supporto utile alla valutazione delle eventuali proposte emendative che saranno tempestivamente presentate.
Il Ministro ha consegnato, infine, la Nota tecnico-illustrativa al disegno di legge di bilancio che, coerentemente con il contenuto delle risoluzioni parlamentari approvate lo scorso settembre, presenta un contenuto informativo più ampio del passato, riportando per il periodo di riferimento della manovra anche l’andamento delle componenti sottostanti l’aggregato della spesa netta, in termini sia tendenziali sia programmatici." ha concluso il Ministro Giorgetti. (06/11/2025-ITL/ITNET)
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