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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - FRANCIA - IMMAGINI INEDITE SU BEIRUT DI GABRIELE BASILICO ESPONENTE DELLA GRANDE FOTOGRAFIA ITALIANA ALLA GALERIE LE CHATEAU D'EAU DI TOLOSA

(2023-02-01)

La Galerie Le Château d'Eau di Tolosa inaugura oggi la stagione artistica con due mostre fotografiche dedicate ad altrettanti grandi fotografi italiani Gabriele Basilico, del qual ricorre quest'anno il decennale della scomparsa, ed il napoletano Francesco Jodice  (vedi:

In apertura oggi 1 febbraio, visitabile fino al 14 maggio 2023, la rassegna si intitola "Retours à Beyrouth"  a cura di Christian Caujolle.
Considerato uno dei più importanti fotografi della scena contemporanea, Basilico ha  focalizzato l'obiettivo sulle città del mondo, esaminando le metamorfosi di contesti urbani eterogenei con rigore e poesia.
Per quasi quarant'anni questo tema ha permeato la sua ricerca: a Tolosa, per la prima volta, vengono presentati gli esiti di quattro missioni fotografiche effettuate nel 1991, 2003, 2008 e 2011 nella capitale libanese. Basilico ha via via documentato la progressiva ricostruzione della città, con scatti dai quali emerge anche il suo speciale legame con Beirut.

Ad accompagnare la mostra un volume  con i reportage realizzati da Gabriele Basilico a Beirut ed un’ampia selezione di fotografie in bianco e nero e a colori, a  cura di Giovanna Calvenzi per le edizioni Contrasto.

Ritorni a Beirut di Gabriele Basilico, nelle parole della curatrice Giovanna Calvenzi è il libro che «dovrebbe essere […] “definitivo” per ricordare una relazione profonda e appassionata che ha legato Gabriele Basilico alla città di Beirut, che nel corso degli anni è diventata anche uno dei cardini centrali del suo impegno con la fotografia. Oltre a un lungo lavoro in archivio di rilettura di tutto quanto Basilico ha realizzato, sono stati invitati a esercitare i loro ricordi anche “i complici” dei diversi viaggi». L’ampia selezione di fotografie in bianco e nero e a colori è introdotta da testi di Gabriele Basilico, Giovanna Calvenzi, Tanino Musso, Fouad Elkoury, Gabriel Bauret, Christian Caujolle, Alessandro Ferrario, Rita Capezzuto e da una Cronologia di Farian Sabahi.

Così, pagina dopo pagina, scopriamo il lavoro realizzato da Gabriele Basilico in occasione di quattro missioni fotografiche a Beirut nel 1991, 2003, 2008 e 2011. 

Nel 1991 viene coinvolto dalla Hariri Foundation e dalla scrittrice libanese Dominique Eddé in un progetto che ha come obiettivo la documentazione fotografica dell’area centrale della città di Beirut al termine della devastante guerra civile che l'aveva straziata per quindici anni. Con lui sono chiamati altri cinque fotografi: Raymond Depardon, Josef Koudelka, Robert Frank, René Burri e Fouad Elkoury.
Basilico si muove nel centro della capitale devastata e ancora minata con lo sguardo che ha caratterizzato tutta la sua produzione, attento alle trasformazioni del paesaggio contemporaneo, alla forma e all’identità delle città e delle metropoli da un punto di vista architettonico, certo, ma soprattutto sociale.
Da allora, tornerà a Beirut altre tre volte.

Nel 2003 per incarico della rivista di architettura Domus, diretta da Stefano Boeri, per registrare la ricostruzione della città attraverso vedute urbane corrispondenti alle foto scattate nel 1991.
Nel 2008, quando in occasione dell’inaugurazione di una sua mostra al Planet Discovery Center continua a registrare la ricostruzione della città.
E infine nel 2011, quando l’Hariri Foundation lo chiama di nuovo a documentare la Beirut ricostruita insieme a Fouad Elkoury, Klavdij Sluban e Robert Polidori.

L’occhio del fotografo si posa così su una città che cambia nel suo aspetto e nella sua anima, legandosi a quella di Basilico che così scriverà: «La pratica del ritornare crea una singolare disposizione sentimentale: come l’attesa per un appuntamento desiderato, un risvegliarsi della memoria per luoghi, oggetti, persone, come se si riaccendesse il motore di una macchina ferma da tempo. Per Beirut è stato anche di più».
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Gabriele Basilico (Milano, 1944-2013) è probabilmente il fotografo di paesaggi urbani più conosciuto al mondo. Dopo la laurea in architettura, fi n dai primi anni Settanta di dedica alla fotografia, in un primo momento di indagine sociale, poi l’influenza dei suoi studi si fa progressivamente spazio nella sua fotografia. Nel 1982 presenta il suo primo successo internazionale, Milano. Ritratti di fabbriche.

Nel 1984 viene chiamato dal governo francese a partecipare alla Mission Photographique de la DATAR, un progetto di documentazione della trasformazione del paesaggio.

Nel 1991 prende parte all’importante progetto sulla città di Beirut, che segna la sua definitiva consacrazione internazionale. Da quel momento fino alla fine della sua carriera interrottasi alla morte, avvenuta nel 2013, Basilico realizzerà numerosi reportage su, in ordine sparso, Berlino, Rio de Janeiro, Shangai, Istanbul, la Silicon Valley, Roma, le valli del Trentino, Mosca.
Ha pubblicato oltre sessanta libri fotografici personali, ricevuto numerosi premi internazionali e le sue fotografie sono state esposte in tutto il mondo. Tra gli ultimi titoli pubblicati, Basilico Milano (2015), la trilogia dedicata ai primi anni di lavoro: Iran 1970, Marocco 1971 (entrambi del 2016) e Glasgow 1969 (2017); la nuova edizione aggiornata e ampliata di Bord de Mer (2017), Piranesi Roma Basilico (2019), Territori intermedi (2021), Non recensiti (2021) e Milano ritratti di fabbriche quarant’anni dopo (2022).
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Segnaliamo l'ultima grande mostra italiana a Catania a cavallo fra il 2021 ed il 2022  "Territori intermedi", che ha offerto il privilegio di presentare fotografie inedite, scelte anni prima dallo stesso Basilico, grazie  alla curatela di Filippo Maggia ed alla Fondazione OELLE Mediterraneo Antico, con la co-organizzazione del Comune di Catania- e del Museo Civico “Castello Ursino” di  Catania. (01/02/2023-ITL/ITNET)

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