C'è un dato evidente nelle elezioni dei Comitati degli italiani all'estero, dei quali sta emergendo pian piano il quadro complessivo delle scelte ma, soprattutto, dell'affluenza: la disomogeneità delle aree geografiche nella partecipazione alle elezioni da parte delle comunità italiane all'estero. Un quadro che mostra, in prima analisi. Dunque, non a dati definitivi. Ma il cui orientamento sembra ormai abbastanza chiaro: una disaffezione crescente da parte delle comunità in Europa sia nella iscrizione alle liste di voto, cui ha fatto seguito una percentuale di votanti di poco superiore alla metà degli iscritti - ma in linea con il trend elettorale generale dell'area geo-politica - nella concreta partecipazione elettorale. Ed una maggiore partecipazione, invece, delle comunità in Sud America .
Sottolinea il Presidente del Comitato per gli italiani all’estero e la promozione del Sistema Italia nel Mondo, on.le Fabio Porta ad Italialavorotv/Italiannetwork, “si tratta “di centinaia di migliaia di persone che si sono iscritte con percentuali arrivate fino al 15%. Penso a San Paolo, a Mar del Plata in Argentina od al Venezuela, dove rileviamo percentuali alte e significative. Dunque, è difficile dare per ora una lettura omogenea. A bocce ferme – come avevamo detto – si farà una approfondita riflessione. Per ora non drammatizzerei ! E, d’altra parte, la riflessione non credo debba essere ‘questi organismi non servono più’ . Piuttosto, questi organismi vanno riveduti ed adeguati e va fatta una riflessione un po’ più seria anche su cosa è la partecipazione in Europa e cosa è fuori dal contesto europeo”. Una riflessione cui parteciperanno per l’Europa soprattutto i parlamentari eletti in questa Ripartizione, anche perché rileva il Presidente del Comitato, “la presenza in Parlamento ha necessità di un rapporto con gli organismi intermedi e se questi non godono del sostegno di una parte significativa della popolazione, allora si pone un problema rispetto al quale c’è l’esigenza di una più approfondita riflessione”.
Non crede onorevole che sia necessaria una riflessione anche con i Parlamentari italiani eletti nel parlamento europeo ? E’ chiaro per il Presidente del Comitato, che il dato evidenzia una coscienza sempre piu’ europea delle comunità residenti in Europa e questo vuol dire che occorra un rapporto diretto con i parlamentari eletti in Europa e con quelli eletti nel parlamento europeo, anche in vista di una riforma della rappresentanza. Naturalmente, afferma Porta, si tratta di una situazione, una sfida, nuova che probabilmente andava colta quando cominciò la battaglia per il voto all’estero e successivamente nei dibattito del 2001 e del 2006.” Ma occorre ricordare, secondo il Presidente del Comitato alla Camera, che non c’era ancora una “dimensione “ europea così forte come oggi (VEDI: http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=298439). (20/04/2015-ITL/ITNET)
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