PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - ORGOGLIO ITAL: SVIZZERA - FRANZIN(PRES.ITAL UIL SVIZZERA):"C'E' SEMPRE PIU' BISOGNO DEL PATRONATO ITALIANO. L'EMIGRAZIONE E' CAMBIATA MA I PROBLEMI RIMANGONO GLI STESSI"
Fluide relazioni fra Italia e Confederazione Elvetica, nonostante alcuni accordi in stand bay, ottime relazioni fra sindacato svizzero UNIA e Patronati Sindacali italiani, ma sussistono ancora aree critiche - come le difficoltà che ancora incidono nell'ambito delle tutele dei lavoratori frontalieri - che sono state evidenziate dal Seminario promosso dall'Ital UIL nazionale e dalla UIM a Lugano (vedi: http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=24079) con la collaborazione dell'ITAL UIL Svizzera, nell'ambito delle sinergie fra Sindacato UNIA e Patronato ITAL. Aree sulle quali il dibattito è aperto e che interessano sia le vecchie generazioni di lavoratori italiani nella Confederazione ma che possono essere elementi dirimenti anche a fronte delle nuove generazioni di lavoratori italiani, spesso difficilmente inquadrabili sul piano organizzativo e delle tutele. Italialavorotv/Italiannetwork ha approfondito l'argomento con il Presidente dell'ITAL UIL in SVizzera Mariano Franzin.
"Come patronato siamo confrontati quotidianamente con le problematiche degli italiani emigrati in Svizzera, che vanno dalla previdenza sociale al permesso di soggiorno, al posto di lavoro, ecc. è chiaro che noi siamo competenti per la parte che riguarda la previdenza sociale, mentre per quanto riguarda il contratto di lavoro abbiamo un accordo di collaborazione con il Sindacato UNIA. Naturalmente, abbiamo sollevato più volte sia in sede nazionale che a livello anche di associazioni organizzate - come COMITES e CGIE, le problematiche che riguardano gli italiani all'estero, in modo particolare la Svizzera, e più di una volta purtroppo non abbiamo avuto risposte positive. Però non demordiamo, siamo sempre attivi nel sollevare le problematiche che ci concernono da vicino anche perchè l'emigrazione è cambiata molto rispetto agli anni 60 e 70 o 80. Oggi, come è stato detto in questo convegno, l'emigrazione è una giovane emigrazione multiculturale, parlano almeno una lingua estera , sono laureati ed hanno frequentato dei master ma quando arrivano in Svizzera hanno necessità di sostegno.... E non sono solo giovani a chiedercelo....
È chiaro che l'emigrazione giovane non ha le stesse caratteristiche dei nostri vecchi emigrati, però i problemi sono sempre gli stessi: non conoscono nulla della società in cui vengono a vivere, dell'ambiente, delle leggi, e noi dobbiamo informarli sulle assicurazioni sociali, cassa malattie, permesso di soggiorno, l'alloggio, il salario. Un salario che permetta di vivere in Svizzera giacchè qualcuno pensa che con 2500/2700 franchi si possa vivere bene in Svizzera perchè rispetto agli 800 mila euro dell'Italia la cifra risulta sicuramente più alta (2000 - 2100 euro) ma con 2000 euro in Svizzera non si vive. E non si vive neanche con 2500 euro. Ci vogliono minimo tra i 3500 ed i 4500 euro. Dunque, stiamo attenti, non è la babilonia la Svizzera !. ....
In una condizione di mobilità globale ha ancora senso un patronato italiano e non strutture maggiormente legate al territorio ? "Secondo noi ha sempre più senso - afferma Franzin - ed è sempre più richiesta l'assistenza di un patronato. D'altra parte vediamo che il governo italiano sta tagliando un po' dappertutto, compresi i Consolati. Avevamo 22 tra agenzie consolari e Consolati in Svizzera negli anni del boom economico dove contavamo 560.000 italiani. Oggi sono rimasti 4 consolati generali e una cancelleria consolare. Di conseguenza venendo a mancare tutte queste strutture italiane, dove si rivolgono i connazionali qui residenti se non al patronato, anche per i documenti, e noi dobbiamo andare su internet scaricare il formulario, riempirlo, ecco perchè abbiamo sempre più lavoro, che purtroppo ancora non è riconosciuto dal nostro governo." (07/09/2014-ITL/ITNET)
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