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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - PICCININI(PRES.INCA):" TRE PROGETTI EUROPEI PER COGLIERE L'ATTUALITA' DELLE ESIGENZE DI CITTADINI E LAVORATORI"

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  L'attività progettuale in ambito UE del Patronato INCA e delle INCA all'estero si è consolidata sempre più in questi ultimi due anni in cui sono stati varati tre progetti europei." Lo afferma la Presidente del Patronato INCA nel corso di una intervista ad Italialavorotv/Italiannetwork sull'attività del Patronato all'estero. Un impegno che va al di là della tradizionale mission istituzionale del Patronato per affrontare le nuove frontiere del diritto in materia di tutela dei cittadini e dei lavoratori

"Un primo progetto, Tesse,  realizzato con l'Osservatorio delle Politiche sociali dell'INCA in Belgio come capofila dell'iniziativa, alla quale hanno preso parte anche altre sedi del Patronato in Europa, assieme alla rappresentanza di sindacati europei e la partecipazione di rappresentanti della Commissione - analizzava- dico analizzava perchè è terminato questa estate -  l'impatto dei nuovi regolamenti europei sulla legislazione dei singoli paesi europei riguardo ai diritti ed alla dimensione degli enti previdenziali e nei rapporti tra di loro," spiega la sindacalista della CGIL.

  Si è trattato dell'avvio di un percorso che aveva diversi riflessi e che ha portato alla redazione del passaporto dei diritti.  Il Passaporto sarà consegnato a tutte le persone che circolano in Europa perchè abbiano conoscenza dei nuovi diritti. Infatti, la conoscenza non e' così precisa da parte della cittadinanza europea mentre è importante soprattutto oggi.
In buona sostanza, spiega  la presidente dell'INCA, accanto alla legsislazione europea che grazie anche alle Corte di Giustizia europea tende all'applicazione univerale die diritti, purtroppo siamo costretti a confrontarci con legsilsazioni nazionali  che tendono a comprimere e ridurre i diritti. E' stato un primo passaggio nello studio, ricerca.

Il secondo progetto, Esopo, che ha come capofila l'INCA Francia con la partecipazione dei sindacati europei, intende affrontare la percezione dei lavoratori migranti, di vecchia e nuova generazione, emigrati italiani od immigrati, qual'è la conoscenza dei diritti dal punto di vista della salute e del diritto delle persone alla tutela sui luoghi di lavoro.
Il progetto si è sviluppato attraverso una serie di questionari che hanno messo in luce la forte carenza in termini di mancata denuncia delle malattie professionali. Una carenza ben più alta dei lavoratori che vivono all'interno del proprio Paese. Il che significa che c'è tantissimo da lavorare sia dal punto di vista della conoscenza che dell'affermazione dei diritti.
La Presidente del Patronato mette comunque in luce gli enormi passi in avanti fatti dalla legislazione europea su questo versante rispetto a non molti anni addietro, quando anche il turista aveva difficoltà enormi nella richiesta di assistenza sul piano burocratico-sanitario.  Esopo, dunque, affronta quest'ambito in tutte le sue sfaccetature perchè ci sia maggiore consapevolezza.
Il progetto terminerà a dicembre e l'atto conclusivo - amticipa la sindacalista - avrà come cornice la cittadina belga di Marcinelle luogo simbolico dei drammi della salute e nello specifico dei gravi drammi che si possono verificare nel contesto dell'ambiente lavorativo a danno dei lavoratori immigrati.

Aggiunge, poi, la Presidente dell'INCA, " Vorremmo, inoltre, coinvolgere nei limiti concessi dal progetto giovani operatori dell'INCA perchè abbiano la piena consapevolezza di sapere non solo cosa significa immigrazione in Italia di cittadini stranieri ma anche che cosa ha significato per la salute e la durezza del lavoro per tanti cittadini italiani che hanno vissuto e subito condizioni anche drammatiche, come nel caso di Marcinelle.

L'ultimo e più recente progetto, che vede come capofila l'INCA del Regno Unito, ha un obiettivo molto ambizioso, afferma l'esponente dell'INCA, ovvero intende analizzare come nei diversi Paesi è affrontato il tema del lavoro atipico in materia legislativo, previdenziale e sociale.
La precarietà è uno dei grandi problemi del nostro tempo. Noi, però, pur avendone tanta,  lo abbiamo analizzato e riconosciuto come tipologia di lavoro e ne vediamo gravità ed estensione potendo così aprire la discussione.  In Europa ci sono invece alcuni Paesi che appaiono meno coinvolti. Quello che noi vorremmo analizzare è che non è vero che non hanno lavoro precario ma semplicemente non lo classificano dal punto di vista legislativo contributivo e sociale, ovvero senza diritti. Ebbene, noi vorremmo verificare qual'è l'estensione di queste tipologie di lavoro, come vengono classificati nei diversi Paesi, come vengono tutelati o non tutelati dal punto di vista pensionistico. Ma anche quale portabilità c'è di questi diritti, a partire dagli ammortizzatori sociali perchè sappiamo che ci sono fattori riconosciuti anche per il lavoro atipico che non hanno la trasferibilità e portabilità che invece hanno gli ammortizzatori sociali per il classico lavoro a tempo determinato.

L'analisi di tutto ciò con i sindacati dei diversi Paesi vorrà dire analizzare quale potrà essere una nuova politica europea in materia o per gli stessi sindacati verso una politica che faccia un salto di qualità anche nel riconoscimento e tutela di questo lavoro.  Noi temiamo, d'altra parte, che  non sia una tipicità solo italiana ma sia presente con un tasso molto pesante anche all'estero" afferma Morena Piccinini.

  E  che sia così lo stesso Patronato "ne ha un riscontro attraverso i giovani italiani che si trasferiscono all'estero per trovare migliori occasioni di lavoro ma si rivolgono alle sedi INCA denunciando situazioni similari a quelle italiane. Di qui la necessità di una tutela a 360 gradi sia per chi è in Italia come per chi si trovi in qualsiasi Paese estero." fa presente la Presidente dell'INCA.... (02/10/2012-ITL/ITNET)

(Data di inserimento online 2012-10-02 00:10)

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