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IMMIGRAZIONE-APPROVATO DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI IL DISEGNO DI LEGGE DELEGA DELLA RIFORMA BOSSI-FINI

(2007-04-24)

    Favorire l'incontro 'regolare' tra  domanda e offerta di lavoro straniero, adeguare la durata del permesso di soggiorno rispetto al lavoro svolto, creare una corsia preferenziale per l'accesso dei lavoratori qualificati, rendere effettivi i rimpatri incentivando la collaborazione dell'immigrato.
  Questi gli obiettivi del disegno di legge delega di riforma del testo unico sull'immigrazione approvato dal Consiglio dei Ministri, che introduce nuove figure come lo 'sponsor' per l'immigrato ed accorda il diritto di voto amministrativo.

  In base al ddl Amato-Ferrero che riforma la legge Bossi-Fini, il meccanismo di determinazione dei flussi viene rivisto prevedendo una programmazione triennale delle quote di stranieri da ammettere. La riforma introduce, tra l'altro, un canale privilegiato per l'immigrazione di lavoratori altamente qualificati.
La nuova normativa prevede la creazione di un sistema di liste alle quali potranno iscriversi i cittadini stranieri che intendano fare ingresso in Italia per lavoro, anche stagionale. Si tratterà di una sorta di collocamento all'estero per lavoratori stranieri: le liste saranno tenute presso le rappresentanze diplomatiche o presso enti e organizzazioni internazionali con sedi nei Paesi di provenienza degli immigrati.
    La riforma introduce la figura dello 'sponsor', che potrà far entrare per lavoro in Italia l'immigrato iscritto nelle liste, fornendo garanzie sul suo sostentamento e sul suo eventuale rimpatrio. Un ruolo che potrà essere rivestito da enti e organismi istituzionali, associazioni imprenditoriali e professionali, sindacali e istituti di patronato.
La riforma allunga la durata dei permessi di soggiorno: quelli legati a lavori a tempo determinato, che oggi hanno una durata pari a quella del relativo contratto di lavoro, saranno rilasciati per uno o due anni a seconda se il contratto sia di durata inferiore o superiore ai sei mesi.
Quelli rilasciati per contratti a tempo indeterminato o per lavoro autonomo avranno invece una durata di tre anni (con la normativa attuale sono due anni). Il rinnovo del permesso sarà rilasciato per un periodo pari al doppio di quello previsto per il primo rilascio. La riforma estende poi ad un anno il tempo in cui l'immigrato che perde il posto di lavoro resta iscritto ai centri per l'impiego.
  Per rendere effettive le espulsioni sarà ricercata la collaborazione dello stesso immigrato. Il ddl Amato-Ferrero introduce quindi programmi specifici di 'rimpatrio volontario ed assistito', ai quali potranno accedere gli immigrati che collaborano alla propria identificazione. L'istituto-cardine del nuovo sistema è il Fondo nazionale rimpatri, destinato a finanziare i programmi di rimpatrio volontario e alimentato con i contributi dei datori di lavoro e dei garanti-sponsor.
  Viene comunque ribadita la necessità di un apparato sanzionatorio efficace e credibile. Un punto cruciale riguarda gli accordi di riammissione con gli Stati di provenienza degli immigrati clandestini e il governo continuerà a lavorare per aumentare il numero dei Paesi coinvolti. L'Italia ha già chiesto che sia l'Europa a stabilire il principio per cui aiuti e immigrazione legale per ogni singolo Paese siano legati all'esistenza di un accordo di riammissione.

    Sulla base delle indicazioni della Commissione de Mistura, la nuova normativa prevede una revisione del sistema dei Centri di permanenza temporanea. Verrà innanzitutto interrotta la continuità tra carcere e Cpt con nuove procedure per identificare gli stranieri durante la detenzione senza farli passare per i Centri.
Le stesse strutture dovranno trasformarsi in centri di accoglienza non a carattere detentivo, in un quadro di collaborazione con gli enti locali, le Asl e le organizzazioni umanitarie. Sarà mantenuto in servizio un numero limitato di strutture 'per l'esecuzione dell'espulsione', nelle quali saranno trattenuti soltanto gli immigrati che non collaboreranno ai fini dell'identificazione. La 'trasparenza' dei centri dovrà essere garantita dalla possibilità di accedere alle strutture accordata alle autorità politiche locali e alle associazioni di assistenza.
 
  Sarà attribuito l'elettorato attivo e passivo per le elezioni amministrative agli stranieri titolari del permesso di soggiorno di lungo periodo. Significa che gli stranieri con Carta di soggiorno, che in base alla nuova normativa si può ottenere dopo cinque anni di residenza regolare in Italia, potranno votare o candidarsi alle elezioni comunali.

  Ai minori è dedicato uno specifico capitolo della riforma. Il governo punta a favorire il loro inserimento civile e sociale adeguando le disposizioni sul loro soggiorno.

    Dal momento in cui la delega diventerà legge, il governo avrà un anno di tempo per varare il decreto legislativo che ne dà attuazione. .(24/04/2007-ITL-ITNET)

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