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ITALIANI ALL'ESTERO - SVIZZERA/COVID-19 - NUOVE REGOLE PER INGRESSO IN SVIZZERA- FRONTALIERI E MINORI 16 ANNI ESENTATI - CERTIFICATO COVID OBBLIGATORIO STRUTTURE AL CHIUSO FINO AL 24/01/22

(2021-09-21)

Il Consiglio federale volendo prevenire un aumento delle infezioni dovuto al rientro dalle vacanze autunnali e ha pertanto deciso nella sua seduta del 17 settembre 2021 che da lunedì 20 settembre 2021 le persone non vaccinate o non guarite dovranno presentare un test negativo all’entrata in Svizzera. Tra il quarto e il settimo giorno dopo l’arrivo dovranno sottoporsi a un secondo test. Il Consiglio federale ha inoltre definito le modalità per il rilascio del certificato COVID alle persone vaccinate o guarite all’estero.

In vista delle vacanze autunnali e sulla scorta delle esperienze fatte dopo le vacanze estive, il Consiglio federale ha deciso nuovi provvedimenti sanitari di frontiera. I dati dei servizi cantonali di tracciamento dei contatti evidenziano infatti che anche le persone rientrate dopo le vacanze hanno contribuito al preoccupante peggioramento della situazione in Svizzera. Le nuove regole tengono conto del fatto che con la variante Delta, altamente contagiosa, i numeri possono aumentare molto rapidamente in singole regioni. Pertanto, un elenco aggiornato periodicamente dei Paesi a rischio non si presta più per i provvedimenti sanitari di frontiera.

Obbligo del test per le persone non vaccinate o non guarite all’entrata in Svizzera

Chi non è vaccinato o non è guarito dovrà presentare un test negativo (antigenico o PCR) all’entrata in Svizzera, indipendentemente dal Paese da cui proviene e dal mezzo di trasporto usato. Tra il quarto e il settimo giorno dopo l’arrivo in Svizzera dovrà sottoporsi a un secondo test. Questo test sarà a pagamento e il suo risultato dovrà essere trasmesso al servizio cantonale competente. Le persone vaccinate o guarite in possesso di un certificato COVID o di un altro documento che attesti l’avvenuta vaccinazione o guarigione sono esentate dal test.

Obbligo di compilare il modulo di entrata

Tutte le persone che entrano in Svizzera, siano esse vaccinate, guarite o risultate negative a un test, dovranno inoltre compilare il modulo di entrata (Passenger Locator Form, SwissPLF). Questo permetterà ai Cantoni di effettuare controlli a campione per verificare se le persone non vaccinate o non guarite che hanno presentato un test negativo all’entrata in Svizzera si sono sottoposte al secondo test tra il quarto e il settimo giorno dopo l’arrivo.

Test e modulo non obbligatori per i frontalieri

Sono esentati dall’obbligo di sottoporsi al test e di compilare il modulo di entrata le persone che transitano attraverso la Svizzera senza fermarsi, chi trasporta merci o persone a titolo professionale, i frontalieri e le persone provenienti da una regione di confine. In questo modo il Consiglio federale intende tener conto degli stretti rapporti commerciali, sociali e culturali in queste zone. Non sono inoltre soggetti all’obbligo del test i minori di 16 anni.

Controlli in funzione dei rischi

Ogni giorno oltre due milioni di persone e più di un milione di veicoli attraversano le frontiere svizzere. A garanzia dell’osservanza delle nuove regole saranno eseguiti controlli in funzione dei rischi. Chi in dogana non potrà presentare un test negativo dovrà sottoporsi al test immediatamente dopo l’entrata in Svizzera. I Cantoni saranno tenuti a verificare con controlli a campione se le persone non guarite o non vaccinate si siano sottoposte al secondo test. In caso di violazione delle regole potranno essere inflitte multe disciplinari (200 franchi per chi non presenta un certificato di test e 100 franchi per chi non ha compilato il modulo). Le compagnie aeree e le imprese di autolinee a lunga percorrenza dovranno verificare se le persone in entrata abbiano compilato il PLF e dispongano di un certificato COVID o di un certificato di test. L’Amministrazione federale delle dogane e le competenti unità di polizia locali svolgeranno controlli in funzione dei rischi per tutti i generi di traffico transfrontaliero. Tra qualche settimana, il Consiglio federale valuterà le esperienze maturate con l’attuazione delle nuove regole e se necessario le adeguerà.

Disposizioni d’entrata: allineamento allo spazio Schengen
Le disposizioni d’entrata vigenti restano immutate. La Segreteria di Stato della migrazione continua a tenere un elenco dei Paesi a rischio che stabilisce chi può entrare in Svizzera. Tutti gli Stati al di fuori dello spazio Schengen che non figurano sull’elenco continuano a essere considerati a rischio. Ai cittadini di Paesi terzi non vaccinati provenienti da questi Stati si applicheranno dunque ancora le restrizioni vigenti. Quale Stato associato a Schengen, la Svizzera emana le sue disposizioni d’entrata attenendosi per quanto possibile alle decisioni dell’Unione europea. Mediante lo strumento online «Travelcheck» si può verificare quali persone in provenienza da quali Paesi e a quali condizioni possono entrare in Svizzera.

Certificato COVID per persone vaccinate o guarite all’estero

Dal 20 settembre tutte le persone domiciliate o che entrano in Svizzera vaccinate all’estero con un vaccino omologato dall’Agenzia europea per i medicinali potranno richiedere un certificato COVID svizzero. In questo modo si intende garantire la partecipazione alla vita sociale anche alle persone vaccinate o guarite all’estero, per esempio i turisti. Al momento soltanto i certificati dei Paesi che fanno uso del certificato COVID digitale dell’UE sono compatibili con il sistema svizzero.

I documenti potranno essere inviati elettronicamente. Ogni Cantone dovrà definire un organo di contatto cui potranno rivolgersi le persone vaccinate all’estero. Tutti gli organi di contatto cantonali saranno elencati su un sito della Confederazione. Un gruppo di lavoro della Confederazione, in cui saranno rappresentati i dipartimenti federali dell’interno, degli affari esteri e delle finanze, seguirà l’attuazione insieme ai Cantoni e ad altri organi (protezione dei dati). L’obiettivo è una soluzione efficiente, snella e attenta alle esigenze dei clienti. In una fase transitoria che durerà fino al 10 ottobre 2021, per l’accesso a strutture o manifestazioni per le quali vige l’obbligo del certificato saranno riconosciuti tutti i certificati di vaccinazione esteri per i vaccini omologati dall’Agenzia europea per i medicinali.

Come nei Paesi limitrofi, l’accesso al certificato non sarà esteso a tutti i vaccini riconosciuti dall’Organizzazione mondiale della sanità. Fanno eccezione gli svizzeri all’estero di ritorno, i cittadini di Stati terzi residenti nell’UE che lavorano in Svizzera, i collaboratori di organizzazioni internazionali, il personale diplomatico accreditato e gli studentI

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Certificato COVID obbligatorio all’interno dei ristoranti, delle strutture culturali e per il tempo libero e alle manifestazioni al chiuso

Obbligo del certificato COVID esteso all’interno dei ristoranti, delle strutture culturali e per il tempo libero e alle manifestazioni al chiuso. E ancora: i datori di lavoro potranno prevederne l’impiego nelle misure di protezione. Questo in sintesi quanto deciso dal Consiglio federale nella sua ultima seduta per far fronte alla situazione epidemiologica e per evitare il sovraccarico degli ospedali.

Da lunedì 13 settembre 2021, il certificato è obbligatorio all’interno dei ristoranti, delle strutture culturali e per il tempo libero e alle manifestazioni al chiuso. I datori di lavoro possono inoltre inserire il suo impiego nelle misure di protezione. Questo è quanto ha deciso il Consiglio federale nella sua seduta dell’8 settembre per far fronte alla difficile situazione negli ospedali, che non accenna a migliorare. Il provvedimento è limitato al 24 gennaio 2022. Il Consiglio federale ha inoltre posto in consultazione due progetti: uno sull’entrata in Svizzera di persone non guarite o non vaccinate e uno sull’accessibilità del certificato COVID svizzero alle persone vaccinate all’estero.
La situazione negli ospedali resta tesa e i reparti di terapia intensiva stanno raggiungendo i propri limiti. In alcuni Cantoni vengono rinviati interventi e in diversi casi sono stati trasferiti pazienti in altri ospedali. Con l’abbassamento delle temperature nei mesi autunnali non può essere escluso un rapido aumento dei ricoveri con conseguente sovraccarico degli ospedali. Il numero dei contagi permane alto e negli ultimi giorni si sono intravisti segnali di una diffusione lievemente più rapida del virus.
La percentuale della popolazione non immunizzata è ancora troppo alta per prevenire una nuova ondata di contagi. Anche se l’interesse è lievemente aumentato, il ritmo di vaccinazione resta basso. Il vaccino offre una buona protezione sia contro l’infezione sia contro un decorso grave della malattia. Inoltre chi è vaccinato trasmette molto meno il virus ad altri.

Estensione temporanea dell’obbligo del certificato
Alla luce della situazione attuale e per prevenire un sovraccarico degli ospedali, il Consiglio federale ha deciso di estendere l’obbligo del certificato alle persone a partire dai 16 anni. Per vedere gli effetti del provvedimento sull’occupazione dei letti nei reparti di terapia intensiva ci vorranno dalle due alle tre settimane. L’estensione dell’obbligo del certificato è limitata al 24 gennaio 2022. Il Consiglio federale ha tuttavia la possibilità di revocare il provvedimento anzitempo se la situazione negli ospedali dovesse distendersi.

Evitare le chiusure grazie al certificato
Accessibile a tutti, il certificato attesta l’avvenuta vaccinazione, la guarigione dalla COVID-19 o il risultato negativo di un test e si è già dimostrato utile per le discoteche e le grandi manifestazioni. Grazie ad esso sono possibili manifestazioni e attività altrimenti troppo pericolose. Poiché con il suo impiego s’incontrano fra loro soltanto persone non contagiose o a bassa contagiosità, il rischio di trasmissione si riduce notevolmente. Il certificato consente inoltre di adottare provvedimenti contro la diffusione del virus senza dover passare subito alla chiusura di strutture o al divieto di determinate attività. Alle manifestazioni in cui è obbligatorio vengono per altro a cadere altre misure di protezione quali l’obbligo della mascherina.

Obbligo del certificato negli spazi interni
Da lunedì 13 settembre, il certificato è obbligatorio all’interno di ristoranti e bar. Non è per contro richiesto sulle terrazze, nelle mense per i poveri e nelle strutture della ristorazione nelle aree di transito degli aeroporti. Anche l’accesso alle strutture culturali e per il tempo libero, quali musei, biblioteche, giardini zoologici, centri fitness, palestre di arrampicata, piscine coperte, parchi acquatici, sale da biliardo o da gioco è limitato alle persone in possesso di un certificato.

Obbligo del certificato per le manifestazioni al chiuso
L’obbligo del certificato vale anche per le manifestazioni al chiuso (concerti, teatro, cinema, manifestazioni sportive, eventi privati come le feste di matrimonio in locali accessibili al pubblico). A tutela dei diritti fondamentali, faranno eccezione le manifestazioni religiose e le manifestazioni per la formazione dell’opinione politica con un massimo di 50 persone. Esclusi dall’obbligo anche i gruppi di auto-aiuto. Per le manifestazioni all’aperto continueranno a valere le regole vigenti: obbligo del certificato per le manifestazioni con più di 1000 persone e libertà di scelta degli organizzatori per eventi di minori dimensioni.

Obbligo del certificato per le attività sportive e culturali
Anche per le attività sportive e culturali al chiuso come allenamenti o prove musicali o teatrali l’accesso è limitato a chi è in possesso del certificato COVID. Questa restrizione non vale per i gruppi a composizione stabile di al massimo 30 persone che si allenano o si esercitano regolarmente insieme in locali separati.

Sanzioni in caso di inosservanza dell’obbligo
Gli ospiti senza certificato di strutture o manifestazioni per le quali il certificato è obbligatorio saranno passibili di una multa di 100 franchi. Alle strutture e alle manifestazioni che non osservano l’obbligo potranno essere applicate sanzioni che vanno dalla multa alla chiusura dell’esercizio. Per il controllo sono responsabili i Cantoni.

Consentito l’impiego del certificato nel mondo del lavoro
I datori di lavoro possono verificare se i loro dipendenti sono in possesso di un certificato soltanto se necessario per l’attuazione di misure di protezione adeguate o di strategie di test. Inoltre, le informazioni sullo stato di immunità o sul risultato del test non possono essere utilizzate per alcun altro scopo. Se chiedono ai loro dipendenti di sottoporsi al test, i datori di lavoro devono coprirne i costi. Soltanto i test ripetuti sono assunti dalla Confederazione. L’impiego del certificato e le misure che se ne intendono trarre vanno discussi con i dipendenti e documentati per scritto. Per ragioni di protezione dei dati, i datori di lavoro devono utilizzare, nel limite del possibile, il certificato light.

Obbligo del certificato possibile nelle scuole universitarie
I Cantoni o le scuole universitarie possono prescrivere l’obbligo del certificato per i corsi di livello bachelor e master. In questo caso sono revocati l’obbligo della mascherina e la limitazione a due terzi della capienza. Per altre attività universitarie, quali lo svolgimento di corsi di formazione continua, continuano a valere le regole previste per le manifestazioni.

Modifiche successive alla consultazione
L’estensione dell’obbligo del certificato è stata accolta positivamente dalla grande maggioranza dei partecipanti alla consultazione. Rispetto alle proposte poste in consultazione, il Consiglio federale ha proceduto ad alcune modifiche, prevedendo per esempio deroghe per le mense per i poveri e i ristoranti nelle aree di transito degli aeroporti, la possibilità della multa disciplinare, l’innalzamento a 50 persone del limite per le manifestazioni religiose e l’obbligo di consultazione e documentazione nel mondo del lavoro. (21/09/2021-ITL/ITNET)

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