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DONNE - LAVORO - OCMIN(CISL) : "CONTRATTAZIONE E BILATERALITA' SI CONFERMANO PILASTRI ANCHE PER LA TUTELA DEL LAVORO IN SOMMINISTRAZIONE"

(2020-02-12)

"Contrattazione e bilateralità si confermano pilastri anche per la tutela del lavoro in somministrazione. Dunque, "Più conciliazione vita/lavoro, più condivisione delle responsabilità di cura, più servizi di welfare aziendale, parità salariale tra lavoratori e lavoratrici. Sono questi alcuni bisogni evidenziati dal 1° Rapporto della Commissione Nazionale per le Pari Opportunità costituita presso Ebitemp, ente bilaterale nazionale per il lavoro temporaneo, di cui fa parte la Felsa Cisl, avente ad oggetto “la Somministrazione di Lavoro in una prospettiva di Genere”,  presentato oggi a Roma presso la sede del Cnel e a cui parteciperemo come Coordinamento nazionale donne."

Assieme a  Liliana Ocmin, Responsabile Nazionale Coordinamento Donne della CISL, della quale pubblichiamo la sintesi dell'intervento, hanno preso parte Susanna Camusso, attuale Responsabile Politiche di Genere e Politiche Europee e Internazionali CGIL Nazionale;  Sonia Ostrica Responsabile Coordinamento Pari Opportunità UIL, Linda Laura Sabbadini Direttora Centrale per gli studi e la valorizzazione tematica nell’area delle statistiche sociali e demografiche ISTAT e Anna Chiara Giorio Ricercatrice e Responsabile Anpal progetto “Equality for work and life”.

"Il Rapporto - prosegue Ocmin - conferma in buona sostanza, anche per il lavoro in somministrazione, alcune questioni centrali  dell’occupazione femminile nel suo complesso, come il divario occupazionale con gli uomini (nel 2018 circa 189 mila donne hanno lavorato con un contratto di lavoro in somministrazione su un totale di circa 486 mila lavoratori pari al 38,8%), e il maggior utilizzo del part-time (circa il 34% delle donne in somministrazione sono occupate a tempo
parziale contro il 12% circa dei colleghi uomini), per far fronte alle responsabilità di cura che gravano ancora quasi totalmente sulle donne e probabilmente, come si evince dagli stessi dati, anche ad una ricomposizione di questa tipologia lavorativa verso il terziario, soprattutto nelle attività dei servizi meno qualificati.

C’è da dire comunque a riguardo che si registra sempre di più la presenza di donne nelle professioni tecniche, in quelle
esecutive di ufficio e nelle professioni qualificate del commercio e dei servizi, nonché in quelle intellettuali e scientifiche. Rispetto a quest’ultime, è importante sottolineare che è stato istituito in questi giorni, presso il Ministero per le Pari Opportunità e la Famiglia, in occasione della Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, un
tavolo per favorire un maggiore avvicinamento delle giovani studentesse verso le materie STEM e, quindi, verso le professioni scientifiche e tecnologiche.

Altra conferma, i dati sulla discontinuità lavorativa delle donne che svolgono missioni più brevi e sono sottoposte a un maggior turnover rispetto agli uomini, con una consequenziale differenza salariale, e le richieste sempre più frequenti di prestazioni di welfare (nel 2018 il 30% in più rispetto all’anno precedente, di cui il 53% da parte di lavoratrici, in particolare per contributi relativi alla tutela sanitaria, il trasporto e la retta universitaria).

Oltre al problema della carenza di politiche di lungo respiro rispetto ad un rilancio dell’occupazione femminile - siamo in attesa del Piano globale sull’occupazione previsto dal Governo nella Nota al DEF - come sindacato e come Coordinamento donne stiamo continuando a lavorare intensamente sui diversi aspetti legati alla parità e alle pari
opportunità nel mondo del lavoro, attraverso la valorizzazione degli strumenti che ci sono più congeniali, ovvero la contrattazione e la bilateralità, che su queste tematiche stanno ottenendo risultati soddisfacenti e incoraggianti.

Anche l’ultimo report dell’Osservatorio sulla contrattazione di secondo livello della Cisl (OCSEL), ha registrato, un maggior utilizzo di prestazioni di welfare, integrativo e aziendale, tranne per gli accordi in chiave conciliativa che invece hanno subìto una battuta d’arresto (31% nel biennio 2015-16, 24% nel biennio 2017-18), dovuto in parte al fatto che gli accordi siglati nel 2017/18 hanno riguardato aziende con dimensioni più piccole e quindi con maggiori difficoltà ad ampliare questi diritti, e in parte alla sospensione degli incentivi alla contrattazione previsti nel 2017 per promuovere pratiche di conciliazione.

Ecco perché abbiamo sottolineato a più riprese la necessità di rifinanziare, direttamente, questi incentivi, tenendo conto dei risultati ottenuti quantitativamente e qualitativamente in circa un anno di applicazione.

Per quanto detto, possiamo affermare, dunque, che la contrattazione e la bilateralità costituiscono sicuramente la strada maestra per migliorare l’organizzazione del lavoro, la tutela e il sostegno di lavoratori e lavoratrici, coniugando l’esigenza di flessibilità con quella di produttività delle aziende. In questo senso, possiamo dire anche che per la Cisl la
somministrazione di lavoro rappresenta una “buona pratica” di contrattazione collettiva in quanto, attraverso di essa, riesce a garantire una flessibilità "regolare" e tutelata e, con il supporto del sistema bilaterale, importanti prestazioni aggiuntive di carattere assicurativo e socio-assistenziale.

Va da sé  - conclude l'esponente della CISL - che assicurare un adeguato sostegno a questi strumenti da parte della politica, accelererebbe senza dubbio il processo verso la parità ed il benessere organizzativo in tutti i contesti produttivi."(12/02/2020-ITL/ITNET)

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